8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

CHE COSA È VIRALE

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Sentiamo spesso dire di un qualcosa che è diventato virale, a volte anche cose molto sciocche lo diventano. Se volessimo esaminare il significato della parola potremmo dire che virale è quell'infezione causata da un virus che provoca, direttamente o indirettamente, danni strutturali e funzionali a cellule e tessuti di ogni genere, infezioni che possono evolvere in modi diversi, in relazione sia alle proprietà dei virus che a quella dei tessuti aggrediti. 

Probabilmente oggi il termine virale è più conosciuto per il significato commerciale di esso che basa la sua strategia del passaparola e sulla propagazione a macchia d’olio di un qualcosa entro gruppi omogenei o eterogeni di consumatori o spettatori. Anche un semplice video che attira particolare simpatia può provocare viralità sul web e questo attira l’attenzione di molti. Oggi ritengo che questa parola, una volta usata sporadicamente, è stata inflazionata e strausata in modo errato. Per viralità oggi si intende quel gusto populista che piace in modo così contagioso che viene visualizzato ed apprezzato da tutti, un vero passaparola digitale sul web. Un contenuto che si diffonde molto rapidamente tramite i nuovi mezzi di comunicazione. Il termine virale è stato accostato alla parola virus perché il messaggio, analogamente alla diffusione esponenziale di un virus, viene trasmesso espandendosi molto velocemente, da persona a persona, tramite il principio del passaparola o attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Ma non è facile far diventare virale un qualsiasi contenuto sul web. Quello che rende virale un contenuto è senza ombra dubbio il suo forte grado di apprezzamento coinvolgimento, nonché la capacità di radicarsi in una o più comunità sul social. 

L’oggetto condiviso può essere un classico clip, un gioco, una foto, un post, o altro che viene pubblicato sui social network, siti web e software. Un contenuto di questo tipo se viene giudicato particolarmente interessante, di tendenza, scherzoso, accattivante viene condiviso, copiati e linkato dagli utenti sulle loro pagine web. Rendere qualcosa virale, che nasca dalla spontaneità o dalla casualità, è possibile ma di fatti i social alimentano l’illusione demagogica, che sia estremamente facile, quando in realtà, dietro i grandi successi sono state costruite strategie, o realizzati percorsi idonei seguendo dei canali secondo schemi di comunicazione di massa, attraverso mediatori, come i testimonial pubblicitari e i web influencer. Nulla  viene dal caso anche se nulla è impossibile. Pensare che un qualsiasi post possa diventare dall’oggi al domani virale è sbagliato. La formula del successo non è editabile e non è universale, ma empirica, singolare, particolare. Come dire c’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Ad alcuni possono piacere paesaggi, ad altri volti, ad altri ancora storie, a certi il classico ad altri lo stravagante e tutti poi cercano di non assuefarsi ricercando il diversivo, la novità. 
La curiosità, il gusto sono fatti culturali, la popolarità di qualcosa è molto persuasiva, finché non sentiamo il bisogno di seguire la nostra contrarietà. Naturalmente poiché si tratta di un fenomeno di particolare interesse è stato subito considerato ed analizzato dal mondo degli affari. ll principio del viral marketing ha voluto sfruttare questa ulteriore opportunità basandosi sull'originalità di un'idea o di un qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una determinata cerchia. L'idea, che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri ancora e così via. In questo modo tutti gli utenti suggeriscono o raccomandano l'utilizzo di un determinato servizio. Questa è subito diventata una tecnica promozionale, soprattutto in relazione a prodotti strettamente connessi al mondo della rete. Un esempio di marketing virale in rete sono le e-mail contenenti storie divertenti, giochi online, siti web curiosi, che nel giro di pochi giorni possono attrarre milioni di visitatori. Uno dei fenomeni che ha coinvolto molto i bambini ed adolescenti a livello internazionale è stato la challenge, una sorta di gara, sfida musicale, che è diventato subito virale. Però teniamo presente che questo fenomeno tratta anche un business che per alcune società si è trasformando in una vera e propria gallina dalle uova d’oro. SmartStudy, l’azienda coreana che ha prodotto il “piccolo squalo”, da quando ha pubblicato il video, ha visto triplicare gli utili fino ad arrivare a 24 milioni di dollari. Mica bruscolini! 
Anche i più piccoli, che non sono più o meno esclusi dalla rete, sono a loro insaputa dei piccoli spettatori ignari della potenzialità fornita da loro stessi al mondo del fatturato. I genitori più moderni usano i social come baby sitter digitali. Chi non ha mai visto una felice famiglia a cena in pizzeria con il figlio tranquillo al tavolo che guarda il cellulare o il tablet. Meglio di una baby sitter. Ed ecco che a quel punto anche filastrocche, ninne-nanne e canzoni, giochi, video e tanto altro, per i più piccoli diventano virali e danno vita a un business d’affari milionario. E’ statistica che un bambino su cinque, maneggia il suo smartphone o tablet prima di aver compiuto cinque anni. Ora chi lavora in rete e pubblica contenuti ed ha come obiettivo finale quello di far diventare il proprio prodotto virale, questo lo sa e lo sfruta. Per chi vuole qualche dritta utile sull'argomento consiglio la lettura del libro che segue: 

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CONSIGLI E STRATEGIE
La rete internet è satura di contenuti di ogni genere e per diventare virali sul web, non sarà più sufficiente avere delle idee originali. Per avere un’alta risonanza nel mondo internet diventa necessario seguire delle strategie efficienti. Qui alcuni consigli:
sfruttare al meglio le motivazioni e i comportamenti individuati più comuni. Progettare una strategia di marketing che si basi sulle motivazioni e i comportamenti più comuni. E' il modo migliore per innescare la rivalità, è come fingersi pazzi se si vuole conquistare un mondo di folli. Oppure ancora non si può andare a vendere milioni di frigoriferi al polo nord;
scegliere il formato giusto, puntando sui video oppure sui contenuti testuali, a seconda dei casi. Ricordiamo che i video sono i prodotti più fruiti sulla rete per la loro immediatezza. Gli utenti più giovani tendono a condividere frequentemente i filmati oppure le foto sulle proprie pagine social;
sfruttare il social listening ovvero analizzare e monitorare in modo costante i contenuti e le campagne inerenti a prodotti simili a quelli che si vogliono diffondere;
trarre il massimo profitto dalle reti di comunicazione esistenti, perché già una parte di lavoro lì è stato fatto. Ogni persona ha una conoscenza molto stretta con una rete composta tra familiari, amici, colleghi. Alcune persone hanno una rete più ampia in base alla posizione che ricoprono nella società. L’obiettivo della pianificazione della campagna di marketing sta nell'imparare come inserire il messaggio pubblicitario nelle relazioni esistenti tra le persone;
puntare sull’Influencer Marketing che hanno già un tipo di marketing in cui la concentrazione è posta su di loro che sono già autorevoli. I cosiddetti influencer ovvero quelle figure che hanno molta autorità sui potenziali clienti o follower, quindi vengono inseriti in video, foto o campagne pubblicitarie.

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