SULL’AMICIZIA DI KHALIL GIBRAN

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https://amzn.to/3SzHQ9n Sull’amicizia è una poesia di Khalil Gibran sul valore delle piccole cose. Il 30 luglio si celebra la Giornata mondiale dell’amicizia. Questa è una poesia che riesce a spiegare per bene che cosa rende speciale e unico il rapporto tra due persone. Ci sono versi d’autore capaci di rievocare emozioni e sensazioni straordinarie che risiedono in gesti semplici e quotidiani. Una meravigliosa poesia scritta da Khalil Gibran contenuta nel suo capolavoro Il Profeta pubblicato in inglese nel 1923. Questa poesia del poeta libanese rappresenta in modo chiaro quello che rappresenta un amico perché esso è “il vostro bisogno saziato”, “il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza”, “la vostra mensa e il vostro focolare”. SULL'AMICIZIA E un adolescente disse: Parlaci dell’Amicizia. E lui rispose dicendo: Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. È la vostra mensa e il vostro focolare. Poi...

LA VIOLENZA È CONGENITA NELL’ESSERE UMANO

impugnare coltello

Siamo nell'epoca che amiamo definire civile, convinti che la nostra società sia meno disumana rispetto al passato. Tuttavia, gli stati moderni, pur popolati da uomini "civilizzati", non sembrano essere meno violenti delle antiche popolazioni. Le continue guerre ne sono una incontrovertibile testimonianza. Uno studio del 2011 sosteneva che l'umanità si stesse avviando verso una progressiva stabilità e pace, ma gli eventi odierni sembrano smentire questa affermazione.

La violenza e la prepotenza appaiono sempre più diffuse, giustificando comportamenti che altrimenti considereremmo inaccettabili. "La cattiveria è un dono dell'uomo che nessun animale possiede" scriveva Mark Twain, e questa riflessione ci porta a chiederci quale sia l'origine della cattiveria, che si manifesta in molteplici forme, fino a sfociare nella più bestiale crudeltà. Ogni individuo ha una storia unica e complessa, rendendo impossibile classificare universalmente i casi di cattiveria. Percorsi di vita differenti conducono a esiti diversi: false credenze, cattive compagnie, traumi, abusi, sottomissioni, e persino una certa predisposizione genetica possono tutti concorrere nella formazione di un'identità malvagia. Tuttavia, c'è una componente più profonda, difficile da comprendere, che riguarda un'innata propensione alla malvagità, derivante da complesse dinamiche psicologiche ed emotive. 

Le relazioni interpersonali possono esercitare un impatto significativo sul comportamento umano, spingendo le persone ad agire in contrasto con i propri principi morali e valori. Le dinamiche sociali e culturali in cui si è cresciuti giocano un ruolo fondamentale nell'origine della cattiveria. Gli studi hanno dimostrato come i sistemi culturali influenzino profondamente la percezione della realtà e i valori morali. Le idee e i pensieri tramandati dai nonni, dai genitori e dagli altri membri della comunità costituiscono l'ambiente in cui le persone si formano.

Inoltre, le relazioni amicali sviluppate durante l'adolescenza o in età adulta hanno un impatto significativo sulla formazione del carattere individuale e sulla percezione della realtà e della moralità. Nonostante la storia dell'umanità sia segnata da guerre, torture e massacri, è improbabile che qualcuno nasca cattivo. Il comportamento umano è piuttosto il risultato di una complessa interazione di fattori individuali, sociali e culturali.

Delroy Paulhus, psicologo all'Università della British Columbia (Canada), ha studiato le personalità oscure. Inizialmente, il suo interesse si è orientato verso i narcisisti, gli egoisti, competitivi, dominanti, bisognosi di ammirazione, che hanno un senso grandioso di sé e attaccano tutti coloro chi li ostacolano. Poi, assieme al suo collega Kevin Williams, ha esteso gli studi al machiavellismo e alla psicopatia individuando quella che è stata chiamata la triade oscura, ovvero le tre facce della malvagità. Un trio davvero poco rassicurante con personalità indipendenti ma correlate che a volte convivono in vari dosaggi nello stesso individuo, anche se non sempre è così.
  • Il machiavellico è cinico e amorale, pianifica strategie adatte per ottenere ciò che vuole, costruisce alleanze e cerca di preservare una reputazione positiva.
  • Lo psicopatico (ovvero la persona con tratti definiti tali) è impulsivo, irritabile, bisognoso di continui stimoli, manipolatore senza scrupoli, insensibile ai sentimenti altrui al punto da non provare rimorso.
  • Il narcisista che vive la vita con profonda passione, fiducia ed affetto, solo verso se stesso, con la piena speranza che le cose andranno sempre meglio per sé.
Ritengo che già un buon passo l’abbiamo fatto comprendendo che la cattiveria umana esiste e si è riusciti perfino a comprenderne l'origine comune in grado di darle una spiegazione, chiamata fattore D. All’apparenza, l’essere umano sembra essere biologicamente orientato verso la socialità, l’empatia e l’attenzione ai propri simili. Solo in questo modo è possibile sopravvivere come gruppo e progredire come specie. Il fattore D determina la tendenza psicologica ad anteporre sempre i propri interessi, i propri desideri e le proprie ragioni personali rispetto a qualsiasi altra cosa. Queste qui di seguito elencate sono le 9 caratteristiche individuate del fattore D:
  1. Egoismo. Inteso come la preoccupazione eccessiva per i propri interessi
  2. Machiavellismo. Tipico delle persone manipolatrici, distaccate e dalla mentalità strategica che antepongono sempre i propri interessi.
  3. Assenza di Etica e senso morale
  4. Narcisismo Inteso come l’ammirazione eccessiva per se stessi e la perpetua ricerca del proprio benessere.
  5. Superiorità psicologica. Convinzione per la quale le persone sentono di meritare trattamenti speciali, diversi da quelli riservati agli altri.
  6. Psicopatia. Deficit affettivo, scarsa empatia, insensibilità, tendenza a mentire, impulsività.
  7. Sadismo. Tendenza a infliggere senza indugio dolore agli altri attraverso aggressioni di vario genere, da quella psicologica a quella sessuale. Tali azioni generano nella persona sadica una sensazione di piacere e di dominio.
  8. Interessi sociali e materiali. Costante ricerca di un tornaconto, sia economico che morale (riconoscimento sociale, successo, acquisizione di beni, ecc…)
  9. Malevolenza. Propensione al male, in tute le sue forme (aggressioni fisiche, abusi, furti, umiliazioni, ecc…).
Per concludere voglio dire che la cattiveria può provenire anche dalle persone a noi più vicine, dai familiari, da chi ci governa, dal posto di lavoro, ciò nonostante, bisogna tenere a mente che esistono diverse condizioni che possono mediare queste dinamiche aggressive. Certamente è molto più semplice individuare e condannare chi ha cattiveria, chi si mostra veramente malvagio, sarebbe più utile capirne le ragioni.

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