Le parole non sono solo parole, le parole
sono molto importanti e potenti e possono causare molto dolore o tanta gioia,
per questo bisogna fare attenzione a quello che si dice e a come lo si propone.
A volte ci capita di discutere su cose futili, altre su cose importanti. In
ogni caso si possono dire o sentire parole che possono fare male e che non
dovrebbero essere mai pronunciate, perché non servono a niente. Fanno solo
male.
In tante situazioni succede che la
discussione tra due persone, va oltre il semplice confronto, che di solito
aiuta a crescere, e si cade in un inutile dispendio di energie in cui le nostre
emotività prendono il sopravvento. Capita a tutti. Ci sono quegli argomenti
particolari che ci toccano nel profondo, perché toccano le nostre emozioni, a
cui noi teniamo, e fa parte del carattere di molti non tollerare la
disapprovazione. Diventa quindi più difficile parlare con obbiettività e
misurare le parole. Ci si ritrova feriti all’improvviso e quando questo capita
si cerca pure di nasconderlo, ma è quasi sempre un’impresa ardua, che
prima o poi crolla. Se poi queste parole vengono dette da qualcuno a cui
si vuole bene, fanno ancora più male, anche se a volte vengono dette solo per
difesa, per rabbia e perché forse si cerca aiuto. A volte è più forte di noi.
Non riusciamo a non dirle. Non a caso se quelle parole maledette vengono
pronunciate da chi ci sta vicino, qualcuno al quale noi abbiamo offerta una
buona parte di noi, soffriamo molto di più. A volte sembra come se ci avessero
colpito fisicamente, come se una carica diretta ci spezzasse dentro e ci
rompesse il cuore in mille pezzi e questo potere è ancora più forte se
provengono da una provengono da una persona per noi importante. È come una
rottura dei nostri schemi e del nostro equilibrio e sentiamo un attacco che
proviene da un legame per noi molto intimo.
L’impatto che le parole hanno è
sorprendentemente duraturo. Un bambino ad esempio che è emotivamente più debole
no dimenticherà facilmente una parola cattiva a lui diretta e nessuno potrà mai
cancellare dalla propria memoria un’aggressione verbale. Non vogliamo accettare
critiche, non accettiamo che gli altri possono aver idee diverse, ci aspettiamo
solo che chi ci sta vicino ci deve, CI DEVE, dare sostegno. Purtroppo le
parole che ci fanno star male hanno anche la grande pecca che rimangono
impresse nel nostro animo e cancellano tutte quelle parole buone che ci hanno
fatto star bene
In certi casi anche il
tono di voce e le espressioni che si fanno posso dire tanto. Nella vita si
possono ricevere commenti poco appropriati, scoraggianti o persino cattivi,
nonostante ciò, lasciamo correre la maggior parte di quelle parole, che non
lasciano nessun tipo di impronta nel nostro cervello. Ma non sempre. Le parole
sono emozioni e per questo motivo quelle brutte
che vengono dette dalle persone a cui vogliamo più bene, sono quelle che
fanno più male.
Tutti, purtroppo, ogni tanto ci lasciamo
sfuggire una parola che faccia male o dia fastidio a qualcuno.
Ciononostante, il problema si manifesta quando non ci si limita alle parole, ma
riceviamo da qualcuno una comunicazione decisamente nociva. Le parole dette
senza affetto o empatia sono la causa di grandi carenze negli esseri umani.
Sono buchi fatti di solitudine e isolamento per un bambino e abissi fatti di
delusione e amarezza per l’adulto.
Secondo la teoria della disconferma di Paul
Watzlawick un famoso psicologo austriaco, il
potere distruttivo delle parole contenute nella comunicazione umana si
riflette in diversi modi:
- SVALUTAZIONE: in questo tipo di comunicazione
si fa uso di un determinato tipo di parole che hanno lo scopo principale di
sminuire il valore dell’altra persona. Si toglie importanza a tutto
quello che l’altro dice o fa, si usa un linguaggio volto a screditare e a
svalutare del tutto la sua figura, la sua essenza. È una comunicazione molto
distruttiva;
- SQUALIFICAZIONE: in questo caso, lo scopo non
è più quello di svalutare l’altro, ma quello di “invalidarlo”. È un passo in
più rispetto alla svalutazione e appaiono parole come “sei una persona
inutile”;
- DISCONFERMA: questo livello di comunicazione
arriva ad annullare del tutto una persona. Se nelle comunicazioni precedenti lo
scopo era quello di sottrarre valore e umiliare l’altro, ora si mira a
ignorare. Non importa se il bambino ha fatto una cosa giusta o sbagliata,
semplicemente viene ignorato.
A volte le persone parlano senza riflettere
su quello che dicono facendo del male, magari, senza rendersene conto, eppure
nella comunicazione la prima condizione da onorare è proprio quella del
rispetto reciproco. Penso che a tutti
sarà capitato di provare dolore per alcune parole dette da persone a noi care.
E’ una situazione che va affrontata. dobbiamo saper affrontare. Quindi è meglio
chiarire subito quelle che sono le parole che hanno fatto male, iniziando anche
laddove è necessario a mantenere le dovute distanze e non permettere che ciò
continui ad accadere. A tutti può succedere, una volta ogni tanto, di farsi
sfuggire parole nocive, però se diventa un’abitudine che si ripete spesso, va
espresso chiaramente il dispiacere, fastidio o dolore che si prova.
Uno dei problemi principali della
comunicazione è che non ascoltiamo per comprendere, ma ascoltiamo per
rispondere ed è allora che si manifestano le parole che fanno male.
Forse la
parte più brutta di quelle parole, che fanno tanto star male, è che infondo
pensiamo che assomigliano alla verità, cioè quella verità scomoda che non
vogliamo sentire e che ci può costringere a guardarci dentro. Ragioniamo
un attimo su queste poche righe che non hanno la pretesa di dare risposte, ma
vogliono solo far riflettere.
Link:
http://d.repubblica.it/lifestyle/2016/03/25/news/litigi_di_coppia_amore_famiglia_parole_di_troppo_psicoterapeuta_relazione-3026694/
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