AFFRONTARE IL CONFLITTO CON GENTILEZZA
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Litigare è probabilmente inevitabile. Il conflitto interpersonale può sorgere in tutti gli ambiti della propria vita, dal contesto professionale fino a quello personale. Riuscire a risolvere un conflitto in modo efficace, diminuendo lo stress, è quindi un’abilità importante. Come dire che litigare può far bene ma è meglio imparare a farlo. Chi non si è mai trovato in contrasto con qualcuno senza sapere come risolvere il problema?
Trovare una soluzione sensata a un conflitto è un’abilità fondamentale che molti non sanno padroneggiare. Che si tratti di neutralizzare delle liti potenzialmente dannose con il partner o di affrontare problemi difficili sul posto di lavoro è necessario dotarsi degli strumenti giusti per risolvere i conflitti. Va sottolineato che vi sono pro e contro dei differenti approcci per arrivare a una soluzione che possa garantire armonia e far oltrepassare il conflitto. Prima o poi ci si rende conto che un comportamento conflittuale non porta solitamente a nulla di buono, quindi è più ragionevole accettare di buon grado il dialogo. I risultati delle ricerche hanno fatto emergere che le persone che cercano di litigare in maniera costruttiva e non distruttiva, provando a tenere in considerazione anche il punto di vista dell’altro riescono a mantenere un rapporto migliore. Non vuol dire assecondare tutto. Occorre sottolineare che affrontare subito un conflitto è solitamente più facile, perché le posizioni non sono ancora così radicate e le emozioni negative non così estreme. Il modo migliore per affrontare un conflitto nelle sue fasi iniziali è attraverso la negoziazione tra i partecipanti, senza prepotenze ma piuttosto con educazione e gentilezza seppure nei casi specifici può sembrare difficile. In certi casi il conflitto è così radicato che quelli in conflitto possono aver bisogno del supporto della mediazione o persino di un arbitro super partes.
Un primo consiglio generale che mi sento di dare è quello di non lasciar mai i contrasti inconclusi perché se ignorati per molto tempo, nella maggior parte dei casi rendono i contrasti più grandi. Questo accade perché vengono percepiti come minacce al nostro benessere generale e la tensione legata alla minaccia percepita aumenta quando due o più persone si incontrano in una situazione di stallo. La cosa migliore è affrontare la situazione in modo diretto fin dall’inizio. Se l’altra parta cerca confronto sincero è meglio accettalo così come è, meglio cercare nuovo dialogo se l’altra parte è scostante. Va sempre tenuto presente che purtroppo il conflitto è una parte inevitabile della vita di tutti. Nessuno ha l’assoluta padronanza di poter decidere se scegliere di frequentarlo oppure no, ma è il conflitto che piuttosto decide di frequentare noi quotidianamente. Si può decidere di cercare di rimuoverlo, e in questo modo condannarsi a un'esistenza piena di frustrazione oppure decidere di affrontarlo di petto come troppo spesso accade in modo grossolano e sbrigativo.
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Questi appena detti sono gli atteggiamenti
più tipici, ma i fatti di questa nuova epoca e forse anche di prima,
dimostrano che è meglio affrontare il conflitto con la gentilezza. Così sostiene anche Gianrico
Carofiglio nel suo ultimo libro, intitolato "Della
gentilezza e del coraggio". Sempre lo scrittore sostiene che la gentilezza
può essere intesa anche come una virtù marziale che implica non ragionare in
chiave di distruzione dell'avversario ma provare a ricercare un punto di
cooperazione. La gentilezza non intesa solo come garbo e cortesia ma come un
concetto molto più intenso che coincide con il più potente strumento per
affrontare il conflitto, accettandolo, riconducendolo a regole e rendendolo
così un mezzo di possibile progresso e non un evento di distruzione. La
gentilezza va intesa come una virtù marziale e dunque come una tecnica di
combattimento che implica non ragionare in chiave di distruzione
dell'avversario ma, al contrario, provare a ricercare un punto di cooperazione,
o comunque di un dialogo civile, ferma restando la differenza dei punti di
vista.
CONSIGLI
- collaborare: Questo è un risultato ideale, una situazione di pari vittoria. Richiede del tempo da parte di coloro che sono coinvolti nel conflitto per superare le difficoltà e trovare una soluzione per risolvere il problema che vada bene tutti.
- chiarirsi: L'armonia viene mantenuta ma forse infondo rimane sempre un po' di conflitto. È meglio mettere tutto in chiaro altrimenti una parta sarà probabilmente soddisfatta, mentre l'altra rimarrà in conflitto, creando nuovamente una situazione di contrasto.
- compromesso: È probabile che ciò si traduca in un risultato migliore rispetto a vincitore/perdente, ma non è sufficiente e non proprio una strategia win/win. Entrambe le parti rinunciano a qualcosa a favore di una soluzione intermedia concordata. Richiede meno tempo della collaborazione, ma è probabile che si traduca in un minore impegno per il risultato auspicabile.
CONCLUSIONE
E’ meglio abbandonare l’idea di ottenere tutto quello che si vuole senza dover rinunciare a niente perché probabilmente sarà una scelta fallimentare. Meglio comportarsi con intelligenza ragionando in chiave di cooperazione e non di abbattimento dell’altro, perché scendere a patti con l’altro e voler mostrare l’intenzione di trovare un accordo fa comprendere anche di capire e preoccuparsi dell’altra parte seppure non si è obbligati a farlo. Non c’è bisogno di garantire chissachè, perché promettere meno e offrire di più conduce in modo più veloce alla soluzione del problema. Dimostra una certa consapevolezza e auto controllo una tale disponibilità consapevole a perdonare e dimenticare partendo dal presupposto che l’altra persona veda il contrasto dal tuo stesso punto di vista. Molti contrasti, benché al momento sembrino importanti, si riducono a semplici malintesi che vanno necessariamente superati. Così si vive meglio!
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