AMORE NON CORRISPOSTO, È INUTILE RINCORRERE

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  Ci sono momenti nella vita in cui ci ritroviamo a rincorrere qualcuno, a inseguire un amore che, in realtà, esiste solo nella nostra testa. A tutti sarà capitato di inseguire, per tanto tempo, persone che non mi ricambiavano davvero. C i si ritrova più volte a rincorrere l’idea di un amore che, in fondo, non esiste da nessuna parte. Anche ii ho investito tempo, energie, pensieri e sentimenti in relazioni che non avevano futuro, solo per scoprire, alla fine, che la felicità non si trova nell’illusione di essere ricambiati, ma nella consapevolezza di meritare un qualcosa di autentico e sincero. A volte, cerchiamo la felicità nei posti sbagliati, nelle persone sbagliate, forse per colmare un vuoto dentro di noi o riscattare ferite mai guarite. Ricordo una volta, in particolare, in cui ero convinto che quella persona fosse la mia anima gemella. Mi aggrappavo a ogni piccolo gesto, a ogni parola gentile, interpretandoli come segni del destino. Ma la realtà era diversa: dall’altra par...

LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

uomo al telefono

In questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante.

Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci.
Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui dobbiamo avere cura in modo accurato, perché rimanere soli e malati porta all’autodistruzione. Invece tutti, mi sembra, che si mostrino strafottenti su questi punti e, al contrario al minimo disturbo, corrono per mettersi nelle mani di un esperto che li risolva, laddove si accorgano di un problema. Questo è l’atteggiamento dei più attenti, perché gli altri neanche questo. L’epoca dell’apparire ha preso il sopravvento sull’essere umano, oramai ossessionato dal successo mediatico, dal numero di like sui social, dall’approvazione e riconoscimento altrui. È in questa corsa sfrenata verso la visibilità, che ci dimentichiamo spesso di ciò che conta davvero. 

L’uomo ha sempre desiderato essere riconosciuto e apprezzato, ma oggi questo bisogno è diventato una dipendenza. Le persone di ogni età passano ore a curare la propria immagine online, scegliendo con attenzione quale foto pubblicare, quale frase condividere, quale filtro applicare. Ci preoccupiamo di ciò che gli altri pensano di noi al punto da mettere in secondo piano ciò che davvero dovrebbe stare al primo posto: noi stessi e le persone che amiamo.

La salute, in particolare, è spesso vista come un elemento scontato, da considerare solo quando inizia a mancare. Trascorriamo giornate seduti davanti a uno schermo, ci priviamo del sonno per rispondere a un messaggio o pubblicare un post, trascuriamo una dieta equilibrata in favore di pasti veloci da consumare al volo. Tutto questo per inseguire un successo effimero che, alla fine, non ci nutre né ci arricchisce, ci rende solo schiavi e soli. Allo stesso modo, anche gli affetti patiscono la medesima deriva. Quante volte ci troviamo a guardare il telefono mentre siamo a cena con amici o familiari? Quante volte scambiamo una conversazione vera con un messaggio frettoloso? La connessione umana, quella reale, fatta di sguardi, parole e gesti, viene spesso sacrificata in favore del mostrarsi.
L’idea di successo oggi è distorta: non è più legata ai valori, alle competenze o ai legami autentici, ma al numero di follower o al clamore che si riesce a suscitare. Questa dinamica porta le persone a inseguire continuamente l’idea di essere qualcun altro, perdendo di vista chi sono realmente. E mentre cerchiamo di apparire perfetti agli occhi degli altri, trascuriamo la nostra salute mentale e fisica, ignoriamo i segnali del corpo e ci allontaniamo da chi potrebbe darci amore e supporto autentici. Il paradosso di questa situazione è che, nel tentativo di apparire più vicini agli altri attraverso i social media, ci allontaniamo sempre di più dalla vera vicinanza. La condivisione virtuale non può sostituire il calore di una relazione reale. Eppure, molte persone preferiscono dedicare tempo ed energie a costruire un’immagine digitale piuttosto che coltivare i rapporti reali.
Questa corsa all’apparenza ha un prezzo alto. Le persone si sentono sempre più sole, nonostante siano costantemente connesse. Ansia, stress e depressione sono in aumento, alimentati dall’ossessione di essere all’altezza di standard irrealistici imposti dagli stessi i social. Non è raro sentire storie di individui che, nonostante il successo apparente, si sentono vuoti e insoddisfatti e cadono nella depressione.

La vita vera non è misurata dai numero follower o dei like, ma dalla qualità della nostra vita, delle nostre relazioni e dalla serenità che proviamo dentro di noi. È tempo di spegnere lo schermo, alzare lo sguardo e riscoprire il valore della relazione umana e della cura di sé. Solo così possiamo ritrovare un equilibrio che ci permetta di vivere una vita piena e autentica, lontana dalle illusioni di un’apparenza che non ci appartiene. L’obiettivo è essere e non apparire.

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