Conosco qualcuno, più di qualcuno, che vive,
o per lo meno ha vissuto per anni, con il freno a mano tirato, solo per la
grande paura di schiantarsi, e alla fine ha ingrippato il motore della sua
vita. Qualcuno tra questi poi è riuscito anche a ripararlo quel motore
malandato ed ora cammina nuovamente, con la speranza che da quell'esperienza ne
abbia tratto una buona lezione. Forse la maggior parte di noi ha lo stesso
atteggiamento, solitamente per paura. Però io
non mi do per vinto perché coltivo la
speranza.
Penso che tutti noi abbiamo delle nostre
peculiarità e delle nostre potenzialità, a volta la differenza sta nel saper
sfruttare quello che abbiamo o nell'aver il coraggio di farlo. In tutti noi
risiede qualcosa di meraviglioso, ognuno con le proprie capacità. Siamo tutti
dei campioni in qualcosa, qualcuno trova la fortuna di metterlo in mostra,
altri sbagliano indirizzo, certi altri non trovano il coraggio necessario per lanciarsi. Un po’
come se avessimo l’occasione di guidare un bolide, ma manteniamo il piede sul
freno anziché spingere sull'acceleratore. Molte persone vivono una viva di insoddisfazioni,
per tutto quello che accade, ma questa non accettazione, diventa consuetudine
di presenza nel tempo, e si spreca così tutto il tempo a palesarne il dissenso.
Quando si vive nella “non accettazione” della vita così com'è, inevitabilmente
si sprecano invano energie vitali che potrebbero fruttare altro. Sarà
forse una cosa banale, una cosa che tutti sanno, che tutti dicono, eppure, la
maggior parte della gente vive così. Si tende a vivere di aspettative, a
lamentarsi delle cose non vanno, ad opporre resistenza nei confronti di ciò che
non volevamo accadesse nella nostra vita, ma quasi mai a tentare di fare quello
in cui crediamo, pur di cambiarle. Chissà perché?
E come conseguenza accumuliamo stress,
disturbi, inconsapevolezza, disagi di diverso tipo. Tutto a causa di una non
accettazione di un qualcosa. Nonostante lo stress di questo malessere, e di
tutti i disagi che ne derivano, continuiamo a vivere sotto uno sforzo continuo,
lamentandoci di tutto. Ci lamentiamo dei politici, della mancanza del lavoro,
dei figli, della sanità, di questo, di quello, di quell'altro, il tutto senza
fare niente di concreto per cambiare le cose. Solo lamentele per ciò che non è.
La vita è fatta per essere vissuta, senza troppi sforzi, e non per impegnarci
in una lotta ad oltranza pur di sopravvivere. Dobbiamo renderci conto che noi siamo
gli autori della nostra vita e che ogni esperienza, anche negativa, arriva sempre
per darci un insegnamento, quindi dobbiamo accettare e capire che la vita
va presa così com'è. Non può essere una eterna lotta contro tutti e tutto.
Dopotutto è anche vero che la vita è ciò che
di lei noi pensiamo. Si trascorre una vita di sofferenza quando interpretiamo
un qualcosa o qualcuno in modo dissonante rispetto a quello che è. Se invece si
è in risonanza con la vita, tutto va per il meglio. Se siamo sempre in lotta con
tutti e tutto pur di andare avanti, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Non
accettare la realtà porta solo ad una lunga sofferenza. Quello che invece
possiamo fare, se abbiamo possibilità di cambiare o migliorare qualcosa, è
prendere in mano la situazione e rimboccarci le maniche pensando alle cose da
fare. Solo se siamo lucidi riusciamo ad analizzare il problema che ci assilla e
ad affrontarlo adeguatamente. Il nostro modo di pensare è causa delle nostre
sofferenze, la colpa non è della vita. Siamo noi che resistiamo agli eventi
invece di accoglierli così come ci arrivano. Purtroppo vi sono cose che non si
possono cambiare e quindi è più conveniente accettarle così come sono. Se accettiamo
una situazione senza opporvi resistenza, subiamo una trasformazione interiore che
poterà giovamento nella nostra vita.
Gli stati di ansia invece, rovinano la nostra vita e ci impediscono di
viverla con leggerezza. Devi imparare a riconoscere e gestire l'ansia se vuoi
essere "leggero" sia nel tuo modo di vivere che in quello di pensare.
Devi imparare a mettere da parte le preoccupazioni soprattutto se sono
totalmente inutili, perché a volte è più utile anche preoccuparsi un po',
magari per una persona cara che sta male, o per un esame che non sappiamo se
supereremo, o ancora per il posto di lavoro, ma per il resto spesso è
pleonastico. Bisogna saper dare il giusto peso alle cose senza focalizzarti
sulle cose materiali e passeggere e se si riesce a trovare questo equilibrio è
possibile vivere la vita con più leggerezza.
Tutto questo non vuol dire diventare delle spugne inermi che accettano
tutto e subiscono tutto in modo passivo. Accettare, ci aiuta a limitare lo
spreco di energie inutili, che si verificherebbe invece, se volessimo opporci
ad oltranza. Accettando in questo modo, possiamo sperare di cambiare una
situazione a nostro vantaggio. In qualche modo la vita è gioia e soddisfazione.
Possiamo parlare di qualcosa che abbiamo imparato senza metterlo in atto,
ovvero fare filosofia, altrimenti possiamo cercare di mettere al servizio della
nostra conoscenza anche l’esperienza e questa diventa saggezza.
Dal
film “COSÌ È LA VITA” di Aldo Giovanni e Giacomo:
Giacomo:
Sai com’è la vita, capitano delle cose più grosse di te e devi prendere delle
decisioni, un po’ come il bivio di prima, ti ricordi, “Che faccio? Vado a
destra o vado a sinistra?” E lì se non stai attento rischi di sbagliare, rischi
di prendere la strada sbagliata.
Giovanni:
E tu l’hai presa in pieno, contromano!
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