PERCEPIRE LA SOFFERENZA DEGLI ALTRI
- Ottieni link
- Altre app
Oggi mi sono imbattuto in una persona che affermava di provare dolore per qualcuno caro che stava soffrendo. Gli ho chiesto cosa avesse questa persona. La risposta è stata non lo so, ma so che soffre. Mi sono sentito preso in giro, scettico, poi ho ascoltato e dopo ho cercato di documentarmi. L’ulteriore innesco alla ricerca me lo ha infuso una serie tv vista in contemporanea, in questi giorni, dal titolo “Viola come il mare”, dove si parlava di Sinestesia.
A volte ho sentito dire frasi del tipo “capisco il tuo dolore”, ma di fatto esistono individui che lo sentono veramente. Sentono il dolore degli altri, come se fosse il proprio. Si tratta di un fenomeno di cui ancora si sa poco. Alcuni ricercatori britannici affermano che la sinestesia, descritta per la prima volta soltanto nel 2005, potrebbe essere più comune di quanto si pensi, e che, secondo i risultati di una loro recente ricerca, sarebbe anche strettamente legata all'empatia, cioè alla capacità di capire perché le altre persone si comportano in un determinato modo. La sinestesia è una condizione nella quale esiste una aumentata connessione tra differenti aree cerebrali deputate ad elaborare le informazioni in arrivo dai diversi organi di senso. Questo porta al mescolarsi di diverse sensazioni, fino a indurre, nei sinesteti, vere e proprie "tempeste percettive". Quindi ci sono persone che provano la consapevolezza di percepire la sofferenza altrui a distanza, è come una connessione. Storie che vanno ben oltre l’empatia e che riguardano il percepire il dolore dei propri cari anche se lontani, pur senza sapere che quella persona stia soffrendo. Un vero mistero che sfida le nostre coscienze moderne. In effetti pare che esistano fenomeni anomali per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità un tempo inimmaginabili. Saranno vere o solite bufale? Io il mio parere me lo sono fatto. Sta a voi lettori poi decidere.
Nella rete ad esempio ho trovato alcune storie strane e ve ne cito qualcuna. Una madre stava scrivendo una lettera a sua figlia quando la sua mano destra iniziò a scottare intensamente e lasciò cadere la penna. Meno di un’ora più tardi ricevette una chiamata in cui le dissero che sua figlia si era gravemente bruciata la mano destra con dell’acido in un incidente di laboratorio. Una donna sentì un dolore al petto e disse che sua sorella era stata ferita. Più tardi la donna scoprì che in quello stesso momento sua sorella era morta in un incidente stradale; il petto schiacciato dal volante. Questi esempi se sono veri vanno ben oltre la comune empatia. Questi sono esempi di persone che sono riuscite a percepire il dolore dei propri cari a distanza, pur senza sapere che quella persona stava soffrendo. Probabilmente questo accade molto spesso anche tra madre e figlio dove spesso la madre prova qualcosa di simile per il proprio figlio e forse va oltre il cliché di quello che viene definito come istinto materno. Secondo alcuni ricercatori come Michael Jawer, si tratta di una vera connessione mente-corpo. I sentimenti si legano al cervello, al corpo e al sesto senso. Una degli esempi sopra citati fu raccontata nel libro del Dottor Larry Dossey, “Healing Beyond the Body”. Il Dottor Dossey chiama queste esperienze eventi telesomatici. La parola telesomatico deriva da alcune parole greche per indicare il corpo distante. Ad esempio una donna che sente una sensazione di soffocamento e percepisce che suo figlio sta affogando può correre verso la piscina in tempo per salvarlo, quindi è una connessione positiva. Tuttavia alcune volte possono essere dannosi. Ad esempio un soldato perse le gambe e a un suo caro si paralizzò una gamba senza motivi apparenti. Si tratta a suo dire di connessione che non vanno a comando ma sono abbastanza frequenti pertanto meritano attenzione, essenzialmente per due motivi: primo, sono estremamente comuni; negli ultimi decenni sono stati riportati centinaia di casi, alcuni in riviste mediche; secondo, questi casi mostrano una coerenza interna. Avvengono quasi sempre tra persone che condividono legami affettivi e di empatia: genitori e figli, sposi, fratelli, amanti, ecc.
Sembra che la consapevolezza che irrompe nella coscienza in questi casi sia quasi sempre legata a un sentimento profondo, una connessione con l’altro. Si tratta di un regno universale di sentimenti ed emozioni che trascendono sia lo spazio che il tempo. C’è il forte sospetto che il corpo e la mente siano un tutt’uno, mediati dall’emozione. Ora è difficile immaginare che cosa vuol dire sentire tutto ciò che si vede. Sembra oramai certo che ciò potrebbe precludere ad alcune attività per molti ritenute del tutto normali. Non è facile farsi un’idea sull’argomento, sul quale io rimango tutt’ora un po' scettico, ma di fatto se vi sono studi importanti in atto qualcosa di vero ci sarà!
- Ottieni link
- Altre app
Commenti
Io probabilmente non sono in grado di percepire la sofferenza altrui, ma questo forse è frutto del fatto che nessuno si è mai interessato della mia di sofferenza.
RispondiEliminaLa SOFFERENZA è quasi sempre di chi la prova. Purtroppo
RispondiElimina