Per dipendenza s’intende un'alterazione del comportamento umano che trasforma
una semplice o comune abitudine in una ricerca esagerata e patologica del
piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano in una
condizione addirittura patologica. In pratica l'individuo dipendente tende a
perdere la capacità di controllo su una sua abitudine, rendendola esasperata, pertanto si arriva a considerare la dipendenza come una malattia e
viene concepita come una patologia cronica del cervello. Solitamente questo
termine viene, in modo sottinteso, utilizzato e riservato per l'uso sconsiderato
delle sostanze stupefacenti, oppure il gioco d'azzardo, le sigarette, l’alcol.
Tuttavia, con il mutare delle epoche e quindi delle abitudini, nascono nuove
dipendenze quali quella da internet, che sta emergendo e preoccupando tanti, o
ancora di più, anche la più discussa del momento, che è quella da cibo. Infatti può
capitare a tutti di desiderare fortemente un determinato cibo, senza riuscire a
farne a meno, tanto da soddisfare fortemente il nostro piacere e spingerci a
chiedere: staro diventando dipendente?
Le DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) sono più diffuse di quanto
non sembri anche se sono poco citate, in quanto non ancora ritenute
inquietanti. A volte si lavora troppo, ci si arrabbia più del dovuto, si devono
affrontare momenti difficili e si mangia molto più del dovuto. Come dicono i
più anziani “ci si sfoga sul cibo”. Per questo motivo si sta diffondendo, di pari passo, un nuovo fenomeno che è la diffusione di sovrappeso e la crescente
obesità al quale assistiamo inermi, oggi, in tutto il mondo, e che ci fa porre
molte domande sul perché sia cosi difficile contrastare questi dilaganti
fenomeni. Il problema diventa ancora più preoccupante se si considera che
risulta altrettanto importante e dilagante oggi il fenomeno della maniacalità
dell’aspetto fisico impeccabile, indice di successo. Molte dipendenze quali
l’alcol, il fumo, le droghe pesanti e leggere vengono spesso attribuite
allo stress, ma oggi si è certi che le dipendenze chimiche hanno meno influenza
di quelle ambientali. Lo prova il fatto che le riabilitazioni, in questi casi,
funzionano nelle persone che, risolta la dipendenza dalla sostanza (fumo,
alcol, cocaina ecc.), riescono a cambiare situazioni ed ambiente.
Storicamente la medicina ha dato poco spazio alle neuroscienze per cercare
di contrastare questo fenomeno, perché forse si riteneva, erroneamente, che solo le sostanze
veramente forti, in grado di scatenare un piacere intenso, potessero creare
dipendenza ed il cibo era considerato, comunque, troppo debole per provocare
una dipendenza. Però, i nuovi modelli sperimentali e le continue ricerche
sull'argomento, accompagnate dai dati statistici, dimostrano con sempre maggior
evidenza che la dipendenza da cibo esiste ed inizia a preoccupare gli esperti. In alcuni
casi, quelli più cronici si può anche arrivare a parlare di fame nervosa,
ovvero quella situazione in cui l’organismo, indipendentemente dal senso di
sazietà, ricerca il cibo anche fuori pasto o addirittura durante la notte, perché la fame in questo caso arriva quando il nostro corpo non ha effettiva
necessità di nutrirsi, ma è solo spinto dalla necessità di emozioni.
Già vent'anni fà ci furono delle prime ricerche, eseguite da un ricercatore
di origine italiane, che dimostrarono, su modelli sperimentali, che in caso di
dipendenza da zucchero nel cervello, avvengono modifiche simili a quelle di
molte altre dipendenze. Questi dati oggettivi risultarono
attendibili. In laboratorio, esperimenti svolti su animali hanno certificato l'esistenza
della dipendenza da cibo ricercando i sintomi provati da una crisi di
astinenza., sospendendo improvvisamente la disponibilità di zucchero, crisi che
poi si risolveva, immediatamente, una volta che vi era nuovamente disponibilità
di zucchero. L’esistenza della dipendenza da cibo è stata dimostrata sia per
quanto riguarda l’utilizzo di cibi ricchi di zuccheri sia per quelli ricchi di
grassi che possono essere sia dolci che salati, mediamente più gli
alimenti sono appetibili più risulta difficile controllare il
desiderio del piacere. Secondo gli esperti quando vi è vera dipendenza ci vuole
almeno un mese per disintossicarsi dalla dipendenza dal salato e oltre due mesi
per disintossicarsi dalla dipendenza dal dolce. In tutto questo
meccanismo di dipendenza, i soggetti che poi attraversano momenti di
particolare vulnerabilità o delicatezza emotiva incrementano il rischio di
abuso in modo esponenziale. Infatti, scherzosamente, si dice di chi mangia tanto
cioccolato, che probabilmente ha carenza di affetto. Forse non è tanto falso!
Certamente il fenomeno delta dipendenza da cibo non
può spiegare in modo esaustivo il problema dell'obesità, tuttavia è molto
difficile da contrastare. Forse nelle altre forme di dipendenza il fenomeno è
leggermente più facile da combattere. Infatti, con le buone o con le maniere
forti, si può combattere la dipendenza innanzitutto con l’astensione
all'oggetto della dipendenza (droga, alcool, gioco), ma con il cibo questo non
è completamente possibile perché mangiare è necessario per vivere, ed è
altrettanto necessario per la salute. Però è anche vero che il cibo è il carburante del
nostro corpo. Il nostro cervello è
sempre in azione e fa funzionare i pensieri, i movimenti, la respirazione, i sensi.
Questo significa che il cervello è un rifornimento costante di carburante e che
il carburante deriva dagli alimenti che mangiamo. Come una macchina costosa, il
cervello funziona meglio se solo carburante di prima qualità. Mangiare cibi di
alta qualità che contengono molte vitamine, minerali e antiossidanti nutre il
cervello e lo protegge dallo stress ossidativo.
Sfortunatamente, proprio come una macchina costosa, il cervello può
essere considerato come qualcosa di diverso. Il basso costo, come quello che si
ottiene dagli alimenti trasformati o raffinati, arriva al cervello e ha poca capacità di
liberarsene. Le diete ricche di zuccheri raffinati, ad esempio, sono dannose
per il cervello. Oltre a peggiorare la regolazione dell'insulina da parte del
corpo, promuovono anche l'infiammazione e lo stress ossidativo. Studi multipli
hanno trovato una correlazione tra una dieta ricca di zuccheri raffinati e
funzionalità cerebrale compromessa e persino un peggioramento dei sintomi di
disturbo dell'umore, come la depressione. Il consiglio più spontaneo è quello
di prendere atto dell’esistenza del problema e farsi aiutare da persone
competenti che siano in grado di scriver un programma alimentare
adatto ad ogni individuo, in modo da guidare nello svolgimento di una dieta
giornaliera equilibrata. In definitiva è meglio impostare fin da subito un
rapporto sano con il cibo e non cadere nelle dipendenze. Link:
https://provaariflettere.blogspot.com/2018/04/si-parla-sempre-peso-sovrappeso.html
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