Penso sia giusto pensare, così come recitava
un vecchio spot televisivo che è andato in onda fino a non molto tempo fa, che
l’ottimismo è il profumo della vita. Certo fuori il tempo può essere
freddo e piovoso, può essere venuto a mancare una persona cara, può essere un
periodo di crisi economica, politica e morale, ma in tutto ciò ci deve pur
essere un barlume di ottimismo, altrimenti non regge più niente, neanche noi
stessi.
INTRODUZIONE
Di recente in una intervista, si è espresso Martin
Seligman, il padre della psicologia positiva, della American Psychological
Association, e autore di diversi libri come Imparare l’ottimismo. Ha parlato di
ottimismo, di felicità e anche di famiglia. Secondo lo psicologo Seligman dopo
la seconda guerra mondiale la psicologia si concentrò sulla cura delle ferite e
del dolore, trascurando però del tutto ciò che rende la vita degna di essere
vissuta. Oggi lui ha cambiato le carte in tavola e si è orientato verso la
costruzione del benessere e di ciò che rende la vita degna di essere vissuta
per essere persone libere e non sofferenti. Anche lui è dalla parte della
psicologia positiva.
Secondo
lui l’ottimista prende seriamente i pensieri più bui, le aspettative
irrealistiche sul futuro, ma è più flessibile e più realista nel modo in cui
giudica la realtà, e usa tutto questo per annullare quei pensieri neri, e per
cercare la luce che è più nel profondo. Quindi le idee deprimenti e
pessimistiche non impediscono di pensare in modo ottimista. Il fulcro
dell’ottimismo è di essere realistici riguardo al futuro.
L’OTTIMISMO
INTERIORE
Bisogna
partire dal presupposto che non si può vivere senza essere ottimista. Nella
norma la nostra mente è già predisposta all’ottimismo a meno tu non sia malato,
depresso o altro. Infondo il futuro sarà migliore del presente, questo è il
pensiero che accompagna un po’ tutti, perché, per quanto dicono gli esperti abbiamo
tutti una distorsione mentale che ci porta a pensare che gli esiti di ogni cosa
saranno più favorevoli a noi. Questa tendenza naturale dell’umanità ha un nome
scientifico: il bias dell’ottimismo. Oltretutto è la cosa migliore pensare che domani
sarà un giorno migliore, perché ti
permette di continuare ad andare avanti, anche nelle situazioni più complicate.
La buona notizia è dunque che non c’è bisogno di imporsi di essere ottimista,
lo siamo già interiormente per natura. Anzi solitamente accade poi che le
probabilità reali sono spesso meno rosee di quanto il nostro cervello supponga
e che poi si realizzano. Il problema, quindi , è che spesso vogliamo invece
essere ancora più ottimisti di quanto non sia già nella nostra natura umana. Quando
qualcuno mi chiede come posso essere ottimista?, la vera domanda è come posso
essere ancora più ottimista?
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Gianni . . . l'ottimismo è il profumo della vita. |
TROPPO
OTTIMISMO
Il fatto è che
no bisogna esasperare l’ottimismo all’inverosimile, eppure in tanti lo fanno. Perdere
troppo il contatto con la realtà non è mai una bella cosa, e pensare che
doverosamente poi debba andare tutto bene, non è un fatto positivo, come per
tutti gli eccessi. Tante persone, o forse in alcuni casi tanti disperati, si
lanciano alla kamikaze in investimenti
aziendali di improbabili successi solo perché ci credono veramente. Tanti
altri, legittimi sognatori, bramosi di realizzare i propri sogni, fanno scelte rischiose
come diventare artisti puri, viaggiare
per il mondo per anni, abbandonare tutto per un nuovo paese, puntare tutto sull'amore,
sugli amici, ignorando il resto della vita. E’ giusto anche tentare di raggiungere i propri sogni ma non bisogna cadere nell’eccessivo ottimismo. Le scelte
fatte seguendo l’istinto positivo e le belle sensazioni non possono prescindere
dalla ragione.
I
CARATTERI
L’ottimismo, che ha molte differenze dal pessimismo, vuol dire imparare a trovare aspetti positivi e soluzioni ai problemi. Non
vuole dire che tutto va o andrà bene, si tratta di capire che si può sempre e
comunque trovar una soluzione positiva, si può sempre fare qualcosa.
Hai
presente Mi rifaccio all’esempio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
- Il
pessimista, com'è noto, lo vede mezzo vuoto e si lamenta che l’acqua non
sarà sufficiente.
- Il
realista dice che è pieno per metà, oggettivamente, e sa che l’acqua non
sarà sufficiente.
- L’ottimista
pensa che ci sia mezzo bicchiere d’acqua, lo beve e va a cercare la fonte
da cui è stato riempito!
Il
dato oggettivo è che esiste un bicchiere riempito per metà, il modo di
affrontare dell’ottimista si differenzia per la positività di vedere la cosa. Il
realista è un pessimista che vede le cose in modo negativo e giustifica quel
suo atteggiamento come se fosse una visione obiettiva della realtà. Di fronte a
una guerra il pessimista vede tutto nero, e si definisce realista. L’ottimista sa
che si può trovare una soluzione, perché per ogni aspetto negativo, ce ne
sono sempre altri positivi e sono molti di più, positivi.
- Bisogna
pensare che:
- Ogni
problema ha sempre una o più soluzioni;
- in
ogni caso c’è sempre qualcosa di buono da cui ripartire;
- Ogni
esperienza offre sempre un insegnamento;
- non
esistono problemi insormontabili che non si possono affrontare.
In
effetti, il mio parere è che le persone spesso pensano che il presente sia
un’epoca travagliata piena di problemi e sono preoccupate per il futuro, spesso
sentono di stare vivendo una catastrofe e che il mondo stia andando a pezzi. Se
abbiamo un po’ di ottimismo prendiamo i pensieri più bui e le aspettative
irrealistiche sul futuro e li utilizziamo per annullarli e credere
in qualcosa di meglio con positività, andrà certamente meglio. Oltretutto rassegnarsi vuol dire morire un pò tutti i giorni. Nella nostra vita mettiamoci un pò di sale, anche questo è ottimismo.
Sarebbe bello avere almeno la voglia di pensare ottimista purtroppo il periodo in generale non aiuta. Proviamoci
RispondiEliminaCome si fa ad essere ottimisti in questo contesto storico
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