LA VIOLENZA È CONGENITA NELL’ESSERE UMANO

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Siamo nell'epoca che amiamo definire civile, convinti che la nostra società sia meno disumana rispetto al passato. Tuttavia, gli stati moderni, pur popolati da uomini "civilizzati", non sembrano essere meno violenti delle antiche popolazioni. Le continue guerre ne sono una incontrovertibile testimonianza. Uno studio del 2011 sosteneva che l'umanità si stesse avviando verso una progressiva stabilità e pace, ma gli eventi odierni sembrano smentire questa affermazione. La violenza e la prepotenza appaiono sempre più diffuse, giustificando comportamenti che altrimenti considereremmo inaccettabili. "La cattiveria è un dono dell'uomo che nessun animale possiede" scriveva Mark Twain, e questa riflessione ci porta a chiederci quale sia l'origine della cattiveria, che si manifesta in molteplici forme, fino a sfociare nella più bestiale crudeltà. Ogni individuo ha una storia unica e complessa, rendendo impossibile classificare universalmente i casi di cattive

COSA FARE SE IL CANE MANGIA LE FECI

COPROFAGIA

Non è uno spettacolo dolce o piacevole ma può succedere di vedere un cane, anche il proprio, che mangia le feci. Anche un profano capisce che c’è qualcosa che non va, ma di cosa si tratta? Si chiama coprofagia e si riferisce alla tendenza, che alcuni cani hanno, di ingerire le feci, proprie o altrui. Se l’animale ingerisce le proprie feci si parla di autocoprofagia, mentre se mangia gli escrementi di altri cani o animali si parla di allocoprofagia. 

La coprofagia, è un problema abbastanza comune, con una incidenza che raggiunge circa il 15% dei cani, e addirittura secondo alcuni studi recenti anche il 23%. Quando il proprietario del cane nota questo comportamento oltre a provare disgusto certamente rimane scioccato e preoccupato e quindi cerca informazioni utili e aiuto per risolvere subito il problema. Il primo aiuto effettivo lo si cerca di solito dal proprio veterinario di fiducia ed è l’atteggiamento più saggio da adottare, oltre quello di cercare informazioni. Un consulto clinico di competenza è sempre ben accetto in quanto il problema può essere causato da una serie di patologie organiche, che in altri casi sono causate dalla stessa coprofagia. Anche alcuni fattori dietetici possono influire sul disturbo. Quindi una prima causa che può aver creato il problema può essere stato l’aver diminuito smisuratamente la dieta del nostro cane, una dieta quindi non ben bilanciata in base alla razza e al peso. Poi ci sono i rischi derivanti dall'infestazione da parassiti intestinali, gastroenteriti, diarree o altro. Va tenuto presente che il cane ha una innata caratteristica di alimentarsi con i resti organici che torva in giro qui e là, piuttosto che procurarseli cacciando, e questo è un comportamento per lui tutto sommato normale. 
Bisogna sapere che nella prima fase addestrativa dei nuovi cuccioli rientra i tra compiti della madre quello di insegnare loro a stimolare l’eliminazione delle feci leccando la regione ano-genitale. Quindi fin dalle prime settimane avviene una ingestione degli escrementi dei piccoli ma è di fatto finalizzata a mantenere pulito il giaciglio. Purtroppo è stato anche rilevato che risultano, al gusto del cane, particolarmente appetibili le feci dei gatti, considerate un vero bocconcino da molti cani, ed anche quelle dei ruminanti che apportano inoltre fonte di vegetali parzialmente digeriti e numerosi principi nutrizionali. Se a questo aggiungiamo, come detto sopra, che il cane è particolarmente affamato perché sottoposto ad una dieta forte, tanto più grave risulterà il problema. Un altro aspetto è quello psicologico. Alcuni cani mangiano i propri escrementi per timore dei rimproveri in quanto accade pure che i loro padroni sgridano l’animale quando eliminano le feci in posti errati. Per questo alcuni cani mangiano le feci proprio nel tentativo di nascondere il “fattaccio” ed eliminare ogni traccia ed indizio al proprio padrone. Questo problema può essere anche una conseguenza di stress cronico nel cane e può comparire a seguito di periodi prolungati di solitudine, abbandono, frustrazione e ansia. Soprattutto in cani costretti in ambienti recintati o chiusi in spazi ristretti molte ore al giorno, senza il suo padrone. Si manifesta dunque come disturbo compulsivo, un comportamento patologico che emerge come conseguenza di condizioni di questi gravi stress. 
Il cane non è un passatempo oppure un giocattolo, ha i suo i sentimenti come tutti gli essere viventi. Uno studio abbastanza recente che è stato pubblicato sul noto “Veterinary Medicine and Science” ed è stato svolto dal veterinario comportamentalista Benjamin Hart all’Università della California a Davis, ha affrontato il tema della coprofagia canina con l’obiettivo di raccogliere dati sulla prevalenza del problema nella popolazione canina, e raccogliere anche dati demografici sui cani colpiti da coprofagia per stabilirne le caratteristiche delle feci preferenzialmente consumate. 
L’insorgenza del problema dipende da vari fattori come l’età del cane, il momento del comportamento, il tipo di materiale fecale ingerito, il contesto, la routine del cane, il comportamento del proprietario. Per andare incontro al nostro animale è utile:
- impedire l’accesso alle feci e monitorare movimenti e le passeggiate;
- impedire al cane di allontanarsi correndo senza guinzaglio;
- posizionare eventualmente la lettiera dei gatti in una stanza inaccessibile al cane;
- aumentare il numero delle uscite, premiando il cane quando sporca solo per strada.

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