8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

COSA FARE QUANDO MUORE IL NOSTRO ANIMALE

cimitero animali

Il nostro animale domestico, ci rende certamente la vita più felice, ci tiene compagnia e condivide con noi molti istanti della nostra vita, nel bene e nel male. Però poi arriva un giorno in cui ci abbandona, dopo mille fatiche e sopportazioni e non sappiamo esattamente cosa fare. La prima volta poi è la più tragica semmai ce ne sarà una seconda. Dico così perché per molti dopo la dolorosa separazione causata dalla morte, non arriva poi una seconda volta.  

Lo sappiamo che un giorno accadrà, ma probabilmente ci rifiutiamo di pensare che possa arrivare quel momento. Accade che il nostro compagno muoia per vecchiaia oppure che sia necessario praticare l’eutanasia per porre fine alle sue sofferenze, provocate da una malattia diventata, ormai, irreversibile.
CAUSE NATURALI
Quando il nostro animale domestico diventa troppo anziano e comincia a dare segni di cedimento dobbiamo iniziare a pensare. Innanzitutto speriamo che vada tutto bene e che sia indolore, ma quando arriva, arriva. Una volta che è andato, per prima cosa, bisogna chiamare un veterinario, oppure portare l’animale da qualcuno che possa certificare la morte. Se il cane aveva un tatuaggio o un microchip su cui era registrata la sua identità, il veterinario rilascerà un certificato di morte purché lo abbia prima constatato personalmente. Il certificato poi andrà portato agli uffici dell’Asl competente entro un periodo determinato che lo stesso veterinario ci potrà dire. L’animale verrà dunque cancellato dall’anagrafe. Per il gatto, invece, non è necessario alcun certificato. Sul certificato deve essere scritto che il cane non abbia morso nessuno negli ultimi 15 giorni. Una volta adempiuto il percorso burocratico bisogna decidere cosa fare della carcassa. Si può:
  • seppellirlo in un terreno privato dopo che l’Asl deve rilevare il microchip prima di disattivarlo. Questo comunque è possibile se l’animale non è morto a causa di una malattia infettiva. Si scava una buca abbastanza profonda affinché altri animali non possano dissotterrarlo, si butta dentro (se possibile) un po’ di calce e si depone il corpo dell’animale senza metterlo in alcun contenitore;
  • consegnarlo al veterinario che provvederà, a sua volta, a recapitarlo presso una delle ditta incaricate della cremazione dei cadaveri. In questo caso ci sarà da pagare una quota di smaltimento stabilita dalla ditta. L’animale domestico in questo caso viene cremato insieme alle carcasse di altri animali;
  • farlo cremare autonomamente e singolarmente, in un centro specializzato, al quale si potranno poi chiedere le ceneri; portare il suo corpo presso un cimitero per animali al quale va presentato il certificato di morte. In questo il costo dell’operazione è più elevato ma si ottiene una tomba ed un orario di visita per cinque anni, dopodiché il corpo dell’animale domestico viene gettato in una fossa comune.
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EUTANASIA                                            
In alcune circostanze invece  capita che il nostro animale sta piuttosto male e non c’è più niente da fare. In questo caso la  scelta più dolorosa, diventa necessaria. Bisogna chiedere la soppressione dell’animale domestico tramite l’eutanasia, in quanto il cane o il gatto presentano una delle tre situazioni previste, ovvero che l’animale è inguaribile, è incurabile oppure dichiaratamente aggressivo. Una di queste situazioni è necessaria, non va bene la semplice scusa di non volerlo o poterlo più tenere. L’eutanasia viene decisa insieme al veterinario, il quale, dopo aver visitato il cane o il gatto, stabilisce che la sua qualità di vita non è più accettabile a causa di una grave malattia o a causa di una delle altre possibilità. La richiesta va fatta nei casi specifici e non nei casi di malattia dove comunque l’animale è saltellante, mangia, è attivo, ed ha bisogno solo di cure e medicine. Accanimento terapeutico non vuol dire dare al cane dieci compresse al giorno perché cardiopatico, ma così facendo ha una qualità di vita dignitosa. Accanimento vuol dire avere un cane in agonia, che non risponde più ai farmaci e ostinarsi a farlo soffrire e agonizzare per gli ultimi giorni di vita. Se si decide per l’eutanasia del cane perché la sua qualità di vita non è più accettabile, al cane o al gatto verrà praticata prima un’iniezione di anestesia.
Per l’eutanasia del nostro animale veterinario compie prima una iniezione di anestesia (endovenosa o sottocutanea), affinché l’animale passi dal sonno alla morte senza accorgersene e, quindi, senza sofferenza. Quando l’animale si è profondamente addormentato, il veterinario pratica successivamente un’iniezione definitiva, quella del farmaco dell’eutanasia vera e propria. In pochi minuti, e senza che l’animale se ne accorga, avverrà il decesso. Il decesso poi sarà successivamente, constatato e certificato dallo stesso dal veterinario.
Una volta compilato e firmato il certificato di morte, ed espletate le pratiche burocratiche, sarà il proprietario dell’animale domestico a decidere cosa fare del corpo, scegliendo una delle modalità già indicate prima.
E' un passo doloroso ma che fa parte di quel cammino chiamato "cerchio della vita" e va accettato!

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