C’è sempre un momento della vita in cui le
cose non vanno per il verso giusto e ci si chiede, ma arriverà mai il mio
momento? Riuscirò ad essere felice? Ma quando arriva la felicità e come
cercarla o raggiungerla in fretta? Qualcuno mi ha detto che la felicità arriva
solo se si smette di cercarla. Non c’è ragione per intervenire, è meglio
lasciare tutto com'è, prima o poi si aprirà un nuovo scenario.
Questa è
la cosa più importante da capire per stare bene ed essere felici, senza
rivangare il passato cercando colpevoli inesistenti. Spostare lo sguardo da
fuori a dentro, da quello che non va a ciò bene, in modo di stare bene. E' un ottimo
inizio. Dimenticare tutti i disagi e le crisi esistenti perché anche se qualcosa non è andato bene nel recente o vecchio passato, tutto passerà. La felicità è senza dubbio una
parola molto impegnativa e forse è solo uno stato d’animo passeggero ed è per
questo che ha il suo intramontabile fascino. C’è di fatto, chi pensa
che si possa conquistarla grazie ad un corso universitario. La felicità infondo
è una piccola cosa, che si può cercare e trovare nei posti più impensati e
disparati. E’ inutile rimanere bloccati in brutte situazioni
cristallizzate. Ad esempio l’apatia in un rapporto non è qualcosa da curare, ma
il concreto segnale di una palude emotiva in cui ci siamo rassegnati ed
adagiati. Un incontro, un tradimento non vuole spingerci a formare una nuova
famiglia, ma è un vero segnale che chiama in campo altri fattori, senza i quali
la vita smetterebbe di essere affascinante da vivere. Si va in cerca di
emozioni di felicità! Non c’è una ricetta per la felicità, ma tutti vogliono
essere felici e tentano di corrergli dietro pur di raggiungerla. Jean-Jacques
Rousseau sosteneva che, prima di tutto, bisogna capire cosa s’intende per
felicità.
Delusione, depressione, ansia non devono far scattare la richiesta di
pillole, ma far nascere una nuova attenzione a ciò che nelle nostre giornate abbiamo
spento, soffocato, represso, che ci fa star male, ed ora si ripresenta sotto
forma di disagio emotivo. Forse la risposta corretta a tutti i disagi non è
quella di intervenire, ma al contrario lasciare tutto esattamente così com'è,
osservarlo senza giudizi. Prima di poter superare la sofferenza, abbiamo
bisogno i passare attraverso di essa. Anche se si stanno attraversando problemi
minori e si pensa che dedicarsi a cose o pensieri felici ci aiuterà ad uscirne,
in verità si sta sopprimendo l'infelicità. Ritorna ad avere cura e stima per se
stessi e provare a sentire cosa vuole il mondo interno. Affidarsi a lui, e sia
quel che sia! Teniamo presente poi che il concetto in sé di felicità, è
talmente personale e soggettivo, che diventa molto complicato capire dove
sia la linea di confine corretta. Forse è più facile comprendere quelli che
sono i momenti di infelicità, come quando viene a mancare qualcuno di caro,
quando si rompe una relazione, quando si perde il lavoro, così poi,
forse, per differenza si può capire quando siamo stati felici. Infondo il
senso di abbandono, l’ansia, la tristezza durano soltanto il tempo che devono
durare e servono a sgretolare ostinate resistenze della mente e preparano
l’arrivo del nuovo, che si sta già producendo dentro di noi. Durano giusto il
tempo che serve per condurci alla tappa successiva. In realtà quando la
tristezza dura a lungo non è più naturale, ma è il frutto di un’ostinazione, di
attaccamenti a fotografie di noi ormai passate, che non esistono più.
Quanto
più forte è l’attaccamento, tanto più il dolore si rinforza e ritorna. Probabilmente
la felicità cammina veloce e va di pari passo con il peccato e con la paura.
L’uomo più felice è quello nel cui animo non c’è alcuna traccia di
cattiveria. Ostinarsi in tutti i modi ad essere felice è la strada più
sbagliata da percorrere per esserlo, perché la felicità non è un obiettivo da
raggiungere ma un risultato di vita. Ogni giorno, tutti, organizzano le proprie
giornate in funzione di ciò che li può rendere felici ad ogni costo, come fosse
l’ultimo giorno. Ci si compra quello che piace, proviamo a divertirci uscendo
con gli amici, perché siamo convinti che un'intensa vita sociale possa renderci
felici. Sfoderiamo il nostro migliore sorriso perché erroneamente pensiamo che
andare in giro e non divertirsi a tutti i costi, sia solo una perdita di tempo.
Poi torniamo a casa, dove passiamo le nostre notti sperando che la persona che
ci piace ci dia il buongiorno, consapevoli che non si può essere felici da soli, anche se si ha tutto ciò che si può desiderare. Per questo è meglio
pensare di non rincorrere la felicità subito e ad ogni costo.
Commenti,
giudizi, critiche che rivolgiamo a noi stessi o agli altri, individuati come
capri espiatori non fanno altro che cronicizzare il problema. La prospettiva si
chiude in ostinati ragionamenti orientati alla spiegazione del dolore, del
perché, che di fatto impediscono di vedere il suo senso evolutivo. Possono
trascorre anni nei quali si sta a pensare e rimuginare, ma la svolta avviene
quando cambia l’atteggiamento. Di una cosa sono sicuro, nonostante il rischio
di sbagliare, che il segreto per essere felici è quello di non avere paura,
perché la vita è una sola e passa velocemente!
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