LE SUE ORIGINI
Papa Bergoglio è il primogenito, nato da una famiglia di origini italiane. Il padre Mario era un funzionario delle ferrovie partito nell'anno 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires; la madre Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna era originaria di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova. Molto giovane all'età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. All'epoca, le malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti, erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Questo è stato, per quanto è noto, uno dei motivi per il quale i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione. Prima perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. Nel suo passato è esistita anche una fidanzata prima di dedicarsi alla vita ecclesiastica. Dopo decise di entrare nel seminario di Villa Devoto e il giorno 11 marzo 1958 cominciò il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un prima periodo in Cile per poi tornare a Buenos Aires, in seguito. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fé e Buenos Aires. Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba, Ramón José Castellano.
IL NOME FRANCESCO
Papa Bergoglio è stato il primo pontefice ad assumere il nome di Francesco. Il 16 marzo ha spiegato, in occasione del suo incontro con i giornalisti nell'Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome pontificale:
“Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: -Non dimenticarti dei poveri!-. E quella parola è entrata qui: i Poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di pace, l'uomo povero... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”
LA MODERNITA’ DI FRANCESCO
Papa Francesco senza ombra di dubbio, in poco tempo, ha già reimpostando il rapporto tra Chiesa Cattolica e società contemporanea. Ha rintagliato la Chiesa per l’epoca attuale, spogliandola un po’ della mitologia e delle pratiche di un papato vecchio stile, quello con il pontefice sovrano e vescovi, preti e fedeli suoi sudditi.
La rivoluzione di Francesco consiste nel fatto di avere organizzato un sondaggio universale su ciò che pensano i fedeli e di affidare al congresso dei sacerdoti del 2014 e 12015 la responsabilità di sciogliere, a viso aperto, i noti legami alle non tolleranze, quali quelle sulla sessualità. Il Pontefice è sempre più vicino al popolo della Chiesa, sia fisicamente, attraverso numerosi incontri; che addirittura tramite il web, il modo più semplice e diretto per coinvolgere le nuove generazioni e indurle ad un avvicinamento alla Chiesa, che si andava perdendo.
Tuttavia, egli è cosciente dei rischi che la comunicazione via web può comportare e mette in guardia anche da questo fenomeno, ritenendo che "non basta passare lungo le strade digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall'incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. Non sono le strategie comunicative a garantire la bellezza, la bontà e la verità della comunicazione".
LA RIVOLUZIONE DI FRANCESCO
Eletto Papa, ha subito chiarito uno dei suoi punti di vista, affermando che il tempo la fa da padrona nelle scelte. Lui non è per gli strattoni, ma procede piano piano, avviando quei processi di trasformazioni che inevitabilmente devono giungere, nonostante le resistenze incontrate. Sa bene che tutto questo richiede pazienza ma si ripete, fiducioso, che “Dio si manifesta nel tempo”. Si sta occupando dei profughi denunciando la globalizzazione dell’indifferenza e gridando “vergogna”. Predilige la strategia del dialogo con l’Islam, per non fare il gioco dei fondamentalisti. Per l’aborto ha detto a chiare lettere che “Nessuno può essere condannato per sempre, non è la logica del Vangelo”, seppure, per Francesco il matrimonio resta indissolubile.
Sulla sessualità ha detto:
"Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla". Anche perché "Dio ci ha reso liberi". “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.
“La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni. Con i Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto”.
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