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| Sindrome da shopping |
Da qualche tempo si è diffusa la mania del
consumismo, una tendenza
ad incoraggiare il comportamento all’acquisto, spesso alimentato da falsi bisogni,
che hanno gradualmente trasformato il possesso quale fonte di felicità,
soprattutto tra il sesso femminile.
Per
alcuni lo shopping è perfino una tecnica per scaricare le tensioni di una
giornata difficile, però come tecnica non è economica. Alcuni ci hanno
costruito una vera identità sociale a loro stessi molto gradita. Chi può segnare
il confine sottile tra acquisto normale e patologia dell’acquisto. Alcuni
psicologi sostengono che è il risultato dell’intreccio tra una manifestazione
del disagio individuale e uno stile di vita proposto, alimentato ed esaltato esageratamente. Ma io mi chiedo, quando è nato lo shopping e chi gli ha
dato i natali?
Pare sia entrato gradualmente nelle abitudini
quotidiane a partire dal XIX secolo, quando i negozianti hanno avuto la
possibilità di mostrare la loro merce ai passanti. Infatti nell’anno 1827, furono
fabbricati le prime vetrate di medie e grandi dimensioni, perfette per i
negozi.
Pensate un po’ fino a poco prima i negozi erano simili
a magazzini, in cui erano accatastate le mercanzie, spesso ammucchiata alla
rinfusa. Quindi, dalla strada non era possibile capire e vedere nulla. Si doveva entrare e cercare quello che si
desiderava acquistare, solo quando vi era un effettivo bisogno di un prodotto. Con
l’arrivo delle vetrine i negozianti hanno poi imparato a mostrare le merci in
maniera ordinata e attraente per i clienti. Non incolpate i vetrinisti, ci saremmo arrivati
comunque oggi con lo shopping on line.
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