Ho sempre diffidato, e diffido tutt'ora, di coloro
che ti chiamano subito amore, magari dopo una conoscenza che va avanti da circa
15 minuti. Penso che una persona così lo faccia per abitudine certamente con tutti e pertanto
la reputo una persona vuota e che non sa dare il giusto peso alle parole.
Poi ci sono quelli della stessa stirpe ma con i piedi
un po’ più per terra, un po’ più discreti e allora ti dicono “ti voglio bene” ad
ogni occasione. E’ la stessa cosa infondo. Se invece poi, anziché dirlo di
persona, ti scrivono messaggi o bigliettini di auguri diventa tutto più facile
e con le parole come ti amo, non si fa affatto economia. Secondo me questo
comportamento è qualcosa di insopportabile. Eppure in altri casi parole
dolcissime come “ti amo” o “ti voglio bene” spesso tardano ad arrivare, ma
quando arrivano sono vere, sincere, sentite. Molti danno a quelle parole una giusta e
straordinaria importanza, quella che meritano. Per pronunciarle è necessario
essere davvero sicuri di provare amore nei confronti di una persona, di
qualsiasi forma di amore sia.
Ora ci sono persone che hanno conosciuto l’amore ed
altre che non l’hanno ancora incontrato. Le prime potrebbero tentare di
spiegarlo mentre le seconde, se interpellate non sanno districarsi molto nel
discorso. Eppure penso che potrebbe anche accadere l’impossibile ovvero, che le
seconde lo avevano incontrato e non se ne erano accorte e le prime, che invece pensavano di averlo conosciuto, si rendo conto che sbagliavano solo quando l’incontrano
veramente. Si, solo a quel punto si rendono conto che erano in errore.
L’amore in
realtà non è solo quello verso il proprio partner. Si prova amore verso un
uomo, una donna, una genitore, un figlio, un amico, un animale o anche verso
qualcosa, in certi casi. Sono tante le forme di amore e variegate le forme di
espressione. Non per questo uno vale di più o di meno di altri. Ritengo
che sia un giudizio molto personale, se voglio implicitamente affermare di
averlo conosciuto davvero. Ma credo di si. Con la stessa convinzione con cui
credo di poter dire, sulla scorta della mia esperienza e di tutte le storie che
ho ascoltato negli anni, che l’amore è un sentimento carico, che travolge tutto
e che pervade in ogni parte, ma, di solito, non è mai ricambiato. Si amano
sempre persone sbagliate, che a loro volta amano altre persone sbagliate. Una catena senza fine.
Anche un altro concetto è valido cioè, poter dire che
voler molto bene a qualcuno, non significa amarlo. Anche voler bene tantissimo
non è amare. Ora non si può includere il significato di concetti così
complicati in poche parole, e diventa veramente difficile arrogarsi la
presunzione di poter dare un significato univoco, diventa poi ancora più
improbabile poter dire a qualcuno di non sapere cosa sia e di poter fare scuola
sull'argomento. Ci sono persone che amano in silenzio, altre sono più espansive
ed estroverse, altre amano in modo soffocante o ossessivo, alcuni in modo
superficiale, insomma ognuno a modo suo. Ognuno ha la sua personale visione di
questo complicato quanto mai stupendo sentimento. Volere bene forse è
apparentemente più semplice o forse più misurato, ma in realtà credo che non
sia proprio così. Anche ti voglio bene lo possiamo dire ad un figlio ad un
genitore ad una persona importante, ad un animale ad un amico, è difficile
comprendere la differenza o vedere la linea di confine tra i due
sentimenti. Ci pensiamo e lo desideriamo ardentemente tutti, per il semplice
fatto che lo riteniamo il cammino giusto per la felicità. E non ci sbagliamo
quando pensiamo che amare sia un attaccamento sano, indispensabile per stare al
mondo con gli altri e vivere la propria vita. Per qualche motivo, finiamo
spesso per confondere il voler bene con l’amare e non riusciamo coglierne la
differenza, sia quando siamo noi ad amare qualcuno, sia quando è qualcuno che
vuole bene a noi.
Quando amiamo qualcuno lo accettiamo per così
com'è, e restiamo sempre al suo fianco cercando di renderlo sempre felice, qualunque
sia la sua scelta, sia pur quella di andare via da noi, mentre quando vogliamo
bene a qualcuno vuole dire in qualche modo anche aspettarsi qualcosa da lui per
il bene che gli doniamo, vogliamo un po’ possedere l’altro, per colmare quello
che forse ci manca dentro e che non sappiamo cos'è. In conclusione voglio dire che il mio
pensiero in merito è che entrambi sono sentimenti necessari e positivi nelle
vita di tutti. Per molti punti di vista viaggiano di pari passo con le loro innumerevoli
sfaccettature. Forse vengono confusi perché sono talmente simili e si differenziano
solo per un piccolo tratto che fa tanta differenza. Amare, in qualsiasi sua
forma, vuol dire dare tutto di se stessi all'altro, senza aspettarsi nulla in
cambio ed accettando ogni vizio, difetto o volontà, anche quella di non voler essere
presente, mentre, in un rapporto in cui si vuole bene, l’amore ha una forma un po’
più possessiva dove si è si disposti a dare molto di se stessi, ma in cambio si
pretende più o meno di essere altrettanto ricambiati, in qualche modo. L’amore è l’antitesi del possesso,
caratterizzato da generosità e libertà, caratteristiche che oggi pare lo rendano un sentimento mal visto. Svenduto a
significati utilitaristici, fino a trasformarlo in una gabbia di costrizioni, contratti, regole e
doveri, che sono le catene dell’amore.
Molti confondono l’amore col
possesso. Amore e possesso non possono essere compatibili per
natura, e questa forzatura di visione delle cose, poi spesso, sfocia in quei drammi
che avvelenano tante storie con il medesimo triste epilogo. Si ama senza averlo deciso prima e si ama qualcuno anche senza un domani. Voler bene non è amare, ma AMARE vuol dire anche voler bene tantissimo. Che casino!
Una
buona visione sul pensiero dell’amore, così come mi è stato suggerito, l’ha
fornita Antoine de Saint-Exupéry, nel celebre libro Il Piccolo Principe, facendo
chiarezza sulla differenza, secondo il suo punto di vista, tra il Voler Bene e l’Amare.
Qui di seguito un tratto:
IL
PICCOLO PRINCIPE
“Ti amo” – disse
il Piccolo Principe.
“Anche
io ti voglio bene” – rispose la rosa.
“Ma
non è la stessa cosa” – rispose lui. – “Voler bene significa prendere
possesso di qualcosa, di qualcuno. Significa cercare negli altri ciò che
riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia. Voler bene significa rendere
nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché
sentiamo che ci manca qualcosa”.
Voler bene significa sperare,
attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non
siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci
corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi.
Se
vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona
non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta
probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come
vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere
umano è un universo a sé stante.
Amare significa desiderare
il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere
all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È
un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi
completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.
Quando
una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver
voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si
può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci
offriamo totalmente senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice
piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera
disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza.
Possiamo
amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare
la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare.
Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace,
quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la
rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri.
Amare significa confidare
pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché
non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di
una silenziosa compagnia.
Amare significa che
non cambieremo né con il tempo né con le tormente né con gli inverni.
Amare è attribuire
all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner,
padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere
che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne
esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto
quell’amore, bisogna aprire il cuore e
lasciarsi amare.
“Adesso ho capito” – rispose la rosa dopo una lunga
pausa
“Il Meglio è viverlo” – le consiglio il Piccolo
Principe.
Secondo te, che cosa
significa amare?
Ti voglio bene e una frase speciale
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