Con il termine cyberbullismo si vuole intendere
qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria,
denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione
illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di
minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on
line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il
cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un
gruppo di minori, ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro
messa in ridicolo.
Finalmente il
legislatore ha dato il via libera alle nuove disposizioni contro l’incalzante fenomeno
del cyberbullismo, introducendo la legge 29 maggio 2017 n. 71, che è stata
pubblicata nella Gazzetta del 3 giugno successivo, per tutelare i minori e contrastare
il fenomeno. Legge approvata dalla camera nel mese di maggio del 2017 con 492
voti favorevoli, nessun voto contrario ed un solo astenuto, dopo un iter legislativo
che è durato diversi anni. Ora con la nuova legge è stata disposta la rimozione
dei contenuti offensivi sul web e prevede che i minori possano chiedere l’oscuramento
dei siti dove si consumano le Cyber aggressioni. Dopo tanti episodi visti sul web e
tante trasmissioni che ne hanno parlato a cascata, c’è in Italia, una legge
contro il cyuberbullismo. Il fenomeno è molto preoccupante e diffuso, ma i veri
protagonisti, gli attori, sia le vittime che i carnefici, lo considerano non tanto grave, infatti, da una ricerca fatta dall’Università
La Sapienza di Roma, 8 ragazzi su 10 non ritengono affatto grave lanciare
insulti sui Social nei confronti dei loro coetanei. Secondo loro questi
comportamenti non possono avere ripercussioni letali. Le aggressioni, infondo, quasi sempre non sono tanto importanti, si basano su fatti relativamente poco
importanti. E' perché sono bassi, fuori moda, grassi o anche solo perché diventa
divertente per alcuni. A volte a giocare la parte più cruda non sono le parole ingiuriose
o offensive ma le foto imbarazzanti, quelle più sessualmente esplicite o
umilianti. Sono molti i giovani che si sono suicidati perché non hanno più
tollerato la pressione. Forse sarebbe più giusto dire i giovani che sono stati
uccisi dal cyberbullismo.
L’obbiettivo del provvedimento
è quello di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue
manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di
attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella
posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando
l'attuazione degli interventi senza distinzione di età, nell'ambito delle
istituzioni scolastiche. Anche i ragazzi che hanno già compiuto 14 anni
potranno chiedere direttamente al gestore del sito implicato l’oscuramento del materiale
individuato come atto di bullismo in rete. Per gestore del sito si intende il
prestatore di servizi della società dell'informazione che, sulla rete internet,
cura la gestione dei contenuti di un sito. Se il gestore del sito ignora la
richiesta avanzata legittimamente e non fa nulla nelle successive 48 ore, la
vittima potrà rivolgersi direttamente al garante della privacy che entro 48 ore
dovrà intervenire e provvedere. Naturalmente oltre alla vittima di cyberbullismo,
che abbia compiuto almeno 14 anni, anche i suoi genitori o esercenti patria
potestà potranno inoltrare al gestore del sito internet o del social media
un'istanza per l'oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato
personale del minore, diffuso nella rete internet.
E’ la prima volta che viene data una
rilevanza legislativa al cyberbullismo inteso come ogni forma di molestia, aggressione,
ricatto, pressione, furto di identità o altro via web contro i minori. Le scuole saranno
direttamente coinvolte nelle attività di contrasto al fenomeno con l’individuazione
di un docente in ogni istituto, che sarà di fatto il referente scolastico per
le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Al preside spetterà il compito di informare
subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario,
convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima.
Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e le
varie associazioni territoriali. Il dirigente scolastico che venga a
conoscenza di atti di cyberbullismo deve
informare immediatamente i genitori dei minori
coinvolti e attivare adeguate azioni di carattere educativo. Tra i ragazzi ascoltati circa il 50% delle vittime
di cyberbullismo ha ammesso di aver pensato anche al suicidio, come liberazione
dalla frustrazione insopportabile, conseguita alla continua pressione del
cyberbullismo subita.
E’ risultato che circa
il 10% della popolazione scolastica viene coinvolta in episodi di cyberbullismo, ma le legge ora tutela anche i diritti degli adulti che possano essere
vittime di molestie mobbing ed altro a mezzo web. In questo caso è stata estesa
al cyberbullismo la procedura di ammonimento prevista in materia di stalking. In caso di condotte di ingiuria, diffamazione,
minaccia e trattamento illecito di dati
personali commessi mediante internet, da
minori ultra quattordicenni nei confronti di altro minorenne, fino a quando non
è proposta querela o non è presentata denuncia, è applicabile la procedura di
ammonimento da parte del questore. In questo caso il questore convoca il
minore, insieme ad almeno un genitore. Sicuramente l’istituzione di questo
provvedimento legislativo è un risultato importante fondamentale per tutelare le
generazioni più giovani che sono sempre in connessione sulla rete e che sono
allo stesso tempo le vittime più fragili. Comunque è mio parere che i minori vanno
guidati e responsabilizzati, per quanto possibile, all’uso della rete.
Ricordiamo in merito la tragica vicenda di Tiziana
Cantone la ragazza 31enne che ha deciso di suicidarsi dopo che i suoi video
hard messi in rete e non rimossi, diventati poi virali sul web, hanno ammazzato
psicologicamente la vittima. Proprio dopo il suicidio di Tiziana Cantone, oggi
in Italia si parla di vittime del web. La
mia riflessione in merito è che purtroppo sono le famiglie, troppo spesso, a giustificare
i figli. Padri e madri, invece, dovrebbero riscoprirsi genitori, e rispettare
il ruolo degli insegnanti, degli adulti, dei vigili e di tutti coloro che sono
in qualche modo deputati, in questa società moderna, all’educazione. Il bullismo dei giovani non è
solo rivolto verso altri coetanei. Pensate agli episodi di adolescenti bulli
verso gli insegnanti. Studenti che minacciano la professoressa di scioglierla nell’acido,
altri che ridicolizzano e filmano i professori in aula. Quindi il male non è
solo dei ragazzi, ma anche dei loro genitori. Ricordate a Foggia all’uscita
della scuola il genitore che aggredisce un docente colpevole di aver sgridato
il proprio figlio. E’ diventato necessario intraprendere un nuovo percorso che
può aiutare a migliorare il rapporto tra genitori e figli. Il genitore deve
riflettere sul proprio ruolo educativo primario, certo non è più il momento del
padre despota, ora è l’epoca in cui ai figli è concesso purtroppo tutto, troppo,
quando andrebbero dati stimoli e regole, che aiutano i giovani a crescere meglio.
Il lavoro di un padre o una madre è molto importante per un corretto sviluppo
della personalità di un giovane. Al contrario, accontentare e proteggere sempre,
a prescinder, li rende fragili e insicuri. Nostro malgrado, anche i genitori
sono spesso in difficoltà e non hanno nessun aiuto nell'impostare l’educazione
durante l’adolescenza dei figli. Bulli non si nasce, si diventa, quando la
famiglia, per prima, non aiuta a crescere.
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