Sulla nostra terra viviamo già in qualche
miliardo di persone e nei prossimi anni saremo ancora di più. Quando parliamo
di miliari di persone viene subito in mente la Cina, dove sono già in tanti, ma il
problema non è solo relativo a loro. In effetti dobbiamo pensare che mentre noi
svolgiamo una qualsiasi attività, come mangiare, parlare, leggere, dormire, da qualche
parte c’è qualcuno che sta nascendo. In pratica è stato stabilito che ogni
secondo sulla terra c’è una crescita di oltre 2 persone.
E' vero che a fare la differenza vi è il dato relativo alle morti che avvengono ogni secondo. Da una parte si parla
di invecchiamento di alcune popolazioni, ma ciò nonostante, la corsa delle crescita pare non fermarsi.
Si parla spesso delle problematiche globali, come i cambiamenti climatici, l’inquinamento
del pianeta, lo sfruttamento della terra, le ondate migratorie, le cementificazione
selvagge, la deforestazione, l’estinzione animale, la scarsità delle risorse. Tanti problemi forse collegati in qualche
modo all'esplosione della popolazione umana sul pianeta, che dalla rivoluzione
industriale in poi è aumentata con crescite significative a volte considerati
preoccupanti. Ci sono voluti molti anni per arrivare a contare un miliardo di
persone, oggi siamo oltre i 7 miliardi, mica pochi. Stiamo crescendo
tantissimo. Il noto economista Kenneth Ewart Boulding che è stato anche un
pacifista e poeta inglese naturalizzato statunitense affermava che: “Chi crede
che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito, in un mondo infinito, è un pazzo oppure un economista” e se lo diceva lui! A discapito di questo
problema oggi vi è anche il problema della longevità che moltiplica l’incognita
demografica. Oggi la vita è certamente cambiata in meglio, ma ogni medaglia ha
un suo rovescio. La storia ci insegna che un tempo a calmierare il
sovraffollamento della terra vi erano altri fenomeni negativi come le guerre, le
malattie, le pestilenze, le carestie, che regolavano il rapporto tra la
popolazione e le risorse necessarie per la sua sussistenza.
Uno dei primi problemi, certamente determinanti è quello della sussistenza. Con una popolazione sempre in crescita ci sarà
sempre da mangiare per tutti? Continuano le sperimentazioni per la nutrizione
ricavata dai mari, l’impiego dei nuovi cibi, ma forse si arriverà comunque ad
un punto dove non ci sarà da mangiare per tutti gli abitanti. Secondo le stime
FAO, la Terra potrebbe dare nutrimento a 20 miliardi di persone però vi è
certamente il problema nella povertà e nella distribuzione del cibo. In un
rapporto di tre studiosi dell’Onu, George Martine, José Miguel Guzman e Daniel
Schensul, viene sottolineato come negli ultimi vent'anni il tasso di crescita annuo
della popolazione mondiale va in discesa, mentre è sempre in crescita costante la
produzione di cibo. Quindi il problema del cibo c’è, ma non è basato tanto sulla quantità di cibo quanto piuttosto su di un accesso ineguale al cibo per tutti e
una distribuzione sbagliata, perché poi in effetti la terra, almeno per il
momento, non sta esaurendo le risorse alimentari. Al sovraffollamento terrestre hanno
contribuito molti e variegati fattori. Ne indichiamo, per praticità solo
alcuni:
- l’impiego della tecnica e programmazione intervenuta
pesantemente nella gestione dell’agricoltura, della pesca, nel trasporto delle
risorse energetiche;
- lo sviluppo della medicina che ha prolungato
la vita;
- il costume di fare molti figli nei paesi più
disagiati e poco sviluppati, in quanto rappresentano l’unica garanzia di
assistenza laddove la previdenza e lo stato sociale non riesce a garantire
niente.
Quello della procreazione incontrollata o
smisurata è un altro dei problemi critici. Certamente ci vorrebbero dei programmi
adeguati e su misura per il controllo delle nascite nei paesi poveri o in via
di sviluppo, che sono quelli più a rischio dove a volte non vi sono freni,
così come è stato fatto o per lo meno
avviato in India negli anni Settanta, garantendo sussidi, aiuti di ogni genere
e benefici economici a tutti coloro che si dimostravano favorevoli a sottoporsi
a sterilizzazione. Sembrerebbe una cosa sbagliata, disumana e contro natura, ma a volte le scelte sono
difficili, sopratutto quelle importanti. Quando vi è un allarme grave vanno necessariamente intraprese dai
vari organismi e agenzie internazionali, delle campagne idonee per contenere la
crescita demografica. Questi sono scenari drastici su cui riflettere e non
proposte immorali su cui scagliarsi additandoli come disastri ecologici e
sociali. Oggi, ad abitare la Terra siamo in 7 miliardi
e mezzo, ma la crescita della popolazione è diventata tumultuosa solo a partire
dalla Rivoluzione industriale (metà dell'Ottocento). Cento anni fa il pianeta
contava due miliardi di persone, e ancora diciassette anni fa eravamo sei
miliardi. A questo punto qualche domanda ce la dobbiamo porre oppure no?
La politica sorda e la cecità dei media, esposta alle opinioni di tutti gli altri, è ben visibile e mette in evidenza come
quasi tutti i problemi del mondo abbiano una causa comune identificabile nella
sovrappopolazione umana della terra. Se vogliamo riflettere su questo non si potrà
che non giungere alla conclusione che una popolazione eccessiva
(sovrappopolazione) rende tutto più difficile e complica infinitamente i
problemi, tanto da ingigantirli fino a renderli irrisolvibili.
Concludo questo post con una frase detta da
Papa Francesco nel gennaio dell’anno 2015: “Essere cattolici non significa fare
figli come conigli”.
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