Ci sono sentimenti che per il loro nome ed uso nel gergo comune vengono usualmente catalogati in modo negativo, mentre altri vengono solitamente catalogati in modo positivo. L’ansia è un
sentimento che tra questi viene solitamente percepito come un qualcosa di
negativo se pur non terribile. In realtà si tratta di un’anticipazione percepita
di un pericolo incombente, la cui origine è sconosciuta o non riconosciuta. La caratteristica
principale è un intenso disagio psichico, causato dalla sensazione di non
essere in grado di fronteggiare gli eventi che verranno. Per questo, chi la
prova, arriva anche ad avvertire sintomi fisici come tensione muscolare, sudore
alle mani, blocco allo stomaco ecc.
Un tempo, di solito, l’ansia veniva trattata come
se fosse un disturbo cardiaco o respiratorio, poi Sigmund Freud identificò la nevrosi da ansia come una categoria diagnostica autonoma. Freud riteneva che l'ansia insorgesse di fronte al manifestarsi di pulsioni aggressive e sessuali inaccettabili.
Il nuovo libro di Daria Bignardi che
s’intitola “Storia della mia ansia” è il sesto per l’autrice ed ha ottenuto certamente riscontro positivo. In questo romanzo
si parla proprio dell'ansia, ma non più vista come un sentimento assolutamente
negativo. La protagonista del libro è Lea Vincre, una donna, al centro di una storia
sentimentale disperata, che è molto impegnata e che ogni giorno deve fare i
conti con tutti gli impegni, lottando costantemente per trovare quell'equilibrio difficile tra la
famiglia, il lavoro, l’amore, l’ansia e la malattia. Secondo l’autrice l’ansia
è uno stato d’animo intenso, pericoloso, che rischia di rovinarti la vita, ma
se preso per il verso giusto, può anche fornire la giusta energia creativa, come
dimostra l’esperienza dell’autrice, poiché l’ansia è stata il motore del suo
successo.
L’autrice racconta che per moltissimo tempo ha
odiato l’ansia di sua madre e non sua madre come persona, tanto da non volerla riconoscere e
arrivare a rimuoverla. Parla di quell'energia che la guidava e l’obbligava alle
prove più difficili e faticose che la spingevano a stringere legami con
persone con le quali non era a suo agio. Era una forma di ansia che aveva
odiato in sua madre. Uno dei suoi ricordi di bambina l’ha legato a Lea Vincre, la
protagonista di questo suo libro: “sono le otto di sera e di nascosto da mia
madre porto indietro di dieci minuti le lancette della sveglia di cucina perché
se alle otto in punto mio padre non arriva a cena, mia madre mi infila il cappotto
sul pigiama e mi porta fuori con lei a cercarlo, al freddo, nella nebbia di
Ferrara”.
’ansia può essere pericolosa perché non fa
sentire la fatica, lascia scoperti, fragili, vulnerabili e nei periodi
peggiori, può condizionare la vita, perché fissa l’attenzione sulle cose negative
e fa perde di vista tutto il resto, soprattutto le cose più belle che si
perdono nel nulla. Il libro insegna che però d’altro canto può essere anche una
bellissima energia creativa, una marea che ti porta fin dove non avresti mai pensato
di arrivare. L’autrice ammette che tutto quello che ha fatto nella vita, dall'andarsene
dalla sua piccola città di provincia, quando aveva vent'anni per cercare lavoro
a Londra, fino a lavorare nei giornali e poi in televisione, l’ha sempre fatto
ascoltando e seguendo un bisogno urgente di libertà e di voler creare qualcosa
da condividere con gli altri per riuscire a placare l’ansia.
COME
AFFRONTARE L’ANSIA
- imparare
a parlare con se stessi, perché auto supportandoci nelle situazioni stressanti è
di grande aiuto. In uno studio del 2014 pubblicato sul Journal of
Personality and Social Psychology, è stato affermato che quando ci si rivolge a se stessi con il proprio nome, si riesce a sostenere
meglio i compiti stressanti rispetto a chi parla con sé usando il pronome di
prima persona “io”;
- imparare
a respirare profondamente perché aiuta il corpo a rilassarsi. Questo meccanismo
di difesa è una reazione fisiologica agli stimoli percepiti come minacciosi, e serve
ad allontanare il pericolo eliminandolo direttamente o addirittura allontanandolo;
- imparare
a prendere con più leggerezza la paura trasformandolo in un gioco, pensando che
anche se fallisco ho la possibilità di riprovare fino a quando non ci riesco;
- imparare
a trasforma l'agitazione in entusiasmo, cercando provando a trasformare
quell'eccitazione negativa in eccitazione positiva, cioè in entusiasmo, caricandoci
di adrenalina;
- imparare
a valutare il tutto nella generalità, perché fare una lista delle cose che
stanno andando bene e una di quelle che non vanno funzionando può aiutare a capire
che comunque il quadro generale è positivo. Chi soffre di ansia e stress tende
spesso a vedere tutto nero, ma non va valutata così.
In questo libro, forse il più impegnativo
scritto da Daria Bignardi, uno dei tratti riportati tramite l’ansia è la paura
di abbandono. La protagonista Lea non annovera tra le sue più grandi paure la
malattia o la morte, ma la paura di perdere l’amore. Leggendo il libro si percepisce che
si può imparare a gestire la proprie paure di abbandono. Infondo chi di noi non
ha paura di qualcosa?
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