SE TU MI DIMENTICHI DI PABLO NERUDA

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https://amzn.to/4fqTRI6 Questa splendida poesia di Pablo Neruda esplora i temi dell’amore e della perdita con una grande profondità. Qui Neruda cattura la fragile bellezza dell’amore, mettendo in luce la delicatezza del legame tra due persone. La poesia si apre intimamente con: “Voglio che sappia una cosa” coinvolgendo il lettore Descrive come ogni cosa intorno a lui lo conduca al pensiero della persona amata. La luna, il ramo rosso d’autunno, e la legna vicino al fuoco diventano simboli della sua connessione profonda con lei. Neruda prosegue con una potente immagine di trasformazione e adattamento: “leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.” Questo passaggio mostra la capacità di rinascere e trovare nuovi orizzonti anche dopo una separazione, tuttavia, la poesia culmina con una promessa di amore eterno e incondizionato se l’amata sente che il suo destino è con lui. Questa è una poesia che esplora la complessità dell’amore e ci offre una riflessione sin

UN TRATTO DELL'IPOCRISIA

IPOCRISIA personale

L’ipocrita è quello che coscientemente e con volontà vuol far credere agli altri di avere virtù, ideali, sentimenti e principi di vita che in realtà non ha. In altre parole è quello che mente a se stesso e agli altri e cerca di ingannare tutti con una sorta di menzogna. E’ un brutto bugiardo e calcolatore, mai onesto e mai sincero.

La parola ipocrisia deriva dal greco ypokrisìe, il cui significato è positivo all'origine, infatti se si scompone la parola originale troviamo ypò cioè sotto e krino che vuol dire giudicare. Quindi l'ipocrisia in origine vuol dire analizzare per vedere quel che c'è sotto, separando in modo critico la realtà dall’apparenza. Un po’ differente che quello che si intende oggi, nel significato comune. Le esperienze vissute mi hanno insegnato che è non facile stare vicino ad un ipocrita perché è freddo, calcolatore ed intelligente allo stesso tempo. Inoltre, le sue qualità lo spingono ad essere falso, ambizioso e presuntuoso. L’ipocrisia è quell’atteggiamento che punta ad ottenere approvazioni od onori dagli onesti, assumendo all’esterno un modo di pensare o di agire apparentemente onesto, mentre sotto sotto, l’intenzione è cattiva, ingannevole e dannosa per gli altri. Una sorta di simulazione, che si propone di ottenere un successo mondano, acquisendo una fama immeritata di virtù. Questo atteggiamento per esempio viene usato dai santoni, dai guru, nelle società segrete o nell’esoterismo, dove il soggetto si presenta in modo onorevole e normale verso tutti, comprensivo verso tutti,  mentre cela intenzioni malevoli.

L’ipocrita si mostra favorevole all’occasione favorevole, cattolico con i cattolici, protestante con i protestanti, ateo con gli atei, idealista con gli idealisti, e via dicendo. Secondo lui questo sarebbe il modo corretto di dialogare con tutti. Si propone come austero moralizzatore, mentre nell’intimo è il peggiore, seppure spesso è tanto attento alla sua immagine da presentarsi ragguardevole e moralmente esemplare. 

L’ipocrita può avere ottime maniere, egli è falso e cortese, può essere una persona altolocata o socialmente influente, ma intanto cova quel veleno dentro che all’occasione non mancherà di sputare contro il povero malcapitato di turno. L’ipocrisia dunque è un vizio calcolato, potremmo dire “intelligente”, frequente nelle persone colte, e il suo atto è studiosamente modellato e premeditato con una specie di astuzia o falsa prudenza. Si finge chi non è, per tramare nell’ombra e colpire l’innocente al momento giusto, magari restando nascosto.
L’ipocrisia è molto diffusa, come pensano in molti, e quindi la potremmo definire l’invisibile super-maschera dell’umanità. E’ celata ovunque, nel nostro linguaggio, nei nostri comportamenti, nelle nostre azioni. L’ipocrita è quella persona il cui pensiero è sempre in disaccordo con le parole dice e azioni che compie, ha un atteggiamento attento e concentra in sè molti peccati.
Forse è la natura umana che è insita nell’ipocrisia. Fin da piccoli veniamo incoraggiati in questo atteggiamento, perché in effetti ai bambini viene dato esempio di quale tipo di risposta ci si aspetta e quelle che sono le conseguenze di comportamenti trasgressivi. Ogni bambino che a scuola se deve scrivere della sua maestra, afferma che la sua è la migliore delle maestre, perché già sa, quanto è pericoloso e sconveniente scrivere il contrario.
QUANDO TUTTO INIZIA DI FABIO VOLO
In questa storia narrata nel libro di Fabio Volo "Quando tutto inizia" io ho trovato che si parla anche di questo sentimento. Silvia e Gabriele si incontrano in primavera, quando i vestiti sono leggeri e la vita sboccia per strada, entusiasta per aver superato un altro inverno. La prima volta che lui la vede è una vertigine. Lei non è una bellezza assoluta, immediata, abbagliante, è il suo tipo di bellezza. Gli bastano poche parole per perdere la testa: scoprire che nel mondo esiste qualcuno con cui ti capisci al volo, senza sforzo, è un piccolo miracolo, ti senti meno solo. Fuori c'è il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà, ma quando stanno insieme nel suo appartamento c'è solo l'incanto: fare l'amore, parlare, essere sinceri, restare in silenzio per mettere in ordine la felicità. Fino a quando la bolla si incrina, e iniziano ad affacciarsi le domande. Si può davvero prendere una pausa dalla propria vita? Forse le persone che incontriamo ci servono per capire chi dobbiamo diventare, e le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito.
Questo libro racconta una storia d'amore, ma anche molto di più. I sentimenti sono rappresentati nelle loro sfumature e piccole articolazioni con la semplicità e l'esattezza che rendono Fabio Volo un autore unico e amatissimo dai lettori italiani e non solo. Sullo sfondo di una narrazione che trascina fino all'ultima pagina c'è la sempre più difficile scelta tra il noi e l'io, tra i sacrifici che facciamo per la nostra realizzazione personale e quelli che siamo disposti a fare per un'altra persona, per la coppia o la famiglia. La differenza di dimensione tra essere felici ed essere felici insieme.

CONCLUSIONI

E’ difficile correggere l’ipocrisia a causa della sua superbia e incapacità di pentimento, ritenendo di non peccare mai. Il rimedio all’ipocrisia è con molta probabilità la sincerità. E chi lo è in modo assoluto?. Penso nessuno. Quindi nessuno può evitare di essere ipocrita? No!

Non si tratta di essere sincero confessando tutto quello che si fa e tirando fuori senza alcun ritegno l’odio o la paura che uno ha dentro. Si tratta di essere quel tanto sincero per tentare di frenare quello sfogo violento ed offensivo che catapultiamo verso tutto o tutti. Poi un pò di ipocrisia forse è veramente umana e se ne possediamo una goccia dentro di noi, forse non siamo tanto male. 

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