DE BREVITATE VITAE DI LUCIO ANNEO SENECA

Immagine
Lucio Anneo Seneca ha spesso fatto riflessioni sul tempo che inesorabilmente passa e sull’uso che ne facciamo, attribuendo il valore all’esistenza. Ritenuto uno degli intellettuali più lucidi dell’antichità. Nella sua opera “De brevitate vitae” Seneca affronta un paradosso apparentemente moderno: l’uomo sembra non avere mai abbastanza tempo, eppure spreca gran parte della sua vita in quello che è superfluo, inutile e illusorio. Ed io in questa considerazione mi ci ritrovo pienamente. Lucio Annéo Seneca nasce il 21 maggio dell’anno 4 a.c. a Cordoba, capitale della Spagna Betica, una delle più antiche colonie romane fuori del territorio italico. Si era trasferito a Roma negli anni del principato di Augusto: appassionato all'insegnamento dei retori, divenne assiduo frequentatore delle sale di declamazione. Sposò in giovane età una donna di nome Elvia da cui ebbe tre figli. Lucio Anneo Seneca: il desiderio del futuro, il disgusto del presente per poi provare rimpianto per il passato Se...

CHE COSA È IL RAMADAM

tipologia di chiesa islamica

Il periodo più sacro per gli islamici che è compreso tra il 26 maggio e il 24 giugno (per l’anno 2017) e prevede rituali molto specifici, con le sue regole ineccepibili. Questo è il Ramadam, il rituale antico sempre rispettato che ha radici molto antiche e dura 29 o 30 giorni. Un mese unico. Ramadan  in arabo significa mese torrido ed è il periodo che l’Islam dedica al digiuno. Un  momento di purificazione, come la Quaresima cristiana.

Secondo la storia islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano, ovvero il libro della guida spirituale per gli uomini di retta direzione, nel nono mese dell’anno del calendario lunare musulmano, ovvero il mese del Ramadam. Proprio da qui il nome del singolare rito spirituale. È il mese sacro che i musulmani dedicano al digiuno e alla preghiera, all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare, praticare sesso, mentire, usare un linguaggio scurrile. Bisogna essere più devoti possibile, fare beneficenza e passare molto tempo a leggere il Corano e meditare. Il Corano è diviso in 30 parti uguali chiamate juz’, e molti fedeli ne leggono una al giorno in questo mese. Un periodo veramente duro e di sacrificio da effettivo praticante. Da questo severo digiuno vengono esentati solo i minorenni, i vecchi, i malati e le donne in gravidanza. Il digiuno viene interrotto solo al tramonto con un bicchiere d’acqua o datteri, seguito poi dal pasto serale. 
I musulmani praticano questo digiuno per disciplinarsi e purificarsi, imparando così a controllare le loro voglie e a reprimere i loro istinti. Imparano a essere padroni di se stessi e si avvicinano in questo modo, di più al loro Dio. Dopo aver recitato una brevissima preghiera, al termine del digiuno si è soliti mangiare datteri o bere acqua, per aprire il digiuno, come faceva il profeta Maometto. Quando si arriva all’ultimo giorno di digiuno si festeggia. La festa che cade alla fine del Ramadan si chiama Eid ul Fitr. I festeggiamenti cominciano con il sorgere della luna nuova. Durante l’Eid, i musulmani indossano i loro vestiti migliori, si scambiano regali, passano più tempo con la loro famiglia e con i loro amici. Mangiano abbondantemente e si augurano a vicenda Eid mubarak, ovvero buon Eid. La maggior parte dei fedeli dona soldi in beneficenza per assicurarsi che anche i meno fortunati possano festeggiare il periodo del Ramadam.

PERIODO DEL RAMADAM
Il mese di Ramadan non cade sempre nello stesso periodo perché si fonda sul calendario lunare degli islamici. La numerazione dell'anno non coincide con gli altri perché i musulmani iniziano a contare dal nostro 622, ovvero l'anno in cui Maometto lasciò la Mecca per recarsi a Medina. Il Ramadan inizia, ogni volta, 11 giorni prima dell'anno precedente. Ci sono anni in cui viene celebrato in inverno, quando le giornate sono più corte. Per i musulmani l’anno corrente è il 1438.

I CINQUE DOVERI
Questo tipo di prescrizioni si basa sui cinque pilastri della fede islamica (recita quotidiana delle cinque preghiere, professione di fede, elemosina, pellegrinaggio una volta nella vita a La Mecca e digiuno), ovvero sui precetti che ogni musulmano deve obbligatoriamente osservare.
  • SAWN, Il digiuno  è uno dei cinque doveri della fede islamica;
  • KALIMA, la professione di fede;
  • SALAT, la recita quotidiana delle cinque preghiere;
  • ZAKAT, l’elargizione delle elemosine;
  • HAGG, il compimento almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio a La Mecca in Arabia Saudita.

OBBLIGHI DEL RAMADAN

Il Ramadan per i musulmani è un momento molto importante di condivisione e di unione, dove usano invitare i propri amici più stretti e vicini a condividere il pranzo serale, seppure ogni paese che aderisce al Ramadam, ha delle differenze lievi relativamente ai cibi che si possono mangiare. In questi pranzi serali chiamati iftar recitano particolari preghiere chiamate Tarawih.
Essendo il periodo sacro per eccellenza, va rispettato il digiuno, preghiera e carità verso i poveri, ma anche meditazione e autodisciplina secondo un cammino di purificazione che riguarda sia la sfera fisica che quella morale. Il mese sacro all’Islam, infatti, prevede che ci astenga sia dagli eccessi come l’alcool, il fumo e i rapporti intimi, sia dalle cattive azioni come bugie, calunnie o litigi. Oltre a rischiare, nei casi più gravi, un’accusa per apostasia, chi disattende volontariamente, ai precetti del Ramadan è obbligato a rimediare offrendo cibo o denaro ai bisognosi e prolungando l’astinenza per un massimo di 60 giorni. Per chi, al contrario, trasgredisce involontariamente le regole, il Corano non prevede alcuna punizione se non quella di riprendere l’astinenza subito dopo il periodo d’interruzione.

Perché tanti musulmani praticanti sono così esasperatamente invasi da un risentimento verso l'occidente e tutto ciò che ne consegue, se i presupposti apparenti di questa religione appaiono così nobili?


Commenti