MONSIGNORE BERGOGLIO DIVENTATO PAPA FRANCESCO
Non è passato molto tempo, eppure, a molti, sembra il papa di sempre. Quella sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, Monsignore Jorge Mario Bergoglio, forse scavalcato alle precedenti elezioni, viene eletto papa, assumendo il nome di Francesco in onore di San Francesco d'Assisi.
È, di fatti, il primo gesuita a diventare papa e il primo
pontefice che proviene dal continente americano. Quella sera si presentò così: “Fratelli
e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un
vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo
quasi alla fine del mondo, ma siamo qui”
Dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI, la comunità diocesana di
Roma ha avuto il suo nuovo vescovo. Inizia così il nuovo cammino della chiesa
cattolica Romana. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi
stessi. Prima di procedere alla sua prima Benedizione, Papa Francesco
chiese al popolo di pregare il Signore perché benedicesse lui. “La
preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in
silenzio questa preghiera di voi su di me”.
Nel suo primo discorso pubblico come papa, dopo aver salutato
affettuosamente la folla con un cordiale e semplice "buonasera", ha
chiesto di pregare per Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la
preghiera del Padre nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre.
LE SUE ORIGINI
Papa Bergoglio è il primogenito, nato da una famiglia di origini
italiane. Il padre Mario era un funzionario delle ferrovie partito nell'anno
1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires; la madre Regina
Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna era originaria di Santa
Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova. Molto
giovane all'età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli viene
asportata la parte superiore del polmone destro. All'epoca, le malattie
polmonari come infezioni fungine o polmoniti, erano curate chirurgicamente per
la scarsità di antibiotici. Questo è stato, per quanto è noto, uno dei motivi
per il quale i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il
conclave della sua elezione. Prima perito chimico, si è mantenuto per un certo
periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in
un locale malfamato di Córdoba. Nel suo passato è esistita anche una fidanzata
prima di dedicarsi alla vita ecclesiastica. Dopo decise di entrare nel
seminario di Villa Devoto e il giorno 11 marzo 1958 cominciò il suo noviziato
nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un prima periodo in Cile per poi tornare
a Buenos Aires, in seguito. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e
psicologia nei collegi di Santa Fé e Buenos Aires. Riceve l'ordinazione
presbiterale il 13 dicembre 1969 per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo
di Córdoba, Ramón José Castellano.
IL NOME FRANCESCO
Papa Bergoglio è stato il primo pontefice ad assumere il nome di
Francesco. Il 16 marzo ha spiegato, in occasione del suo incontro con i
giornalisti nell'Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome
pontificale:
“Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di
San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il
cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa, lui mi
confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto,
perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: -Non
dimenticarti dei poveri!-. E quella parola è entrata qui: i Poveri, i poveri. Poi,
subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato
alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E
Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore:
Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo
che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il
creato una relazione non tanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di
pace, l'uomo povero... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”
LA MODERNITA’ DI FRANCESCO
Papa Francesco senza ombra di dubbio, in poco tempo, ha già
reimpostando il rapporto tra Chiesa Cattolica e società contemporanea. Ha
rintagliato la Chiesa per l’epoca attuale, spogliandola un po’ della mitologia
e delle pratiche di un papato vecchio stile, quello con il pontefice sovrano e
vescovi, preti e fedeli suoi sudditi.
La rivoluzione di Francesco consiste nel fatto di avere
organizzato un sondaggio universale su ciò che pensano i fedeli e di affidare
al congresso dei sacerdoti del 2014 e 12015 la responsabilità di sciogliere, a
viso aperto, i noti legami alle non tolleranze, quali quelle sulla sessualità.
Il Pontefice è sempre più vicino al popolo della Chiesa, sia fisicamente,
attraverso numerosi incontri; che addirittura tramite il web, il modo più
semplice e diretto per coinvolgere le nuove generazioni e indurle ad un
avvicinamento alla Chiesa, che si andava perdendo.
Tuttavia, egli è cosciente dei rischi che la comunicazione via web
può comportare e mette in guardia anche da questo fenomeno, ritenendo che
"non basta passare lungo le strade digitali, cioè semplicemente essere
connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall'incontro vero. Non
possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere
amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. Non sono le strategie comunicative a
garantire la bellezza, la bontà e la verità della comunicazione".
LA RIVOLUZIONE DI FRANCESCO
Eletto Papa, ha subito chiarito uno dei suoi punti di vista,
affermando che il tempo la fa da padrona nelle scelte. Lui non è per gli
strattoni, ma procede piano piano, avviando quei processi di trasformazioni che
inevitabilmente devono giungere, nonostante le resistenze incontrate. Sa bene
che tutto questo richiede pazienza ma si ripete, fiducioso, che “Dio si manifesta
nel tempo”.
Si sta occupando dei profughi denunciando la globalizzazione
dell’indifferenza e gridando “vergogna”.
Predilige la strategia del dialogo con l’Islam, per non fare il
gioco dei fondamentalisti.
Per l’aborto ha detto a chiare lettere che “Nessuno può essere
condannato per sempre, non è la logica del Vangelo”, seppure, per Francesco
il matrimonio resta indissolubile.
Sulla sessualità ha detto:
"Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in
cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla". Anche perché "Dio
ci ha reso liberi". “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta
da Dio e ogni altro tipo di unione”.
“La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in
un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni. Con i
Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che
vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale,
esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo
anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio
orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto”.
Link:
Commenti
Posta un commento