Per chi non ha un amore convenzionale, la famiglia è
un insieme di persone che vivono in comune rispettandosi e curandosi
reciprocamente, al di là del sesso e dei legami di sangue. Nessun amore
dovrebbe mai essere ostacolato, né oltraggiato, schernito, solo perché è diverso
da quello che qualcun altro ha stabilito. Ogni amore ha il diritto di vivere
sia esso gay o etero.
È la lezione, che ci da la giapponese Ito Ogawa nel
suo ultimo romanzo, La locanda degli amori diversi, una storia che parla
di un legame tra due donne, Chiyoko e Izumi. Chiyoko diciannovenne, lesbica, a un
passo dal suicidio perché rifiutata dalla famiglia e dalla società. Izumi trentacinquenne,
appena separata dal marito. Tra le due scatta subito l’amore quello che non si
può contenere. Si innamorano di parole, gesti, piccole attenzioni e anche dei
difetti. Insieme, le due donne forti del loro legame
fatto di impegno quotidiano e sincerità, supereranno molti ostacoli. Non si nascondono a chi le giudica. Una volta trasferite in una zona isolata del
Giappone, trasformeranno una casa diroccata in una locanda per forestieri.
Alleveranno una figlia nata dalla fugace relazione di Chiyoko con un uomo e
l’ameranno.
Per l’autrice l’amore è un sentimento che nessuno
può permettersi di giudicare. Quello tra un uomo ed una donna è solo una delle
sue forme. Lei ha voluto raccontare questa storia omosessuale perché in
Giappone le coppie omosessuali non possono tenersi per mano in pubblico, in
quanto, la società è ancora permeata da pregiudizi che le impediscono uscire alla
luce del sole. Questa storia è un invito ad accettare la propria natura
e le proprie inclinazioni.
Dobbiamo accettarci
così come siamo.
Commenti
Posta un commento