8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

ADOLESCENTI E SUICIDIO

SUICIDIO

Negli ultimi anni il suicidio è diventato, soprattutto tra gli adolescenti, una della cause di morte più importanti. E’ senza ombra di dubbio un fenomeno serio e sconvolgente che prende i ragazzi di grandi e piccoli paesi, che scelgono esecuzioni sempre più varie. Il suicidio di un adolescente, ogni volta che accade, spiazza sempre chiunque, a prescindere da ceto, cultura, razza, religione, perché non vi sono “apparentemente” segnali premonitori. Spesso sono i giovani, “che hanno tutto”, quelli più esposti, perché forse non è ciò che gli manca di materiale a spingerli,  è la disperazione di non avere “qualcosa”, che uccide, l’assenza di desiderio;  quella che ogni giorno ti riempie il cuore e ti fa andare avanti che ad un tratto viene a mancare. 

Ma come si sentono poi i genitori, i parenti, gli amici più stretti, tutti quelli che avrebbero potuto capire in tempo. A volte giudichiamo il comportamento di un adolescente, come una cretinata, una fissazione, una mania, un capriccio, e timbriamo il tutto con semplicità. Quel marcare le loro sofferenze, in modo semplicistico può essere l’ultima folata che li spinge a scegliere la via più drammatica. Ora il fenomeno si sta diffondendo sempre di più. Negli Stati Uniti, in Russia  e non solo c’è allarmismo per tutto questo. Si stanno raddoppiando i casi di autolesionismo e "pensieri di suicidio" tra i minori. L’ultimo studio della Pediatric Academic Societies, ha dimostrato che nell’ultimo decennio si è arrivati quasi a 120 casi. La ricerca è stata presentata in di recente a San Francisco e si basa sui numeri dei ricoveri di minori, tra l’anno 2008 e 2015. Sono tanti numeri anche se dietro ad ogni numero c’ìè la storia di qualcuno. Un adolescente finito in ospedale per autolesionismo o pensieri di suicidio, proprio quando dovrebbe essere più felice e spensierato. Gli aumenti significativi sono stati osservati in tutte le fasce d'età, ma con picchi più elevati tra gli adolescenti. Il 65% dei casi studiati riguardano minori con pensieri o azioni suicide tra i 15 ed i 17 anni, mentre il 36,9 per cento  ha tra i 12 ed i 14 anni. Chi si occupa dello studio del fenomeno sostiene che i dati della ricerca  confermano tra le cause del fenomeno la pressione del cyberbullismo e dello stress da social media che sta galoppando in modo esponenziale. Pensiamo agli ultimi casi di adolescenti vittime del noto “game” blu whale, che ha prima preso piede in Russia per diffondersi in tutti gli altri stati. 
Questi episodi sono solo una parte di quelli che accadono e sono accaduti. La famiglia e la scuola e i grandi in genere devono esercitare una attenta azione di controllo se un adolescente manifesta anche deboli segnali di disagio. Come già detto mai dare per scontato o banalizzare perché è anche dimostrato che coloro che hanno tentato il suicidio morirà di morte violenta comunque entro i 10 anni successivi. Non è un semplice caso. Certo che non è facile prevedere azioni di questo tipo ma bisogna cercare di individuare subito i soggetti e le situazioni a rischio, perché è estremamente difficile che un ragazzo si tolga la vita in stato di completo benessere. Il suicidio avviene usualmente a seguito di un fattore precipitante abbastanza importante che ha un potenziale traumatico particolarmente rilevante per l’adolescente. L l’adolescente che tenta il suicidio è in quel momento incapace di effettuare un adeguato esame di realtà e che, nonostante stia progettando o mettendo in pratica azioni al fine di uccidersi, non abbia una corretta percezione del fatto che l’azione che sta per compiere può determinare la sua morte, per una sorta di ingenuità infantile. Spesso è la fragilità narcisistica degli adolescenti che li spingono al suicidio per il dolore derivato dall'insuccesso in qualcosa, dalla mortificazione, dall'abbandono amoroso, dal bullismo dei coetanei, dall'inadeguatezza. L’insuccesso scolastico, lo scherno degli amici, la lite con l’amico del cuore, i  gravi litigi familiari possono essere acquisiti  dall'adolescente fragile, come una vergogna difficile, che repentinamente apre la strada a sconvolgenti vissuti di umiliazione, fino alla depressione e all'insostenibile stato di umiliazione. Il suicidio di un adolescente è sempre un evento terrificante per tutti, difficile da metabolizzare e perdonare. I primi sono solitamente i genitori che sono le vittime di quella tremenda decisione. A seguire vengono gli amici più intimi e fidati dovranno lavorare a lungo su quella perdita inspiegabile e sul rifiuto di condividerne i motivi, che in alcuni casi può portare per induzione all'emulazione.

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