Le nuove generazioni, ma non solo, solo le più colpite da questa nuova
forma, preoccupante, di dipendenza. Non si addormentano sereni e si svegliano già
stanchi. In preda a flash, giochi, chat,
siti ed altro non riescono a spegnere il loro cervello, neanche per un attimo. Molti
hanno ansia, esaurimento nervoso. Il
responsabile è la tecnologia.
Essere sempre
davanti allo schermo, compreso durante le ore notturne è deleterio. Molte persone
hanno sviluppato questa tremenda dipendenza dalla tecnologia. Il film di
Massimiliano Bruno, interpretato da Marco Giallini e Alessandro Gassmann. Un
vero spunto di riflessione importante per chi decidesse di andare al cinema a
guardare questa simpatica commedia all’italiana. Dopo aver visto il film ho
preso nuovamente in considerazione quelli che sono gli effetti deleteri della
tecno dipendenza, che sfocia poi inevitabilmente nella ipocrisia relazionale.
La continua smania di essere sempre e comunque connessi, alla ricerca non si sa
di cosa, per condividere tutto quello che facciamo, chiusi nella
nostra misantropia, facendoci perdere di vista i nostri affetti più
cari, diventando inevitabilmente schiavi della tecnologia. Tantissimi immersi nelle chat, siti porno,
videogame online e gioco d’azzardo, siti d’incontri, realtà virtuali e quindi
si è creato un mondo parallelo
dove sono però i social la fanno da padroni. Nei casi più diffusi e gravi si
trascorrono molte ore della giornata difronte ad uno schermo, complice anche il
diffusissimo uso dei cellulari smart. IL risultato una forte dipendenza e conseguenze
a livello celebrale. L’escalation dei
disturbi come difficoltà a dormire, necessità di trascorrere sempre più
tempo sul web, mancanza di concentrazione, difficoltà a creare relazioni
sociali, quelle vere, disinteresse verso
altri tipi di attività pratiche e reali portano inesorabilmente alla depressione
e ansia.
Le generazioni dei più grandi e maturi ha trascorro una parte della
propria esistenza senza tutto questo mondo web ed è stata educata sul modo in
cui relazionarsi con gli altri, solo dopo piano piano si sono abituati ala
tecnologia con i relativi risvolti positivi e negativi. Per questa fascia i
disturbi registrati più presenti sono la competitività, l’aggressività, il timore
di non avere la situazione sotto controllo e un’iper eccitazione del cervello
causata dalla mancanza di tempo offline. Però purtroppo quelli più esposti ai
rischi peggiori sono i più piccoli quelli che sono già nati in questo mondo
social. Si concentrano meno, apprendono meno, memorizzano meno, tanto tutto il
mondo è in rete. Non sviluppano più quella parte del cervello che porta al ragionamento
e che è legata alla concentrazione. Una buona regola per adulti che bambini è quella che dovrebbero
passare massimo due ore al giorno davanti a uno schermo. Ma il fascino della tecnologia è irresistibile per
grandi e piccini.
Nella trama del film “Beata Ignoranza” ho rivisto quello che è un po’ la
storia delle moderne famiglie, dove si scontrano, almeno per il momento e fino
a quanto esisteranno, due modi differenti di percepire la vita. Due
mondi che s’incontrano e si scontrano tutti i giorni, ognuno nel tentativo di
far comprendere le proprie ragioni, come nella locandina del film, uno con il
libro e l’altro con il tablet. Eppure penso che il vero problema non
è lo strumento bensì, come in tutte le cose, l’uso che ne facciamo.
Chi è schiavo di gesti ripetitivi e ossessivi perde il contatto con ciò che ci
circonda dimenticando soprattutto, che esiste, oltre la rete, un mondo
tangibile, vero fatto di semplicità, bellezza e amore. Allora, come nel film,
anche leggere un libro sul divano, oppure fare una semplice passeggiata sul
Tevere, diventa un modo reale per incontrare se stessi e quella
realtà tangibile a volte dimenticata.
In Italia, per chi è ancora abbastanza lucido da rendersi conto dell’esistenza
del problema, esistono istituti dove curare l’Internet addiction. C’è il Centro per le psicopatologie da web del
Policlinico Agostino Gemelli di Roma oppure ancora un centro presso
l’ambulatorio dell’ospedale Molinette di Torino. La dipendenza dalla rete è una
patologia seria che si sta diffondendo a macchia d’olio e già il fatto che
venga aditati come patologia la dice lunga.
In effetti ogni estremizzazione è deleteria, quella che forse nel film citato è indicata con il termine
ignoranza. Il comprenderlo diventa l’occasione per ritrovarsi con se stessi e
con gli altri. Si diventa dipendenti
alla stesa stregua dei giocatori d’azzardo, di chi fa uso di droghe, alcol o
fumo.
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