STRAPPATO ALLA VITA. RECENSIONE
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Strappato alla vita è uno straordinario e ficcante romanzo, partorito da fatti realmente accaduti nella provincia di Bari nell'inverno dell'anno 2015, pregno di tutti i nodi, familiari e personali, irrisolti.
L'incipit, che racconta la storia di un ragazzo allontanatosi dalla famiglia in cerca della vita, tra tradimenti, passioni, errori, omosessualità. La tragedia è l'incontro con un uomo che punta tutto alla realizzazione della ricchezza anche a costo della vita dell’essere umano. Il macchinatore, un lupo famelico e violento in cerca di potere. Amore e abbandono, morte e autodistruzione. Una donna sola ha un incontro con un uomo un’unica volta. Da quella breve serata clandestina nasce un bambino che crescerà con l’aiuto della nonna.
Dopo i primi anni di adolescenza Toni decide di allontanarsi
dalla madre per affrontare la vita, camminando da solo tra i suoi sogni. La
storia di un visionario che incontra due sorelle, con le quali intreccia una
relazione, e con una di loro mette al mondo anche una figlia.
Alla fine, sposa Rosa, che è manipolata da sua madre Chiara
e dall'amante Rocco.
Era la fine di settembre, un giorno unico e al
contempo simile a tanti altri. Forse era un tentativo di lasciarsi il passato
alle spalle, senza rendersi conto di voler tornare nella trappola, sentendosi
indifeso allora come adesso. Come se il futuro potesse sembrare una strada già
percorsa. Era lì con la sua compagna, ma si sentiva solo, pronto ad affrontare
una visita che sembrava priva di significato. Eppure, lui lo percepiva, lo
sguardo inespressivo della sua futura sposa, Rosa, parlava. Rosa sapeva.
“se sto bene andiamo via presto”
“si certo, è solo per il tuo bene”
“ma poi perché questa visita?”
“è solo per il tuo bene”
Dopo lunghi minuti trascorsi in una sala d'attesa
pressoché deserta, se non per la presenza di una coppia anziana riflessa in un
grande specchio antico, finalmente l'infermiera fece il suo ingresso. Indossava
un camice aperto, i capelli biondo platino raccolti in una coda di cavallo, e
teneva una penna stretta tra le mani. Era una donna di mezz'età, il cui aspetto
emanava un'aria di efficienza e sicurezza. Si avvicinò chiamando il signor
Perrone e, alla richiesta di quest'ultimo di avere accanto la sua compagna,
inizialmente oppose un diniego. Tuttavia, di fronte all'insistenza
dell’assistito, acconsentì con un cenno del capo, invitando entrambi a
seguirla. Così si alzarono e, con un passo lento e incerto, come chi si avvia
verso un destino segnato, seguirono l'infermiera uno dietro l'altro. Giunti
nello studio del dottore, Vitantonio fu invitato a sedere e poi subito a
tossire, cosa che fece prontamente. Il dottore, notando la giovane età
dell'uomo, accennò al fatto che suo figlio fosse coetaneo. Poi il dottore passo
alla vera visita e chiese al ragazzo di distendersi e, continuando la
conversazione, scoprì che Vitantonio conosceva da poco Chiara, che era in
realtà sua suocera.
A questo punto, Rosa, la compagna di Vitantonio,
intervenne per chiarire che era stata lei a fissare l’appuntamento.
“so che siete prossimi al matrimonio e a quando le
nozze?”
“il 17 febbraio“
“ma il 17 porta sfortuna, per favor cambiate data”
“non credo che sia possibile”
Il dottore espresse poi preoccupazione per la scelta
del giorno, ritenendolo di cattivo auspicio, ma Rosa spiegò che non era
possibile cambiarlo.
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