WALKING AROUND DI PABLO NERUDA

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In questa poesia puoi scoprire la triste esistenza degli esseri umani descritta nei versi di Walking Around, la poesia denuncia scritta da Pablo Neruda contro la carcerazione sociale di cui sono prigionieri tutti gli esseri umani del mondo contemporaneo. Walking Around (Andando in giro) è una poesia che propone una dura critica dell’autore verso il modo di vivere dell’uomo nella società che lo circonda.  Il poeta si sente di denunciare il sistema sociale esistente che crea, inevitabilmente l’alienazione negli uomini. Questo “Girovagare” per la città ecco che inizia a prendere forma motivato dalle forti influenze che il poeta inizia a vivere a Buenos Aires, dov’era arrivato come console cileno. Walking Around è stata scritta da Pablo Neruda a Buenos Aires tra l’ottobre e il dicembre del 1933, può essere associata al surrealismo, e fa parte di Residencia en la tierra (1933 – 1935 -1947), una raccolta di poesie nota per trasmettere i sentimenti di Pablo Neruda sulle situazioni sociali del

BUCHI NELLO STECCATO. LA FORZA E IL POTERE DEL LINGUAGGIO

parole e potere

Oggi, al termine di una bella lite, mi sono fermato a pensare alle cose che ho detto e quelle che ho dovuto udire. Allora mi sono nuovamente reso conto che oggi si dicono e si scrivono molte parole, grazie alla grande rete comunicativa che ci avvolge e ci stringe. Ma tutte queste parole, spesso pericolose, quanto fanno male e fino a quando si può poi, porre rimedio. Prima di fare delle personali considerazioni vi riporto un brano, letto per la prima volta nell'adolescenza e che mi è sempre piaciuto.


I BUCHI NELLO STECCATO
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere.
Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.
Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi.
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo.
Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo potè dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato.
Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.

CONSIDERAZIONI
Capita molto spesso di aver detto durante la giornata delle parole che possono aver fatto sorridere qualcuno, una innocua battuta, magari divertente. Altre volte diciamo parole che possono aver fatto indispettire altri, o ancora peggio innervosire, in certi casi addirittura ferire. Si, perché può succedere. Dire una parola può anche voler dire ferire gravemente qualcuno. Tutti, purtroppo, ci lasciamo sfuggire una parola che faccia male o dia fastidio a qualcuno. A volte le persone parlano senza riflettere su quello che dicono facendo del male, magari, senza rendersene conto, eppure nella comunicazione la prima condizione da onorare è proprio quella del rispetto reciproco.  Penso che a tutti sarà capitato di provare dolore per alcune parole dette da persone a noi care. Soprattutto da quelle più care. Quanto possono essere potenti le parole, in un senso o nell'altro, non solo nei rapporti di tutti i giorni, con chi ci sta più vicino, ma anche quelle dette nell'interfacciarsi con chiunque nei rapporti comuni.
Forse un primo punto di questo problema l’ho già accennato, ovvero la quantità delle parole che proferiamo o scriviamo. L’evoluzione delle tecniche e dei mezzi di comunicazione, diventato immenso, ha incrementato convulsamente la quantità di parole prodotte da tutti ed anche tutte le strade usate per comunicarle, benché voglio sottolineare che ha comunque ridotto la capacità di parlare. Pensate solo un attimo a tutto quello che concerne il bullismo fatto sui social. Allora si può subito comprendere il grande potere che hanno le parole e come possono essere usate. In effetti non sono solo le parole, ma tutto può essere usato con buoni o cattivi propositi.  Dobbiamo riflettere sulle sofisticate tecniche di comunicazione utilizzate per confezionare delle pubblicità che mirano a convincere qualcuno ad utilizzare un prodotto piuttosto che un altro, anche  laddove non vi sono degli effettivi bisogni, oppure come convincere della veridicità di una tesi, al di là della sua effettiva validità. Molte persone che nella storia hanno saputo trascinare le masse nel buon o cattivo senso, con effetti positivi o disastrosi, lo hanno fatto utilizzando strutture linguistiche che hanno convinto interi popoli a odiarsi a vicenda, come hanno convinto centinaia di persone a deportare intere famiglie considerate di una razza inferiore, o come fanno oggi i politici più abili nel vendere fumo insipido. Le parole sono una meraviglia, degli strumenti neutrali che servono per raggiungere un obiettivo, e in quanto mezzi, possono essere usati per aiutare o per far male, per ingannare, per ferire. Tutto dipende dall'intenzione che ha chi ne fa uso.
Certo che nessuno forse ha la capacità di sapersi controllare in ogni situazione e quindi se si perdono le staffe, diventa difficile, veramente difficile, gestire la tempesta emozionale che assedia una persona emotivamente alterata, che in un periodo breve può diventare completamente irrazionale, cattiva, sconsiderata e violenta.
Ovviamente fare un discorso così a mente serena è abbastanza facile. Difficile diventa farlo nelle situazioni complicate quelle che ti travolgono, ma va fatto uno sforzo per cercare di fare i conti con i propri demoni e con le proprie paure per poter parlare con le persone in maniera serena. Certo non sempre ci si riesce, ma capirlo può essere già fare un passo in avanti, anche se ci cono situazioni dove la lite è inevitabile, perché coinvolge qualcuno che un discorso del genere non è proprio in grado di capirlo. E allora ecco il senso dei buchi nello steccato. Purtroppo ritengo che nell'epoca attuale tutti voglio piacere a tutti. Questo fenomeno aggrava ulteriormente le cose perché in funzione di ciò, per avere approvazione si usano le parole, per dire alle persone, le cose che le persone vogliono sentirsi dire. Guai oramai a dire quello che si pensa. Ti giudicherebbero tutti male. Questa ipocrisia generica produce ancora più buchi in quello stesso steccato!

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