Il magico sentimento dell’amore è un qualcosa
di meraviglioso, che unisce due persone a tal punto, da sentirsi una cosa sola e
per la maggior parte delle persone innamorate è così. Purtroppo in qualche caso
accade che questo sentimento diventa qualcosa di ossessivo, una pulsione
maniacale di voler, a tutti i costi, possedere l’altra persona. Solitamente accade a persone che si sentono insicure
e profondamente gelose dell’altra parte, le cui relazioni sociali e soprattutto
quelle affettive sono insane e quindi si sentono ossessionate da ciò che
desiderano.
Amare in questo modo significa andare molto
oltre l’amore, in modo profondamente ossessivo e sviluppare di conseguenza una
ossessività nei confronti dell’altro. Questa ossessione oltretutto può
addirittura essere provata verso una persona che non sappia niente di questo
sentimento, ma la si prova solo perché è una persona verso la quale vi è un’attrazione
e che vediamo spesso, ma con cui non abbiamo mai parlato o che semplicemente
abbiamo incontrato per amicizie in comune e solo per caso. E’ quello che provano alcune persone
emotivamente vuote che quando vedono o conoscono qualcuno provano
immediatamente una forte emozione e colmano il loro vuoto, pensando profondamente alla nuova
conoscenza senza riuscire a smettere di farfugliare su di essa, con fantasticherie di ogni genere. La scrittrice svedese Lena Andersson ha scritto un
romanzo dal titolo Sottomissione Volontaria, vincitore di prestigiosi premi
letterari, con oltre trecentomila copie vendute solo in Svezia. Un vero
successo. Il romanzo scava nelle debolezze di tutti gli essere umani, elencando
tutte le vicende, i gesti, gli stati d’animo, le brutte figure, i consigli inaccettati, e
tutto il resto che è tipico di questo tipo di storie.
Andersson dice: “Mi piace investigare sui sentimenti
e in particolare sulle forme dell’amore”. “Per scrivere questo romanzo ho
ascoltato vicende simili per ore e ore, e ci ho messo anche del mio, perché anche
a me è capitato, e alla fine sono persino arrivata a chiedermi se davvero tra
noi umani esistano caratteri individuali, perché tutte queste storie di
fraintendimento amoroso e di dipendenza incontrollabile, si assomigliano in modo
impressionante. Pensavo di scrivere un romanzo che interessasse soprattutto
alla mia cerchia di conoscenti.... Evidentemente ho raccontato un meccanismo
che è archetipico”.
Il libro parla di un’intellettuale di nome Ester,
trentenne che vive una vita abitudinaria con il suo compagno. Un giorno le viene commissionato un lavoro su di un
artista piuttosto famoso, Hugo Rask e lei inizia ad innamorarsi di lui, della
figura dell’artista. Si innamora come un’adolescente e tiene il suo poster in
camera. Poi finalmente lo incontra ed esplode il grande amore, la passione. Lui
le manda messaggi di notte e lei liquida il suo compagno, certa del grande e inconfutabile significato di quegli sms. Solo un po’ più tardi Ester si rende conto che il
discorso è a senso unico e che dall'altra parte non vi è un vero interesse, ma solo un gioco. Cose del genere capitano un po’ a tutti nella fase
della propria vita, invaghirsi di qualcuno che si ha avuto la fortuna di
incontrare e potrebbe pure essere un po’ interessato, ma che manda dei segnali
ben chiari che non sono quelli sperati.
La protagonista del libro vive il suo autoinganno
attraversando momenti di lucidità soffocati subito dalla passione. Sono proprio
queste assenze, questi silenzi, questi dialoghi occasionali che fanno poi
nascere le ossessioni. È come quando uno desidera un qualcosa che può avere
relativamente ed è proprio lì, che inconsciamente nasce lo stato di bisogno
costante di averlo. Un meccanismo in certi casi un po’ voluto, come fa l’artista
nel romanzo che non taglia mai il legame con Ester, lo lascia acceso perché
vuole la sua ammirazione, ma non ha alcuna intenzione di darle una relazione amorosa
stabile e ufficiale. La mantiene in uno stato di sottomissione dicendole frasi
tipiche toccanti e mantiene una sorta di relazione che porta il sottomesso alla
dipendenza.
Sembra che questo romanzo racconta un po’ le vite di tutti.
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