SE TU MI DIMENTICHI DI PABLO NERUDA

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https://amzn.to/4fqTRI6 Questa splendida poesia di Pablo Neruda esplora i temi dell’amore e della perdita con una grande profondità. Qui Neruda cattura la fragile bellezza dell’amore, mettendo in luce la delicatezza del legame tra due persone. La poesia si apre intimamente con: “Voglio che sappia una cosa” coinvolgendo il lettore Descrive come ogni cosa intorno a lui lo conduca al pensiero della persona amata. La luna, il ramo rosso d’autunno, e la legna vicino al fuoco diventano simboli della sua connessione profonda con lei. Neruda prosegue con una potente immagine di trasformazione e adattamento: “leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.” Questo passaggio mostra la capacità di rinascere e trovare nuovi orizzonti anche dopo una separazione, tuttavia, la poesia culmina con una promessa di amore eterno e incondizionato se l’amata sente che il suo destino è con lui. Questa è una poesia che esplora la complessità dell’amore e ci offre una riflessione sin

LA LEGGENDA DEI GIORNI DELLA MERLA

IL MERLO FEMMINA

Ogni inverno, come è giusto che sia, ha i suoi giorni più rigidi, quelli che tutti vogliono passino il prima possibile, soprattutto nelle zone più fredde, quelle dove l’inverno si fa sentire con tutto il suo vigore. In merito, fin da piccoli, dalle prime lezioni delle scuole elementari, si sente parlare dei giorni della merla, quei pochi giorni di vero ed intenso freddo che poi passano. E tutti abbiamo certamente letto una favola una storia o una leggenda sull’argomento. 

Inoltre non va dimenticato che anche il forte freddo ha la sua utile funzione per il benessere della popolazione. I giorni della Merla sono per tradizione i più freddi dell’anno, ma non ci sono conferme scientifiche su questa diffusa credenza popolare. Secondo alcuni i giorni della Merla combaciano con gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31), secondo altri invece la tremenda fredda terna avviene all’inizio del nuovo mese, cioè quello di febbraio (30, 31 gennaio e primo febbraio). Ma perché si parla dei giorni della Merla quando si fa riferimento al freddo? Durante gli ultimi tre giorni di gennaio  a Milano, ci fu, nel passato, un inverno molto rigido e freddo. Cadde tanta neve bianca e soffice che si era distesa come un candido tappeto su tutte le strade e i tetti della città. Una bella famigliola composta dal merlo Pasquino merla Nerea e i loro tre figlioletti Verina, Podino e Sirino, era arrivata in città verso la fine dell’estate e aveva sistemato il nido su un albero molto alto. Lì si erano sistemati bene, ma l’inverno era arrivato presto e il freddo era gelido e pungente. Nerea, un giorno, disse a Pasquino: “Il freddo è troppo e la neve è tanta: i nostri piccoli moriranno! Dobbiamo cercare un altro rifugio”. Così, Pasquino, dopo aver perlustrato la zona, decise di sistemare il nido sotto una grondaia al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante. Ogni giorno Pasquino e Nerea si davano il turno per mettersi alla ricerca di cibo per i loro piccoli. Ma era molto difficile perché il gelo aveva congelato e irrigidito ogni cosa e la neve copriva ogni piccola briciola. Fu così che un giorno il merlo Pasquino decise di volare nei paesi vicini a Milano, deciso a trovare un rifugio più caldo per la sua famiglia Intanto, continuava a nevicare e così la merla Nerea, per proteggere i suoi piccoli merlini intirizziti dal freddo e sofferenti per la fame, decise di spostare il nido su un tetto vicino, dove fumava il comignolo di un camino da cui proveniva un po’ di tepore. Il freddo gelido e tenace durò per ben tre giorni, ovvero il 29, il 30 e 31 gennaio. Quando, dopo questi tre giorni, tornò il merlo Pasquino, quasi quasi non riconosceva più la moglie e gli amati figlioletti perché erano diventati tutti neri per il fumo che usciva dal comignolo del camino. Il primo giorno di febbraio fece capolino un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia Pasquino si era scurito tutto perché aveva dormito tutta la notte  abbracciando teneramente i suoi piccoli e la sua amata Nerea. Da allora, i merli nacquero tutti neri e i merli bianchi diventarono un’eccezione! Fu così che gli ultimi tre giorni di gennaio, che di solito sono i più freddi, furono detti i “tre giorni della merla”, per ricordare l’avventura di questa famigliola di merli milanesi. 
Secondo un’altra  leggenda, una merla si vantava di avere delle belle piume bianche, come la neve. A darle fastidio, giunse il solito freddo di gennaio, che si prendeva gioco di lei, non appena usciva a cercare il cibo per affrontare la gelida stagione. La merla, veramente furiosa, decise di chiedere tre giorni in prestito a febbraio per far abbattere sulla Terra un’ondata di freddo e gelo. E così, con l’arrivo della bufera, l’animale cercò riparo in un caminetto tutto sporco di fuliggine. La Merla si salvò dal gelido gennaio, però si sporcò le piume di nero fumo. Da allora gennaio ha 31 giorni e i merli le piume tutte nere. A questa appena raccontata si accosta un’altra credenza popolare che accompagna questo periodo. Se i giorni della Merla sono freddi, si dice che la primavera sarà bella e calda; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Una credenza che ricorda la tradizione made in Usa del giorno della marmotta che ricorre il 2 febbraio. Negli Stati Uniti si osserva il rifugio dell’animale. Se questa emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, l’inverno continuerà per altre sei settimane.

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