SE TU MI DIMENTICHI DI PABLO NERUDA

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https://amzn.to/4fqTRI6 Questa splendida poesia di Pablo Neruda esplora i temi dell’amore e della perdita con una grande profondità. Qui Neruda cattura la fragile bellezza dell’amore, mettendo in luce la delicatezza del legame tra due persone. La poesia si apre intimamente con: “Voglio che sappia una cosa” coinvolgendo il lettore Descrive come ogni cosa intorno a lui lo conduca al pensiero della persona amata. La luna, il ramo rosso d’autunno, e la legna vicino al fuoco diventano simboli della sua connessione profonda con lei. Neruda prosegue con una potente immagine di trasformazione e adattamento: “leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.” Questo passaggio mostra la capacità di rinascere e trovare nuovi orizzonti anche dopo una separazione, tuttavia, la poesia culmina con una promessa di amore eterno e incondizionato se l’amata sente che il suo destino è con lui. Questa è una poesia che esplora la complessità dell’amore e ci offre una riflessione sin

L’ODIO DELLA RETE SECONDO ME

odio nelle rete e bomba

Ho sempre pensato che la natura umana non sia poi tanto buona, meglio decisamente quella degli animali che sono aggressivi solo per necessità. Non so se si possono migliorare le cose soprattutto se penso all'aggressività crescente che si manifesta sui social network che è in continuo aumento, seppure, forse, non è tutta colpa della profonda  natura umana. L’odio, l’aggressione e tutti gli altri fenomeni sociali negativi erano già fuori controllo un tempo, ora con lo sviluppo della rete è diventato tutto più complicato.  

