SE TU MI DIMENTICHI DI PABLO NERUDA

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https://amzn.to/4fqTRI6 Questa splendida poesia di Pablo Neruda esplora i temi dell’amore e della perdita con una grande profondità. Qui Neruda cattura la fragile bellezza dell’amore, mettendo in luce la delicatezza del legame tra due persone. La poesia si apre intimamente con: “Voglio che sappia una cosa” coinvolgendo il lettore Descrive come ogni cosa intorno a lui lo conduca al pensiero della persona amata. La luna, il ramo rosso d’autunno, e la legna vicino al fuoco diventano simboli della sua connessione profonda con lei. Neruda prosegue con una potente immagine di trasformazione e adattamento: “leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.” Questo passaggio mostra la capacità di rinascere e trovare nuovi orizzonti anche dopo una separazione, tuttavia, la poesia culmina con una promessa di amore eterno e incondizionato se l’amata sente che il suo destino è con lui. Questa è una poesia che esplora la complessità dell’amore e ci offre una riflessione sin

IL PROBLEMA DELLA SOVRAPPOPOLAZIONE

sovrappopolazione come formiche

Sulla nostra terra viviamo già in qualche miliardo di persone e nei prossimi anni saremo ancora di più. Quando parliamo di miliari di persone viene subito in mente la Cina, dove sono già in tanti, ma il problema non è solo relativo a loro. In effetti dobbiamo pensare che mentre noi svolgiamo una qualsiasi attività, come mangiare, parlare, leggere, dormire, da qualche parte c’è qualcuno che sta nascendo. In pratica è stato stabilito che ogni secondo sulla terra c’è una crescita di oltre 2 persone. 

E' vero che a fare la differenza vi è il dato relativo alle morti che avvengono ogni secondo. Da una parte si parla di invecchiamento di alcune popolazioni, ma  ciò nonostante, la corsa delle crescita pare non fermarsi. Si parla spesso delle problematiche globali, come i cambiamenti climatici, l’inquinamento del pianeta, lo sfruttamento della terra, le ondate migratorie, le cementificazione selvagge, la deforestazione, l’estinzione animale, la scarsità delle risorse. Tanti problemi forse collegati in qualche modo all'esplosione della popolazione umana sul pianeta, che dalla rivoluzione industriale in poi è aumentata con crescite significative a volte considerati preoccupanti. Ci sono voluti molti anni per arrivare a contare un miliardo di persone, oggi siamo oltre i 7 miliardi, mica pochi. Stiamo crescendo tantissimo. Il noto economista Kenneth Ewart Boulding che è stato anche un pacifista e poeta inglese naturalizzato statunitense affermava che: “Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito, in un mondo infinito, è un pazzo oppure un economista” e se lo diceva lui! A discapito di questo problema oggi vi è anche il problema della longevità che moltiplica l’incognita demografica. Oggi la vita è certamente cambiata in meglio, ma ogni medaglia ha un suo rovescio. La storia ci insegna che un tempo a calmierare il sovraffollamento della terra vi erano altri fenomeni negativi come le guerre, le malattie, le pestilenze, le carestie, che regolavano il rapporto tra la popolazione e le risorse necessarie per la sua sussistenza.
Uno dei primi problemi, certamente determinanti è quello della sussistenza. Con una popolazione sempre in crescita ci sarà sempre da mangiare per tutti? Continuano le sperimentazioni per la nutrizione ricavata dai mari, l’impiego dei nuovi cibi, ma forse si arriverà comunque ad un punto dove non ci sarà da mangiare per tutti gli abitanti. Secondo le stime FAO, la Terra potrebbe dare nutrimento a 20 miliardi di persone però vi è certamente il problema nella povertà e nella distribuzione del cibo. In un rapporto di tre studiosi dell’Onu, George Martine, José Miguel Guzman e Daniel Schensul, viene sottolineato come negli ultimi vent'anni il tasso di crescita annuo della popolazione mondiale va in discesa, mentre è sempre in crescita costante la produzione di cibo. Quindi il problema del cibo c’è, ma non è basato tanto sulla quantità di cibo quanto piuttosto su di un accesso ineguale al cibo per tutti e una distribuzione sbagliata, perché poi in effetti la terra, almeno per il momento, non sta esaurendo le risorse alimentari. Al sovraffollamento terrestre hanno contribuito molti e variegati fattori. Ne indichiamo, per praticità solo alcuni:
  • l’impiego della tecnica e programmazione intervenuta pesantemente nella gestione dell’agricoltura, della pesca, nel trasporto delle risorse energetiche;
  • lo sviluppo della medicina che ha prolungato la vita;
  • il costume di fare molti figli nei paesi più disagiati e poco sviluppati, in quanto rappresentano l’unica garanzia di assistenza laddove la previdenza e lo stato sociale non riesce a garantire niente.
Quello della procreazione incontrollata o smisurata è un altro dei problemi critici. Certamente ci vorrebbero dei programmi adeguati e su misura per il controllo delle nascite nei paesi poveri o in via di sviluppo, che sono quelli più a rischio dove a volte non vi sono freni, così come è stato fatto o per lo meno avviato in India negli anni Settanta, garantendo sussidi, aiuti di ogni genere e benefici economici a tutti coloro che si dimostravano favorevoli a sottoporsi a sterilizzazione. Sembrerebbe una cosa sbagliata, disumana e contro natura, ma a volte le scelte sono difficili, sopratutto quelle importanti. Quando vi è un allarme grave vanno necessariamente intraprese dai vari organismi e agenzie internazionali, delle campagne idonee per contenere la crescita demografica. Questi sono scenari drastici su cui riflettere e non proposte immorali su cui scagliarsi additandoli come disastri ecologici e sociali. Oggi, ad abitare la Terra siamo in 7 miliardi e mezzo, ma la crescita della popolazione è diventata tumultuosa solo a partire dalla Rivoluzione industriale (metà dell'Ottocento). Cento anni fa il pianeta contava due miliardi di persone, e ancora diciassette anni fa eravamo sei miliardi. A questo punto qualche domanda ce la dobbiamo porre oppure no?
La politica sorda e la cecità dei media, esposta alle opinioni di tutti gli altri, è ben visibile e mette in evidenza come quasi tutti i problemi del mondo abbiano una causa comune identificabile nella sovrappopolazione umana della terra. Se vogliamo riflettere su questo non si potrà che non giungere alla conclusione che una popolazione eccessiva (sovrappopolazione) rende tutto più difficile e complica infinitamente i problemi, tanto da ingigantirli fino a renderli irrisolvibili.
Concludo questo post con una frase detta da Papa Francesco nel gennaio dell’anno 2015: “Essere cattolici non significa fare figli come conigli”.

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