8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

LA STORIA DELLA CANNABIS O MARIJUANA


storia

Correva l’anno 1910 quando scoppiò la Rivoluzione messicana e, per sfuggire alla guerra, molti messicani cercarono rifugio negli Stati Uniti. Parliamo degli anni in cui la gente di colore era schiava e veniva uccisa ed impiccata agli alberi come fossero diavoli, oppure venivano mutilati solo per aver guardato una donna bianca, oppure per aver occupato un posto non loro. Erano anni in cui si viveva in modo diverso dai tempi attuali e chi non aveva la pelle chiara era additata e malvista dai bianchi. Parliamo di altre epoche. 

Un buon governo deve orientativamente tendere, da un punto di vista legislativo, a vietare l’uso di sostanze che possono essere dannose per le persone o che per lo meno si presuma possano essere pericolose per la salute pubblica. Questo orientamento ideologico ha trovato riscontro spesso in quel fenomeno chiamato proibizionismo. Questo orientamento discende dall'idea che le organizzazioni e gli stati abbiano il dovere di proteggere la salute del cittadino e l’ordine sociale dalle conseguenze dell’uso delle sostanze dannose. Con il proibizionismo, che spesso si è dimostrato fallimentare, si tende a limitare la libertà individuale per motivi di salute, ordine pubblico, morale, o rispetto di tradizioni e/o religioni. Date queste premesse, non stupisce che la discussione sulla proibizione di determinate sostanze sia all'ordine del giorno, fin dalla notte dei tempi. Ma ora facciamo un passo indietro. A quell'epoca i messicani usavano la cannabis come medicina (anche oggi alcuni appassionati del consumo giustificano l’uso a scopo terapeutico) o la fumavano. Un’usanza praticata da pochi e comunque sconosciuta ai bianchi americani. Come oggi con il problema delle massicce immigrazioni che portano problemi e fanno paura da un lato, anche in quei tempi i governanti cercarono di fermare il flusso massiccio migratorio, trovando un pretesto legale per avere una soluzione al problema. Harry J. Anslinger, direttore dal 1930 al 1962 della Federal Bureau of Narcotics, oggi conosciuta come DEA, pensò di utilizzare come scusa contro i messicani, l’utilizzo di questa pianta proprio per colpire i nuovi immigrati e cercare di ricacciarli indietro. Al suo punto di vista si unirono molte aziende farmaceutiche e chimiche, terrorizzate dal possibile utilizzo medico e industriale di questa pianta, e quindi dalla previsione di perdita di molto denaro in profitto. Anche nei tempi attuali le cose non sono molto cambiate, le case farmaceutiche antepongo il profitto alla cura. A tutto ciò si unì il pare della stampa che aveva bisogno di un nemico, un capro espiatorio, una notizia per vendere giornali. 
Tutti improvvisamente con il dito puntato su un qualcosa di sconosciuto, ovvero la cannabis o anche marijuana, chiamata così, per utilizzare la lingua spagnola, e quindi rendere l’idea che si trattasse di qualcosa di anti americano. In origine, quando la medicina era certamente indietro rispetto ad oggi, la cannabis non fu resa illegale per la sua pericolosità, ma per una questione razziale ed economica. Non con questo voglio sostenere che la cannabis sia qualcosa di salutare o miracoloso, né tanto meno sostenere che faccia bene alla salute o di essere favorevole all'uso. Qualcuno disse che “fumare spinelli fa credere ai neri di valere tanto quanto gli uomini bianchi” o che “la ragione principale per bandire la marijuana è il suo effetto sulle razze degenerate” oppure ancora che “la maggior parte dei fumatori di marijuana sono negri, ispanici”. Tutto questo ed altro fece passare il Marijuana Tax Act che rese la pianta illegale negli Stati Uniti e fece da modello per il resto del mondo occidentale, che imitò gli Stati Uniti con legislazioni simili. Seppure gli adolescenti credono di sballarsi con la cannabis e si sentono poi soddisfatti, e non solo gli adolescenti, di fatti la scienza ha dimostrato che la cannabis non è una droga pericolosa ed ha anche reali effetti anti convulsivi ed ansiolitici se utilizzata con criterio. Oggi sia in Europa che in altri stati sparsi nei vari continenti, l’utilizzo della cannabis, a certe condizioni è possibile ed è legale. Lo è da un pò anche in Italia.
La legge del 2 dicembre 2016, n. 242 che riguarda le disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa (GU Serie Generale n. 304 del 30.12.2016) entrata in vigore il 14.01.2017 ha lasciato i suoi evidenti effetti. Gli  antiproibizionisti, i rivoluzionari, hanno conquistato una tappa, la canna è legalizzata. l ministero dell'Agricoltura con una circolare dettagliata precisa le regole del mercato delle infiorescenze. E chi è nel business festeggia. Soprattutto festeggia Luca Marola, ideatore e fondatore di Easy Joint, fra i primi esempi di cannabis light - la marijuana "legale" in commercio con un limite di Thc inferiore allo 0,2% - che nell'ultimo anno ha rivoluzionato il mercato. Gli hemp shop stanno crescendo, le farmacie, pur con cautela, iniziano a sentire l’odore del business, il musicista hip hop Gué Pequeno ha lanciato una linea di bustine fumabili chiamate Zen. Quando è stata approvata la legge per molti nostalgici è sembrato un ritorno di fiamma anche per i più maturi che avendo chiuso i rapporti da un pezzo con il proprio pusher di fiducia, hanno deciso di trovare nuova pace e tranquillità fumandosi dell’erba light. Per loro fortunatamente la cannabis è legale in Italia e non si incorre in nessun tipo di problema. I dati ufficiali dicono che in questo anno il mercato è stato stimato in circa 40 milioni di euro. Soldi che sono stati tolti alle organizzazioni criminali come la mafia, la camorra l’ndrangheta. 
Ma questo beneficio sarà effettivo, durerà per molto oppure di fatto una volta legale questo suo fascino si perderà e gli appassionati si riverseranno verso qualcosa di più forte e soprattutto di illegale, che è tutta un’altra cosa, fare quello che è illegale. Il fascino del proibito! C’è chi vorrebbe fare un passo indietro e tornare al vecchio regime, mentre altri sostengono che sono sciocchi pregiudizi e che si rischia di danneggiare tante persone lavoratrici oneste. Le teste sono tante e tutte pensatrici. Di fatti in questo già complesso e più che altro caotico mondo normativo italiano, che regola ed ha regolato in passato la coltivazione, fabbricazione, vendita, cessione e tutto il resto, normative che hanno subito nei tempi continue evoluzioni e cambiamenti, ci mancava questo nuovo esperimento a complicare il tutto. Speriamo che si trovi la strada migliore per il bene di tutti. Per quanto riguarda il motivo che ha originariamente reso illegale questa droga, ognuno avrà il suo parere.

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