WALKING AROUND DI PABLO NERUDA

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In questa poesia puoi scoprire la triste esistenza degli esseri umani descritta nei versi di Walking Around, la poesia denuncia scritta da Pablo Neruda contro la carcerazione sociale di cui sono prigionieri tutti gli esseri umani del mondo contemporaneo. Walking Around (Andando in giro) è una poesia che propone una dura critica dell’autore verso il modo di vivere dell’uomo nella società che lo circonda.  Il poeta si sente di denunciare il sistema sociale esistente che crea, inevitabilmente l’alienazione negli uomini. Questo “Girovagare” per la città ecco che inizia a prendere forma motivato dalle forti influenze che il poeta inizia a vivere a Buenos Aires, dov’era arrivato come console cileno. Walking Around è stata scritta da Pablo Neruda a Buenos Aires tra l’ottobre e il dicembre del 1933, può essere associata al surrealismo, e fa parte di Residencia en la tierra (1933 – 1935 -1947), una raccolta di poesie nota per trasmettere i sentimenti di Pablo Neruda sulle situazioni sociali del

CHI SONO I PADRONI DEI DATI

DATI WEB e chi sono i padroni

Le nostre identità digitali alimentano un mercato tanto importante e vitale, quanto invisibile. Servono ai grandi del potere economico, per fare spot mirati, guidare le masse, controllare i pensieri, manipolare le ricerche. Basta vagare un po’ per la rete e qualcuno di offre un piccolo dono in cambio di un semplice like, un parere virtuale, una piccola intervista o un voto di preferenza. Penso che capiti a tutti. Non è un fatto straordinario.

Qualcuno ha detto: “l’informazione è potere” ed è proprio vero. Mai quanto lo è vero oggi. Siamo oramai ai limiti impossibili della cyber-sorveglianza sviluppata da un mercato pluri-miliardario di dati, che quotidianamente, cediamo in cambio di piccoli doni ingannevoli. Questo mercato ha dato origine ad una nuova forma di potere politico-economico: il potere degli algoritmi.
Ci offrono regali, premi, partecipazioni a concorsi ghiotti, in cambio di iscrizioni a pubblicità, siti, carte fedeltà. Ovunque vai è sempre la stessa musica. Ma attenzione non lo fanno per bontà o benevolenza. I miei dati probabilmente non valgono nulla, ma i dati di tutti noi, tutti insieme valgono probabilmente qualcosa. Molto di più di un ciondolo o di una bottiglia di birra! Se poi pensiamo ai giganti dei mercati come Facebook, Google, Amazon, Microsoft, Apple e via dicendo, tutto questo ha un grosso valore perché ha un grande potere. La rivista Forbes ha stimato che tutto ciò vale almeno 130 miliardi di dollari. Mica poco!Lo studio dei nostri profili, dei nostri interessi, dei nostri gusti, delle nostre ricerche servono a capire cosa ti possono vendere, cosa ti possono proporre e come possono convincerti a prendere, insomma serve a poterti manipolare con facilità. Ad esempio, se sul web guardi sempre le donne bionde di proporranno viaggi a Londra con una donna bionda che porge il biglietto. È un po’ il sogno di ogni venditore quello di sapere come arrivare subito al dunque con i loro clienti interessati. Qualcuno potrebbe pensare: “e chi se ne frega se mi scrutano e guardano dove vado, cosa mangio, come spendo?”. Invece no. Non è così. In ogni operazione che facciamo lasciamo un po’ di noi, una traccia che agevolerà qualcun'altro a fare i suoi interessi. Non si tratta solo di mercato, si tratta della vita delle persone.  Quando usiamo un’app o la carta di credito, o un account, o il telefono, o la nostra pagina facebook, qualcuno si impossessa di frammenti di noi, di pezzi di informazioni su di noi, sono i cookie che registrano il nostro operato. Chi si impadronisce di questi dati, prima o poi li utilizzerà sempre di più, per i propri fini.
Già oggi miliardi di dati vengono raccolti da grandi società che elaborano studiano gestiscono, comprano e poi vendono tutte queste informazioni. Poi saranno in grado di usarle anche contro di noi, o per lo meno per manipolarci. Come dei pidocchi si insediano nel nostro sub strato, nella nostra sotto pelle e ci tirano via qualcosa. Così veniamo catalogati, studiati e senza saperlo qualcuno sa tutto di noi, sa cosa mangiamo, cosa guardiamo, cosa leggiamo, come passiamo il tempo libero, se abbiamo un amante, che macchina guidiamo ecc…, tutto questo poi lo usano per influenzarci e limitare la nostra vera libera scelta. La scelta politica, finanziaria, sentimentale, lavorativa, morale. Volendo guardare in piccolo, “si fa per dire” pensiamo un attimo a Jeff Bezos il fondatore di Amazon. All’inizio vendeva libri. Ha catalogato i suoi lettori in base alle preferenze poi ha costruito man mano proposte ad persona e guardate oggi cosa è riuscito a fare. Sempre con meno dipendenti, meno studiosi, meno operati e con più algoritmi.
In realtà poi è  tutto collegato al web e tutto può diventare un rilevatore della nostra privacy o delle nostre intimità più profonde. Ogni aggeggio raccoglie continuamente dati su di noi dal semplice robot che cucina per noi e va online per le ricette, al robot che autonomamente fa le pulizie in case e traccia la mappatura delle nostre case. Uno di questi robot di recente è stato oggetto di attenzione. Pensate un po’ che aspirapolvere-robot che gira in molte delle nostre abitazioni, conosce le nostre case, letteralmente, centimetro per centimetro. L’azienda interessata ha rassicurato che i dati raccolti dall’aspirapolvere in questione, che traccia una mappa precisa delle nostre abitazioni, è collegata solo ad un app tra azienda e cliente. La raccolta di questi dati è solo finalizzata a proporre successivamente pubblicità e offerte ad hoc, per esempio di prodotti per bambini se in casa è stata rilevata  una cameretta da bambino. Questi dati non saranno mai venduti ad Amazon, Apple o Google. In realtà queste informazioni dovrebbero essere trattate solo con il consenso, ma chi ci può darci questa garanzia?
Il fatto è del tutto inquietante perché ci fa capire la gigantesca prospettiva di essere sempre sotto lente, come se fossimo costantemente spiati da qualcuno che raccoglie informazioni su di noi e che potenzialmente potrebbe passarle a qualcuno interessato ad usarle. Ed è così per tutto. Lo spione numero uno è sicuramente il telefono, perché è un oggetto unico che racchiude praticamente tutto su di noi, la nostra scatola nera. Grazie alle app che scegliamo di usare, conosce i nostri gusti e le nostre preferenze, le nostre abitudini. Ora avrà una visione ancora più completa, visto che è sempre più usato anche nei sistemi di pagamento.
Tutto questo non vale solo per i mercati e le compravendite, ma anche per tutto il resto, compreso la politica, la finanza ecc. I politici possono diffondere idee populiste per raccogliere il consenso facendolo in modo mirato e senza il controllo di nessuno sopra di lui.
Quindi seppure indubbiamente da tutto ciò si ricavano dei benefici per tutti, allo stesso tempo si corrono anche molti rischi, perché i padroni di tutte queste informazioni possono ricavare i nostri segreti più intimi, i nostri gusti sessuali, le nostre devianze.
Allo stesso tempo mi rendo conto che tutto ciò è inarrestabile.

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