Negli
ultimi anni il suicidio è diventato, soprattutto tra gli adolescenti, una della
cause di morte più importanti. E’ senza ombra di dubbio un fenomeno serio e
sconvolgente che prende i ragazzi di grandi e piccoli paesi, che scelgono
esecuzioni sempre più varie. Il suicidio di un adolescente, ogni volta che
accade, spiazza sempre chiunque, a prescindere da ceto, cultura, razza,
religione, perché non vi sono “apparentemente” segnali premonitori. Spesso
sono i giovani, “che hanno tutto”, quelli più esposti, perché forse non è ciò che
gli manca di materiale a spingerli, è la
disperazione di non avere “qualcosa”, che uccide, l’assenza di desiderio;
quella che ogni giorno ti riempie il cuore e ti fa andare avanti che ad un
tratto viene a mancare.
Ma come si sentono poi i genitori, i parenti, gli amici
più stretti, tutti quelli che avrebbero potuto capire in tempo. A volte
giudichiamo il comportamento di un adolescente, come una cretinata, una
fissazione, una mania, un capriccio, e timbriamo il tutto con semplicità.
Quel marcare le loro sofferenze, in modo semplicistico può essere l’ultima
folata che li spinge a scegliere la via più drammatica. Ora
il fenomeno si sta diffondendo sempre di più. Negli Stati Uniti, in Russia e non solo c’è allarmismo per tutto questo. Si
stanno raddoppiando i casi di autolesionismo e "pensieri di suicidio"
tra i minori. L’ultimo studio della Pediatric Academic Societies, ha dimostrato
che nell’ultimo decennio si è arrivati quasi a 120 casi. La ricerca è stata
presentata in di recente a San Francisco e si basa sui numeri dei ricoveri di
minori, tra l’anno 2008 e 2015. Sono tanti numeri anche se dietro ad ogni
numero c’ìè la storia di qualcuno. Un adolescente finito in ospedale per
autolesionismo o pensieri di suicidio, proprio quando dovrebbe essere più
felice e spensierato. Gli aumenti significativi sono stati osservati in tutte
le fasce d'età, ma con picchi più elevati tra gli adolescenti. Il 65% dei casi
studiati riguardano minori con pensieri o azioni suicide tra i 15 ed i 17 anni,
mentre il 36,9 per cento ha tra i 12 ed i 14 anni. Chi si occupa dello
studio del fenomeno sostiene che i dati della ricerca confermano tra le cause del fenomeno la
pressione del cyberbullismo e dello stress da social media che sta galoppando in
modo esponenziale. Pensiamo agli ultimi casi di adolescenti vittime del noto “game”
blu whale, che ha prima preso piede in Russia per diffondersi in tutti gli
altri stati.
Questi
episodi sono solo una parte di quelli che accadono e sono accaduti. La famiglia
e la scuola e i grandi in genere devono esercitare una attenta azione di
controllo se un adolescente manifesta anche deboli segnali di disagio.
Come già detto mai dare per scontato o banalizzare perché è anche dimostrato
che coloro che hanno tentato il suicidio morirà di morte violenta comunque
entro i 10 anni successivi. Non è un semplice caso. Certo
che non è facile prevedere azioni di questo tipo ma bisogna cercare di individuare
subito i soggetti e le situazioni a rischio, perché è estremamente difficile
che un ragazzo si tolga la vita in stato di completo benessere. Il suicidio
avviene usualmente a seguito di un fattore precipitante abbastanza importante che
ha un potenziale traumatico particolarmente rilevante per l’adolescente. L
l’adolescente che tenta il suicidio è in quel momento incapace di effettuare un
adeguato esame di realtà e che, nonostante stia progettando o mettendo in
pratica azioni al fine di uccidersi, non abbia una corretta percezione del
fatto che l’azione che sta per compiere può determinare la sua morte, per una
sorta di ingenuità infantile. Spesso è la fragilità narcisistica degli
adolescenti che li spingono al suicidio per il dolore derivato dall'insuccesso in qualcosa, dalla mortificazione, dall'abbandono amoroso, dal bullismo dei
coetanei, dall'inadeguatezza. L’insuccesso scolastico, lo scherno degli amici,
la lite con l’amico del cuore, i gravi
litigi familiari possono essere acquisiti dall'adolescente fragile, come una vergogna
difficile, che repentinamente apre la strada a sconvolgenti vissuti di
umiliazione, fino alla depressione e all'insostenibile stato di umiliazione. Il
suicidio di un adolescente è sempre un evento terrificante per tutti, difficile
da metabolizzare e perdonare. I primi sono solitamente i genitori che sono le
vittime di quella tremenda decisione. A seguire vengono gli amici più intimi e
fidati dovranno lavorare a lungo su quella perdita inspiegabile e sul rifiuto
di condividerne i motivi, che in alcuni casi può portare per induzione all'emulazione.
E' difficile conquistare la fiducia di un adolescente!
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