Penso che oramai siamo in una situazione di
parità sostanziale nei generi, anche se alcune donne continuano a negarlo.
Forse ci sono ancora dei passi da fare per il perseguimento del fine, ma le
coscienze delle giovani generazioni, le danno anche per scontate. Bisogna
sempre lottare per i diritti acquisiti
altrimenti vanno persi, ma intanto sono stati acquisiti. Penso si possa affermare
di vivere in una diffusa cultura di genere. Lo donne ha già diffuso e
dimostrato, facendole conoscere a tutte, quelle che sono le loro potenzialità e
capacità, battendo sempre sui quei punti che ancora vincolano, e a loro dire
frenano, il pieno sviluppo femminile ed i limiti all'accesso al mondo del
lavoro e alle posizioni di vertice.
Investire sulle donne ha un effetto positivo
anche sulla salute e sulla nutrizione, sullo sviluppo cognitivo dei figli e
quindi sul capitale umano e sociale. Le donne possono costituire una leva
importante per la ripresa del nostro Paese. Anche la politica di tutti i paesi
stanno traendo vantaggio da una maggiore presenza femminile, che è in alcuni
casi è anche di particolare rilievo, come per la Germania o l’Inghilterra. A
livello imprenditoriale, la globalizzazione dei mercati ha imposto un’ immissione
di tutte le risorse competenti disponibili, anche quelle tipicamente femminili perché
hanno i pregi della minore aggressività, prudenza, adattabilità, capacità di
mediare e di accogliere.
Oggi, molte sono le tappe raggiunte sul
sentiero del riequilibrio, soprattutto sul fronte dell’acquisizione dei
diritti, ma il percorso non è ancora terminato e le differenze nella velocità e
intensità dei progressi permangono elevate, alcune questioni di fondo restano
ancora attuali e migliorabili. Si ci sono aree del mondo in cui si negano alle
donne i diritti elementari: in Arabia Saudita vengono loro impedito di fare
molte cose come avere piano accesso all’istruzione, alle cure mediche e alle
prospettive di una carriera lavorativa. La violenza a danno delle donne è
diffusa e persistente. Si tratta di un fenomeno strutturale, cui sono associati
molti fattori culturali e di pregiudizi. Nella fase attuale di grandi e rapidi
cambiamenti, la violenza può anche essere una risposta all’incapacità di
cambiare, di adattarsi a nuovi ruoli.
In Italia abbiamo oggi un Governo formato per
metà da Ministri donne, quindi va dato atto che quelle persistenti radici di
divari di genere, professanti in certi casi in modo prolisso, sono in decadenza
e non più attuali, anzi in certi governi le donne sono pure al comando.
Oramai il riconoscimento dei talenti di
tutti, a prescindere dal sesso, le migliori capacità, il clima più disteso tra
i generi, la crescita in produttività, vengono ugualmente distribuiti tra uomini
e donne, assicurando e stimolando, tra l’altro ogni opportunità e condividendo
anche a pieno il ruolo genitoriale. E’ diventata una questione culturale, di
educazione, di evoluzione sociologica dei ruoli, anche se vi sono ancora
piccoli stereotipi radicati nella nostra cultura. Questi stereotipi possono
essere all’origine di un fenomeno spesso non percepito e pertanto difficile da
combattere, la “discriminazione implicita”, che magari è non voluta, ma che è alla
base di scelte in qualche caso in sfavore delle donne.
I valori importanti, quelli che ci accomunano
tutti, uomini e donne, giovani e anziani, sono alla base del vivere civile e
del rispetto della dignità di tutti, quindi porteranno gradatamente alla
assoluta parità. Infatti lo dimostra la straordinarietà di alcune donne che si
sono imposte in ogni settore, da quello di ballerina a cantante, scrittrice,
scienziate, astronaute, sportive, politiche, attrici.
Non manca a nessuno il coraggio di dare
rilevanza ai successi e mete raggiunte da tante donne “Rita Levi Montalcini,
Jane Austen, Michelle Obama, Maria Montessori, Madonna,” competenti o particolarmente
impegnate e significative; donne che sono diventate anche esempio da seguire e immolare. Queste donne affermate forniscono modelli
utilissimi a trasmettere in altre donne con spirito di emulazione. Molte donne
oggi gridano ai quattro venti certe distinzioni e discriminazioni che le stesse
donne hanno subito per molti anni. Un esempio ne è il libro scritto da Louise O’Neill.
Il libro parla di donne tutte magre, belle,
compiacenti. ln eterna competizione, impegnate a scegliere il make up, abbinare
vestiti, contare calorie e postare la propria immagine sui social. Sono
le protagoniste di “Solo per sempre tua” scritto dell'irlandese Louise
O'Neill. Donne non reali ma create in laboratorio, disegnate per essere
esteticamente perfette e piacere a tutti, soprattutto ai maschi che le potranno
scegliere come compagne o concubine. Scelte solo per le loro forme e il loro
peso. Sono tutte le donne moderne veramente ossessionate dalla
bilancia, e dalla vecchiaia, dopate da farmaci per dormire o controllare il
peso, raggirate dai massaggi catalogate e classificate.
Solo per
sempre tua” è stato descritto dalla critica come il romanzo
femminista. Secondo l’autrice educazione e istruzione rappresentano il potere
perché il sapere è forza ed il concetto di femminismo non può essere rivolto
solo a donne bianche ma anche a tutte le razze. In sostanza Louise sostiene che
le donne sono state educate ad essere gentili, gradevoli, brave ragazze: ma è
stato solo un modo per tenerle sotto controllo! A oggi la vita le ha insegnato
che, come donna è molto di più di un corpo.
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