Perché? Tutti si cercano, si odiano, si umiliano e si insultano online. Le statistiche affermano che quasi la metà delle persone sono vittime di atteggiamenti vessatori e molestatori in rete, vittime di cyber bullismo. I motivi e gli atteggiamenti sono tanti ed uno dei maggiori argomenti che scatena l’aggressività è risultato essere il tema della politica e delle scelte di vita in genere. Una buona parte di persone viene insultata  da individui conosciuti mentre molti altri da ignoti che sono favoriti nel mostrare la loro indole vessatoria e violenta dall'anonimato del web. In questi casi alcuni reagiscono rendendo pan per focaccia, altri ignorano lasciando scivolare il tutto alle spalle. Purtroppo non vi sono sempre contraccolpi per chi aggredisce e questa assenza di ripercussioni senz'altro incoraggia all'aggressività che rimane impunita. Frasi minacciose o offensive scritte da utenti anonimi sono continue e non classificabili, alcuni orgogliosamente inneggiano addirittura a figure storiche passate alla storia, solo per le atrocità commesse. Questo tipo di scontro nella rete e quindi in pubblico non avviene solo tra i comuni mortali, rintanati nelle loro pagine web, ma anche tra uomini e donne noti, anche di potere che si insultano e minacciano pubblicamente con ogni sistema e questo certo vale come esempio negativo per tutti gli altri. Internet è ormai diventata un luogo particolarmente esplosivo dove ci si offende anche per dare più risalto al proprio selfie piuttosto che ad un altro. Le aggressioni sui social network hanno raggiunto una tale cattiveria che è diventato veramente incontrollabile. 
Chissà cosa sta di fatto facendo emergere tutta questa aggressività e chissà cosa significa? L’odio è tangibile e in crescita e in questo penso che i social hanno contribuito molto liberando quella che è la grettezza umana. Eppure fondamentalmente doveva accadere il contrario nel tempo. Oggi abbiamo molta più conoscenza, le capacità dell’individuo sono cresciute, le opportunità pure e tendenzialmente la collaborazione dell’uno con l’altro ha permesso di compiere passi importanti. L’uomo infondo è portato a coesistere, per lavorare insieme, instaurare relazioni sociali diversificate e trovare, globalmente, soluzioni ai problemi di tutti. Infondo il male viene sempre a galla, basta solo che il primo compie un atto malvagio e c’è sempre qualcuno che risponde a tono e poi il tutto si espande a macchia d’olio. In effetti ho sempre pensato che se metto una mela marcia in una cassetta colma di mele buone non saranno mai queste ultime a sanare quella marcia, ma sarà esattamente il contrario. Purtroppo l’uomo condiziona i suoi comportamenti in conseguenza di ciò che percepisce di ciò che incontra e agisce facendosi plasmare da chi lo circonda ogni giorno, scegliendo nel peggio, tra gli amici, conoscenti, colleghi, familiari, istituzioni, modelli ed altro. Non sceglie mai un punto di riferimento giusto, è più facile seguire e giustificarsi con quello sbagliato. Ognuno di noi subisce involontariamente l'influenza degli atteggiamenti delle persone, dei luoghi e dei modi di fare che consideriamo più vicini a noi stessi e se c’è da scegliere, si va sempre nella direzione non corretta, dove la realtà virtuale diventa più vera di quella reale se è più condivisa. 
Non c’è più una verità concreta, ma la verità è diventata quella sposata dalla maggioranza, più votata in rete, anche laddove è palesemente improbabile o addirittura impossibile. Invece sono solitamente d’accordo con la minoranza, cioè quella parte di persone che decidono di pensare in modo autonomo ed essere dell’opinione di valutare senza seguire a ruota tutto ciò che dicono gli altri. Non può essere giusto qualcosa solo perché è più riconosciuto dagli altri. Quindi mi chiedo che cosa è cambiato nel moderno sistema di vita dell’essere umano, quale evoluzione sta andando per il verso sbagliato? Io non amo molto i social ma guardo con attenzione gli altri e noto che molti hanno più amici e conoscenze virtuali che reali, ci si informa più cercando in rete che attraverso esperienze sociali fisiche e ascoltiamo più un post con un grande share che il tangibile racconto raccolto in una conversazione tra persone. Ho conosciuto un nonno che è stato prigioniero di guerra per tredici mesi negli anni ’40 ed ho ascoltato i suoi racconti di vita vissuta con attenzione cogliendo le sfumature di quella vita vissuta realmente, ma la mia impressione è che le persone danno ceca attendibilità a ciò che è scritto su di un post, letto da un monitor piuttosto che a tutto il resto. Oggi siamo tutti più disuniti dalla relazione umana e dalle modalità di interazione sociale. In particolare con i social media, stanno crescendo di pari passo le divisioni individuali, celate sotto un quasi garantito anonimato. L’anonimato sulle piattaforme online rimuove quella parte fondamentale dell’equazione della socialità umana, favorendo la strada a manifestazioni di aggressione individuale o collettiva sempre più grave. Contrastare qualcuno è diventato troppo semplice perché non richiede più un confronto faccia a faccia e l’assenza di ripercussioni incoraggia il fenomeno. 
Una parte di umanità si schiera sempre e fortunatamente per la soluzione dei problemi ed ha capacità di osservare il funzionamento dell’uomo, sforzandosi di immaginare come migliorarlo perché forse è guidato da quell'istinto di umanità devoto alla crescita e alla salvaguardia della specie. Infondo dobbiamo pur essere dotati della capacità necessaria per educare l’odio e promuovere la coesione. L’unione da sempre fa la forza. Affrontare il problema in gruppo con una risposta ragionata collegiale è meglio di farlo con un gesto istintivo ed isolato. Darsi da fare all'unisono guidando il lavoro dei social del mondo contemporaneo per opporsi alle prepotenze e agli abusi. Usare la rete e i social per costruire e migliorare non  per aggredire.

Commenti

  1. Solo da pochi mesi ho iniziato a scrivere sul mio blog i miei personali punti di vista, le mie idee, i miei sogni e sto cercando sempre di farlo con pacatezza ed equilibrio. Si e' vero, urlare, strillare e cercare di umiliare l'antagonista verbale e' di gran moda, ne sono una testimonianza non solo i social networks, ma anche e sopratutto la televisione dove i talk shows sono strapieni di pseudo opinionisti sbraitanti.
    Personalmente non posso che essere convinto, come ho letto, anche, su questo articolo che per costruire e migliorare bisogna opporsi alle prepotenze e agli abusi conservando l'equilibrio, la calma ed il rispetto degli altri.

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