8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

Immagine
Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

E’ GIUSTO VACCINARSI, OPPURE NO

vaccinare nel mondo moderno

Il vaccino con tutti i vantaggi e svantaggi è da un bel po’ di anni che è protagonista tematico di svariate discussioni. Con tutte le prescrizioni che ne possono derivare per stabilire se è utile renderlo obbligatorio o non obbligatorio per iscriversi a scuola o altro. Ma fa solo bene o può anche fare male, e a chi? E quanto? Qual è la giusta scelta? Ed è solo un problema sanitario o anche economico considerato il grosso volume di affari che vi ruota intorno. 

Questo non è un parere medico ma è solo un’opinione di carattere non sanitario, raccolta sulla base di ricerche informative. Penso che l’argomento è per tutti, o per lo meno per molti, ancora confusionale. Per eliminare ogni dubbio sanitario consiglio di consultare un medico, per tutti gli altri aspetti penso che ognuno possa dire la propria. Dal governo arrivano promesse di una riforma della legge, insieme all'istituzione di un tavolo di lavoro di esperti indipendenti, creato allo scopo di vincere la diffidenza anti vaccinale che vaga tra tutti i comuni mortali. Speriamo che alle parole seguano i fatti perché di parole se ne dicono sempre tante. Dopo l’introduzione dell’obbligo normativo e le tante polemiche che ne sono seguite, ora si prevede una sua repentina abolizione all'italiana. Non favorirebbe certo l’affermarsi della fiducia nelle persone, né tanto meno sarà servita a fornire una conoscenza più chiara. Le persone grandi o più giovani, single o ammogliati, curiosi o sfiduciati genitori o adolescenti forse avrebbero bisogno di qualche campagna di informazione effettiva, tanto effettiva quanto semplice. Probabilmente la pratica della vaccinazione, soprattutto nelle persone più bisognose di cure, è un autentico pilastro della salute pubblica, che, ricordiamo, grava sulle spalle di tutti i contribuenti e di certo è una pratica che ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nel debellare alcune malattie e su questo i dati sono oggi molto solidi, quindi non vi è dubbio che vi sia un aspetto positivo. Anche se io penso sempre che in ogni cosa vi è sempre un aspetto differente, come a dire che ogni medaglia ha il suo rovescio e che ad ogni beneficio sia legato un sacrificio. L’aspetto su cui dobbiamo manifestare qualche dubbio è l’idea di utilizzare lo strumento della vaccinazione come obbligo e non come scelta ponderata. 
L’obbligo forse è quella misura autoritaria e paternalista che un padre adotta verso i propri figli quando non è più in gradi di fornire risposte plausibili, quindi incapace di rispondere alle contestazioni rappresentate. Ed allora ecco che viene fuori il: “basta si fa come dico io”. Ma è sempre giusto fare così? Alcuni interessati all'argomento hanno sottolineato che dipingere l’esitazione sociale sui vaccini come una semplice battaglia tra gruppi anti vaccini di una popolazione ignorante da una parte e ragione scientifica e salute pubblica dall'altra, promuove una controversia improduttiva, sterile che non ci porta da nessuna parte. Gli esperti  sottolineano che la maggior parte dei genitori che non fanno vaccinare i loro bambini, convinti di agire per il loro bene, non sono realmente contrari ai vaccini, quanto spaventati dalla non conoscenza certa e per i tanti pareri contrari, quindi dovrebbero essere messi nelle condizioni di capire e valutare per decidere autonomamente guidati da personale competenti, che ricevano una preparazione apposita. La gente ha bisogno di ricevere un’azione informativa basata su dati scientifici esatti e veritieri che sia assolutamente trasparente, e non celata dai giganteschi interessi economici che potrebbero muore le fila. L’indipendenza dalle case farmaceutiche è un elemento importante, qualsiasi azione si svolga. 
E’ necessario escludere ogni sospetto di influenza delle imprese per tranquillizzare chi si è oramai reso diffidente dagli enormi interessi in gioco. La trasparenza, che dovrebbe imporre di giustificare esplicitamente ogni scelta proposta o a maggior ragione imposta alla popolazione, può avere un senso. Quindi un si per rendere temporaneamente obbligatorio un vaccino in caso di basse coperture? Oggi i canali informativi sono numerosi ed hanno spesso smascherato le vicende truffaldine messe in opera dal ramo scientifico e farmaceutico. Questo è uno dei motivi di quelli che ha causato un calo delle vaccinazioni. Sono stati dimostrati casi in cui gli esperti, evidentemente non neutrali, suggerivano dei legami fittizi tra determinati farmaci ed alcune malattie non proprio connesse. A tutto ciò si lega poi il diritto sul brevetto del farmaco, poi i cosiddetti equivalenti, gli interessi dei soci del nuovo farmaco, quello dei medici e chi più ne ha più ne metta. Però d’altra parte abbiamo detto che non vi è dubbio sul beneficio di vaccinarsi. Pensiamo un attimo al bambino che va a scuola e viene contagiato. Per il suo sistema immunitario affrontare la malattia sarà sicuramente una sfida più complicata che vaccinarsi. Inoltre, chi viene colpito dalla malattia, potrà essere esposto al rischio di sviluppare una complicazione anche grave o di trasmetterla agli altri, con il tutto il costo e sforzo che ne deriva in danno della salute e della cassa pubblica. 
La vaccinazione invece prepara in modo più mirato il sistema immunitario permettendo di prevenire le malattie. Poi se si considera il basso dosaggio farmaceutico possiamo dire che gli effetti collaterali legati alla vaccinazione sono per lo più reazioni locali nella sede dell’iniezione, mentre gli effetti gravi sono davvero rari. Gli esiti fatali sono scongiurati stando in ambulatorio nei momenti immediatamente successivi alla vaccinazione. In ogni caso, è proprio la possibilità di effetti indesiderati che deve spingere a considerare con attenzione il rapporto tra rischi e benefici quando si valuta la somministrazione di un vaccino. Io un parere certo sull'argomento non l’ho ancora maturato, ma forse non per colpa mia. Tu sei favorevole o sfavorevole?

Commenti