Nel percorso della vita, molte volte ho
voluto e ho pensato di portare a compimento un progetto, ho immaginato di fare qualcosa che
era ben chiara nella mia mente, ma poi..... La stessa convinzione l’ho letta, spesso, anche negli
occhi di tante persone alcune più vicine altre meno, eppure lo sguardo identico. Però non è mai facile
capire fin dove incaponirsi nel raggiungere un obbiettivo e soprattutto fino a
quando è giusto pensare di poterlo realizzare.
Studiare un progetto, iniziare a pianificarlo
e portarlo avanti, nonostante gli ostacoli incontrati prevedibili ed il lungo
il cammino da sopportare, denota un grande carattere ed una capacità di non
arrendersi, di non fermarsi, di adoperandosi per il raggiungimento della meta
prefissata, sicuramente non comune. Però la domanda rimane lo stesso fino a
quando è giusto farlo, fino a quando è corretto perseguire quel sogno?
La perseveranza e la tenacia sono virtù che
non tutti hanno e bisogna certamente dargli un valore. Quello per cui mi sono
fermato a scrivere questo post è stato cercare di capire fin dove è giusto perseverare e dove si cade in errore trascendendo nell'ostinazione. Vi è certamente differenza tra perseveranza e ostinazione,
la questione non è affatto banale e non può essere limitata alla semplice
definizione che si può trovare in un dizionario. Solitamente la perseveranza risiede
nelle persone più creative, che sono anche caratterizzate dalla profonda curiosità,
dall'apertura, dall'individualismo, dall'attitudine, o a volta dall'incoscienza, di sapersi assumere dei rischi che possono essere anche grandi. Molti studi
sostengono che a parità di condizioni, la perseveranza è quel tratto che fa la
differenza tra successo e insuccesso. Pensate un attimo ai quei giovani pieni
di talento che si sono subito distinti nel mondo della musica, dello spettacolo, del calcio, sono persone spesso
creative e indisciplinate nella vita, ma hanno, senza dubbio, il carattere della perseveranza. La perseveranza è una risorsa preziosa che va
coltivata e sfruttata come fosse un
talento, anche perché diciamoci la verità, il solo talento, senza la
necessaria costanza e determinazione, non è sufficiente, non è detto che porti
ad un risultato certo. Tanti talentuosi non hanno raggiunto il successo previsto.
Dall'altra parte vi può essere la paura di
esagerare, di perdere di vista la giusta misura e di cadere nell'ostinazione,
che non può essere accolta favorevolmente. Ostinarsi a voler conquistare un
qualcosa che non è raggiungibile, non può essere considerato come una virtù, anzi. Anche l’ostinazione, in effetti, è un altro
tratto tipico della personalità creativa. Un tratto comunque presente in un’unità legata ad
un profondo senso di se stessi, del proprio valore che di parallelo cammina nella costante
insoddisfazione, con l’obbiettivo di raggiungere sempre chissà che. Confidare nelle proprie idee va bene, senza
però crederci fino all'inverosimile, perché gli ostacoli vanno superati, ma l’ostinazione
può trasformarsi in un’enorme trappola quando si arriva a negare l’evidenza di
un clamoroso flop. La capacità di abbandonare una strada che si dimostra
infruttuosa e dunque ripartire, senza continuare a sbattere il muso contro il muro
fino a farsi male, è la scelta più giusta. L’autostima, ottimismo, fiducia in se
stessi, e la capacità di riconoscere le emozioni vere, anche quelle negative,
vanno bene, si diventa abili nell'essere orgogliosi per quello che si fa. Penso
che la perseveranza a differenza dell’ostinazione non è cieca.
Sono tante le persone che pur munite di un
vero talento, chi nel campo della musica, chi in quello dello sport, chi in
quello della dialettica e via dicendo, non avendo di concerto una particolare
tenacia e perseveranza nel raggiungimento di un obiettivo, vinti dalla
stanchezza oppure dallo sconforto, hanno fallito. Quindi senza dubbio la
perseveranza fa la differenza. Credere in ciò che si fa fino in fondo, lottare ad
ogni costo per conseguire ciò in cui si crede è la giusta chiave per realizzare
i propri sogni. Costerà fatica, sarà indubbiamente faticoso, ma bisogna insistere e
persistere. Non bisogna mollare.
Questo vuole essere solo uno spunto per
una giusta riflessione, che deve essere del tutto individuale.
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