WALKING AROUND DI PABLO NERUDA

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In questa poesia puoi scoprire la triste esistenza degli esseri umani descritta nei versi di Walking Around, la poesia denuncia scritta da Pablo Neruda contro la carcerazione sociale di cui sono prigionieri tutti gli esseri umani del mondo contemporaneo. Walking Around (Andando in giro) è una poesia che propone una dura critica dell’autore verso il modo di vivere dell’uomo nella società che lo circonda.  Il poeta si sente di denunciare il sistema sociale esistente che crea, inevitabilmente l’alienazione negli uomini. Questo “Girovagare” per la città ecco che inizia a prendere forma motivato dalle forti influenze che il poeta inizia a vivere a Buenos Aires, dov’era arrivato come console cileno. Walking Around è stata scritta da Pablo Neruda a Buenos Aires tra l’ottobre e il dicembre del 1933, può essere associata al surrealismo, e fa parte di Residencia en la tierra (1933 – 1935 -1947), una raccolta di poesie nota per trasmettere i sentimenti di Pablo Neruda sulle situazioni sociali del

LITIGARE FA ANCHE BENE

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L’amore non è bello se non è litigarello e la lite non durerebbe mai a lungo, se il torto fosse solo da una parte.

Litigare fa bene alla coppia ma bisogna saperlo fare. Le statistiche dimostrano che nei primi anni di matrimonio, è l’uomo quello che cerca di risolvere i conflitti dialogando pazientemente, mentre la donna è sempre pronta ad urlare ed aggredire.  Poi con il tempo anche la donna si rende conto che un comportamento conflittuale non porta solitamente a nulla di buono ed accetta più volentieri il dialogo. I risultati delle ricerche hanno fatto emergere che le coppie che cercano di litigare in maniera costruttiva e non distruttiva, provando a tenere in considerazione anche il punto di vista del partner riesco a mantenere il loro rapporto più a lungo. Non vuol dire assecondare tutto.

Un buon litigio a viso aperto, portato avanti senza atteggiamenti di sfida da parte di entrambe le parti, può esser la giusta ricetta per una relazione duratura. Litigare si, ma mantenere il rispetto, anche dopo che il litigio è terminato. Ritornare quindi al dialogo il prima possibile e senza rancori.  Questo porta a mantenere un rapporto in modo positivo, godendo dei benefici innumerevoli.  Un consiglio comune a tutti i litigi è quello di non dire poi si dopo il litigio su quel no che lo aveva generato, porta solo a successiva distruzione.
Litigare è un aspetto naturale della vita, che si quella di coppia o del mondo del lavoro o relazione in genere, e può esprimersi attraverso grandi o piccole discussioni .Addirittura il conflitto può essere un elemento importante della vita sia è stimolo al confronto ed alla crescita della relazione,  e non diventa invece un mezzo distruttivo. 
Litigare e discutere animatamente non è dunque necessariamente espressione di un malessere nella coppia, ma è qualcosa che fa parte della vita comunicativa, che a volte si esaspera facendo perdere il controllo anche ai più calmi, perché poi, solitamente, tutte le parti vogliono concludere mettendoci su l’ultima parola.

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L’importante  in una relazione sana è cercare, dopo il litigio, di capire cosa sia successo, di capire i punti di vista dell’altro, avere la capacità di autocritica e trovare una giusta via di mezzo per venirsi incontro. In questo modo se ne esce vincitori mettendo al tappeto la rabbia. Gli asti, i conflitti non devono essere considerati necessariamente indice di disagio. A volte sono costruttivi e se vengono gestiti bene, possono contribuire alla creazione di rapporti più sani, che non cadono nel banale. Non esistono relazioni esenti da litigi. Solo finti rapporti possono dare un simile risultato. 
Ogni tanto si perdono le staffe e ci si scaglia contro il primo che capita a segno fino ad aggradirlo in qualsiasi modo. Capita quando, quella famosa goccia, fa traboccare il vaso con tutto ciò che ne consegue. E’ vero che la saggezza sfratta l’impulsività, s’impara a tenere a bada la bocca, si cerca di non litigare, di essere garbati, di utilizzare un tono di voce adeguato. Insomma con la maturità che avanza si cerca di vivere in armonia, di non creare problemi, eppure, dietro quell'apparente calma piatta, dietro quel falso mondo idilliaco, ci può essere lo scontro inevitabile. Allora viene fuori la verità, perché dietro la vita di ognuno, ci possono essere conflitti che si sono solidificati.
Anche dietro il buonismo imperante delle migliori famiglie, dove non sono ammessi atteggiamenti violenti, esiste una vera dose di aggressività che fa parte del patrimonio umano e quindi va ammesso ed espresso. Iniziamo a pensare che anche litigare fa bene. Paradossalmente, gli psicologi, dicono che il soggetto aggressivo, di solito, è quello non litigioso, che non litiga mai privo di esperienza e di competenza, che non sa come reagire, quando si trova davanti ad una prepotenza. Qui sfocia inevitabilmente nella rabbia.
Non è un problema. Il conflitto può correggere gli squilibri esistenti e stabilire rapporti migliori con gli altri, può renderli più veri. Quando si perdono le cosiddette staffe le persone che ti sono vicine dicono: “Sei sempre il solito! Non cambi mai!” provocando inevitabilmente ulteriore rabbia, conseguente ai  rimproveri, magari un cenno di comprensione o di alleanza porterebbe alla pace.
Non è detto che le guerre nascoste siano meno crudeli di quelle aperte e dichiarate, anzi. Al contrario proprio lo scontro diretto può portare al raggiungimento di un equilibrio in un rapporto conflittuale, portando correttezza e lealtà. Allora, litighiamo pure, se è per costruire.  

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