DE BREVITATE VITAE DI LUCIO ANNEO SENECA

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Lucio Anneo Seneca ha spesso fatto riflessioni sul tempo che inesorabilmente passa e sull’uso che ne facciamo, attribuendo il valore all’esistenza. Ritenuto uno degli intellettuali più lucidi dell’antichità. Nella sua opera “De brevitate vitae” Seneca affronta un paradosso apparentemente moderno: l’uomo sembra non avere mai abbastanza tempo, eppure spreca gran parte della sua vita in quello che è superfluo, inutile e illusorio. Ed io in questa considerazione mi ci ritrovo pienamente. Lucio Annéo Seneca nasce il 21 maggio dell’anno 4 a.c. a Cordoba, capitale della Spagna Betica, una delle più antiche colonie romane fuori del territorio italico. Si era trasferito a Roma negli anni del principato di Augusto: appassionato all'insegnamento dei retori, divenne assiduo frequentatore delle sale di declamazione. Sposò in giovane età una donna di nome Elvia da cui ebbe tre figli. Lucio Anneo Seneca: il desiderio del futuro, il disgusto del presente per poi provare rimpianto per il passato Se...

NO, NON TORNARE DI ALDA MERINI

una sola rosa

No, non tornare, di Alda Merini è una poesia che evidenzia il bisogno di non incontrare la persona amata, per evitare la sofferenza di una nuova storia d’amore. La voglia interiore di voler stare in pace, dopo un periodo di malessere, che diventa il modo per non incontrare ciò che fa soffrire, per rifugiarsi e proteggere

La poetessa dei Navigli il dolore interiore l’ha conosciuto troppo bene e le parole di questo componimento lasciano un nodo in gola. Una poesia tratta dalla raccolta Destinati a morire di Alda Merini pubblicata da Antonio Lalli nel 1980, che corrisponde al primo libro dopo l’inferno del manicomio.


NO, NON TORNARE di Alda Merini

No, non tornare, avrei crudo sgomento
e mi toglieresti a questi dolci sogni
o forse troveresti che disfatta
è la mia carne e la mia croce viva,
non tornare a vedermi, sono in pace
con le sfere assolute dell’amore
e mi giaccio scoperta e solitaria
come una rosa sfatta nel sereno.


No, non tornare è una confessione intima di grande sensibilità. Un grido ad essere lasciata in pace, il passato ha lasciato segni estremi nella mente e nel corpo della poetessa, e il desiderio è quello di vivere un momento di salutare solitudine per evitare la sofferenza. Il bisogno di una donna di non volersi far scoprire in condizioni che potrebbero creare un sicuro disagio. La poetessa ci guida in un viaggio intimo e profondo dove le emozioni vanno sedate e la rassegnazione appare come l’unica via possibile per la salvezza.

Ci trasferisce l’immagine di una donna che continua ad amare, ma che sacrifica i propri sentimenti per il desiderio di non provare più dolore e sofferenza. C’è bellezza in ogni parola, equilibrio in ogni verso e c’è la grandezza della poesia come forma espressiva che custodisce i sentimenti e le emozioni più profondi.

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