Nel rivolgere una semplice domanda molte
persone risponderebbero che sperano di essere felici, vivendo il
sogno di una relazione sentimentale fatta di comprensione, attenzioni, gioia,
ascolto, solidarietà e supporto. Tutti rispondono consapevolmente di essere
certi che un’esistenza vera non può esistere senza un sentimento profondo,
perché anche in mezzo al successo e alla ricchezza diventa tutto inutile se non
si è felici. La vita vale la pena di viverla se è piena di valori.
Però io penso che la verità sia un’altra, quella cantata da quel cantautore italiano: “oggi la gente ti
giudica, per quale immagine hai, vede soltanto le maschere, non sa
nemmeno chi sei, devi mostrarti invincibile, collezionare trofei, ma quando
piangi in silenzio scopri davvero chi sei”. Oggi non può essere altrimenti,
perché vogliono farci credere che sia così e ci riescono. Non potrebbe essere
diversamente. Ci fanno crede che poter essere felice, occorre possedere,
acquistare e consumare, semplicemente perché il mondo esterno ha
decentrato le attenzioni verso il futile. La conseguenza di tutto ciò è la
corsa sfrenata verso il possesso materiale di auto, telefoni, oggetti, servizi,
persone e quant'altro possa compensare, solo temporaneamente, quel senso di
vuoto artificiale indotto nelle teste di tutti noi dalla pubblicità. Nel
concreto tutte le persone che pensano di poter trovare la felicità nell'inutile, sono destinate all'eterna insoddisfazione. Lo spot pubblicitario è forse il più
grande ostacolo alla realizzazione di se stessi. Purtroppo in questa
società moderna, conta molto di più l'apparire rispetto all'essere, basta
guardare la tv o immergersi in un sito qualunque, per venire subito sommersi
dalla dea pubblicità che ci invita all'acquisto. Ci mostrano immagini piacevoli
per convincerci che solo comprando quel prodotto potremo essere felici e
soddisfatti. E’ proprio questo il compito della pubblicità quello di guidare
l'attenzione degli utenti verso un punto preciso. Chi ci casca tenderà
inesorabilmente a sentirsi inadeguato e a provare frustrazione per una
incompletezza fin tanto che non riuscirà ad ottenere quell'oggetto o quel
servizio. E’ pur vero che se si guarda al ruolo della pubblicità in senso
positivo, ha una sua utilità e favorisce gli investimenti e l’occupazione.
Si perché, uno degli scopi è quello di far conoscere un prodotto al
consumatore, al fine di aumentarne la performance commerciale, e quindi
sostanzialmente le vendite. Ma la pubblicità non veicola solo questo, fornisce
anche il suo contributo nel costruire l’immagine e la conoscenza di una certa
marca e di una sua qualità. Ma come tutte le cose buone può anche essere
utilizzata in modo inopportuno. Questo accade in quanto la pubblicità influisce
sul consumatore influenzandone le reazioni e le impressioni.
Spesso accade pure
che dopo l’ acquisto si prova vera soddisfazione ma, dopo pochissimo tempo, si
tornerà a sentirsi vuoti, perché ha solo appagato momentaneamente la propria
credulità. Chi rivolge la propria attenzione in questo senso, credendo che la
felicità debba provenire da oggetti o situazioni, sarà destinato a far
dipendere la propria felicità da fattori superflui privi di importanza. L'unica
cosa che otterrà saranno varie forme di dipendenza convulsiva. Le cose
materiali sono pure illusioni. Bisogna rendersi conto che tutto ciò non è
reale, è solo frutto di comportamenti pilotati che hanno il solo scopo di far
credere alle masse della necessità di certe cose, in modo di piegare al volere
di pochi conoscitori dei processi mentali, le dipendenze delle menti nei confronti di
oggetti. Infatti tutte le persone che hanno e continuano a puntare ad avere
altri oggetti, servizi e cose, sono poi, nonostante tutto quello che hanno,
tutte insoddisfatte, tristi e avvilite. Vale la pena provare tutto questo? Le
persone che invece rimangono concentrate su se stesse, nonostante i
bombardamenti pubblicitari, sono persone che hanno già' trovato il loro
equilibrio. Ovviamente, quando non si cambia un abito a settimana, non si
compra continuamente roba inutile, e nonostante tutto si
riesce ad essere felici, si rischierà di essere additati dagli altri come persone senza
pretese, insignificanti, che vivono di niente, criticati da tutti.
Non
dobbiamo dimenticare che la pubblicità non migliora affatto un servizio o un prodotto, non migliora neanche la sua necessità, ma lo rende solo più noto e costoso, sollecitandone il bisogno e di conseguenza il
consumismo. In questo mondo di zombie comandati, dove è quasi vietato
rallegrarsi per il solo fatto di essere vivi o di essere insieme, dobbiamo
cercare di essere dalla parte di coloro che hanno ancora il coraggio di essere
se stessi guardando oltre l’infero del caos. E’ un dato di fatto che la pubblicità
contribuisce in modo rilevante a modificare i nostri comportamenti sociali, di
contro non va sottovalutata questa influenza, sulla quale occorre porre la
massima attenzione. La pubblicità falsa o deviante è molto pericolosa, proprio
perché è sempre ripetitiva e martellante per raggiungere l'obiettivo.
Puntiamo ad un’informazione corretta,
che ci permette di orientarci per scegliere ciò che realmente ci serve, perché
infondo non serve avere tutto quello che ci viene mostrato, basta imparare
a sorridere, a guardarci allo specchio con stima e a prendere ed amare al vita
così come viene, senza aspettarci nulla di stravolgente.
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